Ranking of Kings (in giapponese Ōsama Ranking) è nato come serie di manga scritta e disegnata da Sōsuke Tōka. Dal 20 maggio 2017 è pubblicata sulla rivista digitale Manga Hack della Enterbrain e ha ispirato una serie televisiva anime prodotta da Wit Studio, trasmessa dal 15 ottobre 2021 e attualmente in corso.
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La trama
Bojji è un giovane principe, figlio di Re Bosse e della defunta regina Sheena: fin dalla nascita è piccolo e debole e non è in grado di parlare, sentire o maneggiare una spada. Nonostante questo, punta a diventare un grande re.
Un giorno viene avvicinato da Kage, un uomo ombra che inizialmente punta a fregarlo rubandogli gli abiti, ma che poi, venendo a conoscenza della situazione del principe, diventa suo amico e decide di sostenerlo nella sua strada per il trono. Ormai in punto di morte, re Bosse indica come successore il suo primogenito, ma i membri della corte, in parte convinti dalla seconda regina Hiling, si oppongono, nominando il fratellastro Daida che, al contrario di lui, ha già dimostrato una forza sovrumana e incredibili doti di guerriero.
Tra intrighi di corte, tradimenti e colpi di scena, comincia così la strada che porterà Bojji ad essere il primo in classifica nel Ranking dei re.
Impressioni
A differenza del manga, dove la qualità grafica lascia molto a desiderare, Wit Studio ha fatto un eccellente lavoro con la serie animata di Ranking of Kings: con un’estetica di ambienti e personaggi di ispirazione fiabesca, presenta scene di combattimento molto dinamiche, che tuttavia non puntano tanto sulla spettacolarità.
Lo stile grafico ricorda per certi aspetti l’anime GuruGuru, con personaggi a tratti deformi e con abiti particolari e sgargianti, anche se dal design molto semplice. Ogni personaggio ha comunque un aspetto e un abbigliamento che lo rende immediatamente riconoscibile, elemento che non si applica certamente a ogni manga in circolazione.
È una serie molto godibile che riesce a coinvolgere abbastanza lo spettatore, grazie anche a un azzeccato comparto musicale. Particolarmente bella, graficamente e musicalmente, è la seconda opening.
Di positivo l’opera ha anche i diversi colpi di scena, che rendono difficile comprendere fino in fondo chi sia un alleato o chi un nemico. Una delle note negative è probabilmente l’eccessivo buonismo del protagonista, che lo porta a perdonare chiunque in modo troppo rapido, nonostante le malvagità perpetrate dalla persona.
I temi
Il tema principale dell’opera è certamente quello della diversità: nonostante ci sia chi lo apprezza e lo sostiene, a causa della sua sordità e della sua debolezza il principe Bojji è considerato strano e inutile da molti degli abitanti del regno. Per questo il suo viaggio non ha come unico scopo quello di diventare un re forte e capace, ma anche farsi accettare da tutti per quello che è. La stessa cosa vale per Kage, il quale, facendo parte del clan delle ombre, viene discriminato e allontanato da tutti.
Un secondo tema è l’analisi del rapporto genitore-figlio: Kage ha perso sua madre a causa degli umani e il suo carattere gentile inizialmente comincia a forgiarsi e diventare sempre più duro, rendendolo una vera e propria canaglia. Anche l’uomo che lo “accoglie” per usarlo come strumento per i suoi atti criminosi alla fine lo tradisce e abbandona. Solo in Bojji riesce a trovare un nuovo valido alleato, per il quale rifiuterà di ricongiungersi con la madre.
Centrale, in alcuni episodi, è il rapporto di Bojji con i suoi genitori e in particolare con la matrigna che, nonostante all’inizio appaia come fredda e distaccata, prova in realtà molto affetto per il figliastro e arriverà a salvarlo in più di un’occasione. Anche per questo ha riversato nel figlio Daida il suo desiderio di proteggere Bojji da ogni pericolo.
Il rapporto tra i principi e Bosse non è ancora ben chiaro e non si capisce se egli provi realmente affetto per i suoi figli, si dispiaccia per quello che ha fatto loro oppure li veda solamente come strumenti. Diverso è invece il suo rapporto con Miranjo, che per Bosse prova una vera e propria ammirazione e che è stato per lei più di un padre.