Panini Comics cavalca la cresta dell’onda definita dal successo della pellicola cinematografica Crudelia (Cruella in originale), la cui protagonista è stata magicamente interpretata dall’espressiva Emma Stone.
La casa editrice pubblica difatti l’opera fumettistica che oltre a riportare l’omonimo titolo si presenta con l’intestazione “Nero, Bianco e Rosso”, un manga che si pone come prequel degli eventi narrati nel lungometraggio ed è ad opera dell’artista Giapponese Hachi Ishie.
Quest’ultima si trova per la prima volta a collaborare con il mercato statunitense, ma in patria è conosciuta soprattutto per la serie Rojiura Brothers (2014).
Il tratto della mangaka, abituato a proporre vicende con protagonisti dei teppisti, viene messo al servizio di una storia di formazione in cui vediamo una scapestrata ladruncola prendere parte ad una trasformazione, il suo ruolo da icona della moda è proprio dietro l’angolo.
Crudelia – Nero, Bianco e Rosso è acquistabile tramite lo shop online dell’editore Panini Comics, il lungometraggio da cui è tratto è invece visionabile sulla piattaforma di streaming denominata Disney Plus.
La trama di Crudelia – Nero, Bianco e Rosso
Ci sono alcuni eventi del periodo criminale della vita dell’eclettica Estella che meritano di essere scoperti, il viaggio precedente all’arrivo di Cruella è tempestato di insicurezze e ricordi. Estella non accetta la propria capigliatura poiché associa ad essa episodi di bullismo e discriminazione sociale, ma la sua vena artistica interiore desidera uscire e prendere il posto che gli spetta nel mondo. La nostra stilista in erba, mentre sopravvive rubando ai più ricchi, dovrà prima affrontare il suo periodo più nero e triste in cui fa sfoggio di una parrucca rosso fuoco per poi cadere tra le braccia candide di una particolare datrice di lavoro. Tutte le vicende daranno modo alla futura Crudelia di trovare il coraggio di esprime la propria arte, al fine di ritagliarsi un futuro radioso ma dalle sfumature inquietanti.
Essere di parte nell’arte: considerazioni sull’opera
Il lungometraggio targato Disney con protagonista l’energica Emma Stone ha cercato di approfondire le origini di un personaggio che desiderava discostarsi dal suo classico e macabro ruolo.
L’opera recensita oggi si pone l’obbiettivo di estendere il minutaggio cinematografico, per scalfire la corazza psicologica della malvagia Crudelia serviva una storia che presentasse ai lettori il tormento emotivo determinante nella sua crescita.
I colori che prendono piede sulla capigliatura di Estella diventano un espediente narrativo per classificare in macro categorie alcuni momenti significativi che nascono dall’incontro con determinati comprimari.
Questi rapporti interpersonali sono propedeutici all’esternazione della vera essenza caratteriale della protagonista, non serve nascondersi dietro una parrucca o dietro un lavoro poco appagante quando intorno vi è un Mondo desideroso di conoscere il vero talento, anche se estremo.
A decolorare questo spaccato del passato di Cruella troviamo, come accennato in precedenza, diversi personaggi secondari che non rubano l’attenzione del lettore essendo portatori di una scarsa caratterizzazione.
Gli sforzi dell’autrice in questo senso si denotano solo nei riguardi della nostra malinconica stilista in erba, lei è la sola ad avere momenti introspettivi degni di nota e ad esprimersi con frasi memorabili.
Se ci soffermiamo sull’aspetto dei dialoghi è facile comprendere il target di riferimento dell’opera, è infatti a tutti gli effetti un prodotto Disney che ha paura di fare il passo più lungo della gamba andando ad osare nel linguaggio.
Il comparto artistico rimane ancorato agli stilemi degli shojo manga con l’intento di dare più risalto possibile all’idee stilistiche generate dalla mente di Estella, dimenticandosi della possibilità di variare le espressioni facciali degli attori in gioco.
Con una maggiore attenzione nei riguardi della fisionomia dei personaggi sarebbe stato possibile trasmettere il messaggio dell’opera in una maniera più accattivante e decisa, così da rubare nel cuore degli appassionati il posto riservato alla controparte cinematografica.
Il manga risulta alla fin fine un mero approfondimento di selezionati trascorsi passati che non hanno trovato spazio nel montaggio finale della pellicola con Emma Stone, un’occasione quasi del tutto sprecata in cui si poteva dare maggiore enfasi alle dinamiche che hanno formato la mente perversa di uno dei più iconici cattivi della storia dell’animazione.