Full Metal Panic! è un anime tratto dagli omonimi romanzi e manga creati da Shoji Gato, realizzati nel 1998. L’anime, prodotto dallo studio Gonzo, è arrivato nel 2002. In Italia la serie animata è arrivata nel 2003 grazie a Shin Vision e Dynit, grazie all’ormai storica Anime Night di MTV. Le stagioni successive sono state curate invece da Kyoto Animation, con uno spirito molto diverso dall’originale.
La serie è disponibile su Netflix e su VVVVID.
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La trama Full Metal Panic!
Siamo nel 2001, in un contesto mondiale simile alla nostra guerra fredda. Il punto di vista dei protagonisti è quello dell’agenzia Mithril, organizzazione slegata da affiliazioni politiche e orientata al mantenimento della pace.
Il punto di vista principale è quello di Sosuke Sagara, un ragazzo di sedici anni privato dell’infanzia, vissuta su campi di battaglia sparsi per il mondo. Il suo senso comune lascia un po’ a desiderare, dopo aver passato tanti anni a combattere, senza un attimo di respiro o situazioni che potessero essere definite sicure e tranquille.
La sua attuale missione è proteggere Kaname Chidori, una coetanea liceale giapponese, potenziale obiettivo di un’organizzazione terroristica che sta cercando di impadronirsi della Black Technology. Il segreto per padroneggiare questa grande novità tecnologica sembrano essere alcuni ragazzi, detti Whispered, e guarda caso, Kaname è uno di questi. Dal loro incontro nascerà una serie di situazioni divertenti dovuta all’intraprendenza di Kaname contrapposta alla rigidezza di Sosuke, con una buona dose di equivoci e tensione dovute al fatto che il ragazzo è in missione sotto copertura e sta proteggendo Kaname senza che lei sospetti nulla.
Ma il divertimento non potrà continuare per sempre, dopotutto si tratta di una situazione ad alto rischio. E infatti prima o poi si arriverà ad un punto di svolta, in cui entrerà in scena la Mithril e inizieranno combattimenti in cui la posta in gioco sarà la vita stessa dei protagonisti.
Analisi
La serie ha visto diverse incarnazioni, con un cambio di studio e uno spin-off, completamente slegato dallo stile della trama principale. La prima stagione si potrebbe definire come la più completa, che riesce a coniugare segmenti slice of life, un po’ di commedia romantica, un approccio shonen e una buona dose di fantascienza con l’introduzione degli Arm Slave, esoscheletri robotici suddivisi in diversi modelli.
Queste diverse anime che convivono non hanno evidentemente convinto pubblico o produzione. Nelle versioni successive vediamo infatti una polarizzazione, con lo spin-off Fumoffu completamente concentrato sulla dimensione umana, anche in modo un po’ demenziale, mentre il sequel Second Raid si prende molto più sul serio e mette l’accento sull’aspetto del combattimento.
Diventa quindi complicato parlare della totalità del materiale disponibile. Limitandosi alla storia principale, notiamo come, nonostante gli elementi di commedia romantica, l’impronta principale riguarda l’aspetto tecnologico e di combattimento, con un forte accento su Sosuke Sagara, il suo passato, il suo presente e le sue abilità di risolvere ogni situazione con i suoi innumerevoli talenti.
Dal punto di vista tecnico, la serie ha sempre offerto molti elementi innovativi, che hanno fatto da punto di riferimento per serie simili. Gonzo a suo tempo era molto competitiva per quello che riguardava la CGI, particolarmente valida e avanzata per gli anni in cui ha esordito l’anime.
Sotto l’aspetto della narrazione, Full Metal Panic è sempre riuscita a mantenere un buon ritmo, qualunque fosse lo stile che sceglieva di interpretare in una particolare scena o episodio. I personaggi vengono approfonditi nel tempo, compatibilmente con la complessità che ci si può aspettare da una storia fondamentalmente pensate per ragazzi. La scena non è quasi mai vuota, sono presenti tantissimi personaggi secondari, a cui si aggiungono ulteriori comparsate che rendono il mondo più vivo e complesso, più credibile.
Nel complesso siamo di fronte a una serie datata, che però rimane godibile sotto diversi punti di vista.