666 Satan (in inglese O-Parts Hunters) è un manga scritto e disegnato da Seishi Kishimoto, fratello gemello del ben più noto autore di Naruto.
Pubblicato dal 2001 al 2007 su Monthly Shōnen Gangan, conta un totale di 19 volumi ed è stato pubblicato in Italia tra 2008 e 2010 dalla casa editrice J-Pop.
Ambientazione
666 Satan è ambientato su un pianeta simile alla Terra, ricoperto di rovine in cui si rinvengono gli O-Parts, misteriosi oggetti con poteri particolari che possono essere utilizzati solamente dagli O.P.T. (O-Parts Tactician), gli unici in grado di infondere lo spirito in essi per attivarne gli effetti che sono i più disparati, andando dal controllo elementale, alla modifica del corpo o dell’ambiente circostante, all’utilizzo come oggetti quotidiani, armi o mezzi di trasporto. A seconda della potenza del loro effetto sono classificati dal grado F, il più basso, al grado SS.
Il pianeta è popolato da due razze: quella dei Cyclops, autoctona, e quella umana, giunta da un pianeta lontano. I Cyclops hanno sulla fronte un terzo occhio che garantisce loro il potere di “installare programmi” negli oggetti: uno di loro, chiamato Alkaid Spirits, in un remoto passato aveva conquistato il mondo utilizzando il potere della Kabbalah e della Kabbalah Inversa.
Questi ultimi due oggetti sono in sostanza dei contenitori, con dieci slot ciascuno, in cui si possono sigillare i nuclei rispettivamente dei dieci Angeli e dei Dieci Demoni. Alla ricerca dei primi si è messa la Repubblica di Stea, mentre dei secondi l’Organizzazione Zenom. Una leggenda dice che quando le due parti si uniranno verrà generato l’O-Part leggendario, un’arma potentissima in grado di fornire all’utilizzatore poteri inimmaginabili.
Il mondo di ambientazione, infine, presenta una fusione tra fantasy e fantascienza, dal momento che convivono mostri, rovine, spade ed altri elementi fantasy con ritrovati tecnologici, capsule di rianimazione, città volanti e numerosi altri ritrovati tecnologici tipici del genere sci-fi.
La trama
Jio è un ragazzo orfano, solo e abbandonato da tutti perché si ritiene porti sventura. In viaggio senza una meta, è deciso a realizzare il suo sogno, quello di conquistare il mondo per ottenere il rispetto di tutti.
Non sa che dentro di sé racchiude il demone più potente di tutti, Satan, che in passato aveva eliminato i dieci O.P.T. più potenti.
Un giorno incontra Ruby Crescent, una ragazza che ha deciso di intraprendere la strada del padre e diventare una cacciatrice di tesori: dopo un inizio burrascoso i due si legano, arrivando a intraprendere un viaggio insieme che li porterà a scoprire i segreti che entrambi portano dentro di sé.
I diversi poteri
Una delle categorie di potere sono gli O-Parts di cui si è già discusso, che prendono ispirazione dai reali OOPART (Out Of Place ARTifacts), reperti archeologici anacronistici rispetto all’epoca cui vengono ricondotti. La cosa si incastra perfettamente con l’ambientazione del manga, dal momento che gli O-Parts sono oggetti creati in antichità dalla civiltà che ha lasciato sul pianeta le numerose rovine. Certamente non è nulla di incredibilmente originale, ma ho trovato l’utilizzo degli O-Parts interessante e ben congeniato: un punto di demerito è il conteggio degli O.P.T., dal momento che durante la trama vengono date via via stime diverse.
La seconda categoria di poteri è rappresentata dai demoni e dagli angeli, descritti come un “concentrato di informazioni e dati” che pian piano ha acquisito una propria forma e una propria coscienza. Essi trovano un loro spazio predefinito all’interno delle due kabbalah, anche se i loro nuclei si trovano sparsi un po’ ovunque sul pianeta e hanno preso spesso possesso del corpo di un umano, conosciuto come recipe (recipiente).
Essi possono quindi accedere ai poteri delle venti creature, ma arrivano spesso a perdere la propria ragione e la propria coscienza o a influire sulla personalità dei personaggi: succede ad esempio a Yuria, che viene infine controllata dal suo demone Lucifuge, a Kujaku, che a causa di Adramelech impazzisce, o a Zenom, che perde addirittura la memoria.
Il problema dei demoni e degli angeli è la loro sovrabbondanza, dal momento che alla fine praticamente ogni personaggio principale ne possiede uno: ciò fa perdere loro l’alone di mistero e unicità che hanno invece, ad esempio, i bijū di Naruto.
Impressioni generali
666 Satan si pone come un classico battle shonen, incentrato sulla tradizione ebraica della Kabbalah, degli angeli e dei demoni biblici.
Un punto a favore del manga è a mio parere il disegno che, in modo simile a Naruto, subisce una forte evoluzione, raggiungendo però livelli più alti (come si osserverà nei manga successivi di Seishi, Blazer Drive e Crimson Wolf) soprattutto nel character design. Nei volumi finali il tratto diventa più definito e sicuro e diventa unico nel momento in cui l’autore non usa in modo troppo massiccio i retini.
Il finale della storia rende tutto un po’ confuso, in particolare la collocazione temporale dei vari eventi: quando è nato Jio? Quando le due kabbalah sono giunte sul pianeta? Quanto tempo è passato dalle azioni di Alkaid Spirit? Una volta giunti al capitolo finale, nonostante molti quesiti vengano chiariti, ne vengono generati altri molto più complicati da chiarire e si genera solamente una grande confusione.
Anche la trama prende una spinta troppo rapida nella seconda parte, condensando le battaglie finali con Stea e Zenom in quattro volumi e riducendo il confronto più importante, quello con lo stesso Satan, in poche pagine dell’ultimo capitolo. Forse a questi eventi sarebbe stato meglio concedere almeno un volume in più, visto il ritmo molto più lento (e a volte noioso) degli archi narrativi della prima parte.
Le palesi “ispirazioni”
Seishi Kishimoto rivela forse in modo troppo palese le opere da cui prende ispirazione, in particolare Dragon Ball e Naruto.
L’incontro tra Jio e Ruby ricorda moltissimo quello tra Goku e Bulma, che inizia in modo non troppo roseo e finisce allo stesso modo, con il ragazzo che segue l’amica nel suo viaggio per farle da guardia del corpo.
Simile a Dragon Ball è anche l’amicizia/rivalità di Jio e Ball, che come Goku e Crilin vengono allenati da un maestro (Muten e Kirin) con dei pesi caricati sulle spalle e competono l’uno contro l’altro in un torneo, in questo caso quello indetto dal perfido Ikaros nello stadio di Rock Bird, la città volante in cui è ambientata l’ultima saga della prima parte del manga. Sempre durante l’allenamento, come Goku deve catturare Bubble anche i due protagonisti devono acchiappare Jajamaru, il cane domestico di Kirin.
Con Naruto il rapporto è invece diverso: nonostante molte volte Seishi sia stato accusato di plagio nei confronti del fratello, egli ha spiegato come le similitudini sono dovute all’essere stati “influenzati dalle stesse opere”, in particolare Dragon Ball.
La verità è molto probabilmente i due mangaka si siano scambiati idee adattandole alla propria opera: così come angeli e demoni di 666 Satan riprendono i Bijū di Naruto, è vero che alcuni elementi compaiono prima nell’opera di Seishi ed in seguito si ritrovano adattati in quella di Masashi. Ne sono un esempio le fiamme nere inestinguibili che appaiono nei primi capitoli di 666 Satan come effetto della spada di Jin e solo in seguito compaiono in Naruto come Amaterasu di Itachi. La kabbalah invece ricorda molto da vicino il Gedo Mazo in cui vengono rinchiuse le creature.