Il numero 423, Nella stanza del guerriero, vede il ritorno sulla serie regolare di uno degli autori storici di Dylan Dog, Carlo Ambrosini, che dieci mesi fa aveva realizzato come autore completo I padroni del nulla. La sua sceneggiatura, messa su tavola da Gabriele Ornigotti, vede l’indagatore dell’incubo assunto dalla studentessa Leida, tormentata da strane creature preistoriche che compaiono di notte nella sua stanza, per poi sparire altrettanto misteriosamente.
Il prossimo numero della serie regolare esce il 30 dicembre e si intitola Candiweb: la storia, scritta da Rita Porretto e Silvia Mericone, disegnata da Emiliano Tanzillo, è incentrata su inquietante rete digitale, apparentemente perfetta.
Trama di Nella stanza del guerriero
All’Università di Londra il professor Ghorm illustra le teorie di David Bohm, in particolare la distinzione tra l’ordine esplicito, quello che l’uomo percepisce attraverso i sensi e riesce ad interpretare con la coscienza, e l’ordine implicito, il tessuto profondo e nascosto della realtà, da cui tutto prende origine. La lezione viene interrotta dalla crisi dello studente Bill, che ha male al braccio, racconta alla compagna Leida delle visioni che lo perseguitano, infine vomita strane creature.
Nel 101 avanti Cristo, poco dopo la battaglia dei Campi Raudi che ha visto trionfare l’esercito romano sui barbari Cimbri, il prigioniero Obomeil agevola la fuga di un suo compagno, Oberoige, incaricandolo di trovare la figlia Gudrum, consacrata a Odino, e ucciderla per evitare che venga profanata dai nemici. Cercando di nascondersi dai romani, Oberoige entra in un piccolo santuario, dal quale accede misteriosamente alla stanza di Bill, dove riconosce Gudrum nelle foto di Leila.
Nel presente, Leida si rivolge a Dylan Dog perché nella sua stanza dove è ospitata da Bill, compaiono di notte piccole creature preistoriche, che poi scompaiono. L’indagatore dell’incubo, scettico, è costretto a crederle quando la ragazza tira fuori dalla borsa un limule vivo.
Mentre Carpenter e Rania indagano sulla morte di Roger Garrett, padre di Bill, Leida, il professor Ghorm e Dylan vanno a trovare in ospedale il ragazzo, il quale riferisce che il guerriero sta cercando la ragazza, inseguito da soldati romani, che si sono dissolti poco dopo essere stati investiti dai veicoli di Londra.
I due poliziotti continuano a ricevere segnalazioni assurde, e sentono la testimonianza di un collega che racconta di essere stato trafitto dal guerriero, per poi guarire improvvisamente.
L’indagatore dell’incubo passa la notte nella casa di Bill: dall’armadio vede Godrum e le sue compagne, confortate da soldato romano sosia dell’indagatore dell’incubo, Audilio Canem. Ma nel frattempo Leida viene attaccata dal fantasma della mamma di Bill, che sparisce dopo pochi istanti. Dylan e la ragazza scappano dalla casa e si imbattono in Rania e Carpenter, che speravano di trovare Bill per interrogarlo in merito al padre.
Irrompe il guerriero, cui Dylan e Carpenter faticano a tenere testa, ma Leida riesce a neutralizzarlo rinfacciandogli la sua condizione: Oberoige sparisce, si ritrova nel suo tempo, ma anche lì la fortuna non gli sorride, a differenza dei soldati che lo cercavano, che pensano di aver sognato o di aver subito un incantesimo. A Londra il caso misterioso sembra risolto, così come quello del padre di Bill, ucciso dalla segretaria, anche se la spiegazione del professore, “interferenze tra campi di realtà”, non convince Carpenter, che rifiuta di affrontare il sovrannaturale.
Audilio è fuggito con Leida: è scoccata la scintilla, così come tra i loro sosia del presente.
Sviluppo
Le vicende si svolgono, per una volta, anche in Italia: i guerrieri che irrompono nella Londra di oggi arrivano dal 101 avanti Cristo e dalla battaglia dei Campi Raudi, che si svolse in Valsesia, nell’attuale vercellese. Nella provincia piemontese non troviamo Dylan Dog, ma un suo quasi omonimo che gli somiglia molto, Audilio Canem.
Il meccanismo che nella vicenda collega luoghi ed epoche diverse viene suggerito dallo stesso docente di Leida, prima con la distinzione tra l’ordine esplicito e quello implicito, e in chiusura con l’interferenza tra campi di realtà: in qualche modo, le teorie di Bohm che lui stesso non ritiene del tutto applicabili aiutano a capire come si crei un canale di comunicazione tra il presente di Dylan Dog, la battaglia dei Campi Raudi e le creature antidiluviane, che permette di trasferirsi momentaneamente in altre epoche.
La storia inizialmente sembra priva di logica, poi i vari pezzi vanno a posto e si coglie il senso generale. Si tratta comunque di un albo meno “complicato” del solito rispetto allo standard di Ambrosini.
Una buona sceneggiatura, supportata dal disegno preciso e pulito di Ornigotti (già disegnatore del Napoleone di Ambrosini), molto efficace in alcuni contesti (come le scene più sanguinolente, la sensualità di Leida, le espressioni di stupore come quelle di Carpenter), con qualche guizzo “cartoonesco” (le croci al posto degli occhi per la vittima del guerriero).
Si segnala qualche dettaglio anomalo, come la tavola datata 2015, alcuni refusi e punti poco convincenti (come la dissoluzione del guerriero), nonché alcune “licenze” temporali: il culto di Odino e Thor e lo sporadico uso di elmi con le corna da parte dei barbari sono decisamente successivi al primo secolo avanti Cristo.
L’autore di Nella stanza del guerriero
Negli anni 80 Carlo Ambrosini disegnò diversi numeri di Ken Parker, per poi ottenere un notevole successo in Italia e Francia con Nico Macchia, di cui era ideatore e autore completo: una precisa ricostruzione storica faceva da sfondo alle vicende di tre cavalieri di ventura del XVI secolo.
Nel 1997 Ambrosini ha creato Napoleone, pubblicato come bimestrale da Sergio Bonelli Editore fino al 2006, poi tornato nel 2019 su tre numeri de Le Storie. Un fumetto onirico, dove piani temporali, realtà, sovrannaturale e – appunto – sogno si intrecciano e si confondono. Suo anche il personaggio del critico d’arte Jan Dix, di cui l’autore lombardo ha scritto la maggior parte dei testi e disegnato diversi episodi. Ambrosini ha inoltre disegnato storie di Tex Willer, Orfani, Il Confine.
Venendo a Dylan Dog, a partire dal secondo anno della serie regolare ha disegnato molti numeri, come Canale 666, L’isola misteriosa, La scogliera degli spettri, Inferni, I vampiri, il celeberrimo Il lungo addio. Finito il “monopolio” di Sclavi, ha iniziato a occuparsi anche dei testi, con Dietro il sipario e Il guardiano della memoria, fino ai più recenti Una nuova vita (primo albo con Roberto Recchioni come curatore), Lacrime di pietra, Cronodramma, Del tempo e di altre illusioni.