L’idea alla base di Tristerio e Vanglorio di Francesco Catelani e Federico Fabbri è di quelle che nascono suibanchi di scuola e poi vengono messe nel cassetto a lungo, talvolta per sempre, finchè un piccolo miracolo non le fa riemergere o addirittura le conduce ad una nuova vita.
Nello specifico, nato da due dei creatori del festival del fumetto underground Borda! Fest, Tristerio e Vanglorio segna l’esordio di due autori comunque già abbastanza conosciuti nel mondo del fumetto indipendente all’interno della collana BD Next.
Si parlava di idea, ed in questo caso quella alla base del graphic novel di cui parleremo oggi è nata dallo volontà di mescolare i poemi cavallereschi e le chanson de geste medievali, con un fantasy diverso dal solito, un po’ alla Adventure Time e una spruzzatina di Don Chisciotte e assisterne al risultato.
Questo perchè, a detta dei due autori, una volta buttato giù uno schema generale della storia i personaggi hanno iniziato a vivere di vita propria, andando oltre a quanto previsto originariamente; singolare la circostanza per cui il finale della storia è totalmente differente da quello scritto in un primo momento, proprio in virtù della crescita dei personaggi nella considerazione dei loro stessi autori.
Anche questa è la magia del fumetto, ma andiamo ad analizzare nel dettaglio Tristerio e Vanglorio.
I Cavalier, l’arme e gli amori
Contrassegnato da una partenza che potremmo definire lenta, prodromica ad una costante accelerazioe che culminerà in uno spettacolare finale, conosciamo subito i due protagonisti della vicenda, ovvero lo scalcinato Tristerio e il suo nuovo scudiero di cui nessuno conosce (e conoscerà mai) il nome.
Ma prima ancora incontreremo, dalle pagine di quello che sembra a tutti gli effetti un poema cavalleresco, il vero motore della storia, che tutto e tutti muove: la Fama.
Raffigurata come una bellissima creatura femminile, seducente per chiunque la cerchi e la brami, è la strada più veloce per l’immortalità a patto di compiere imprese leggendarie.
Cosa c’entra una creatura così gloriosa con uno scalcinato cavaliere che cavalca una strana creatura e un ragazzo salvato dall’annegamento in un fiume?Ben poco, parrebbe all’inizio, ma andando avanti con la storia tutto sarà molto più chiaro.
La sensazione di trovarci davanti ad una personalità insignificante come Tristerio appare viene subito confermata dalla sua assenza nel Magistracavalieri Index, che elenca tutti i più importanti guerrieri in attività e del passato e peggio ancora va quando lo sconosciuto ragazzo salverà il cavaliere durante l’attacco di una creatura mostruosa, in maniera peraltro del tutto casuale.
Scopriamo così che Tristerio è una sorta di corriere, alla ricerca della Fama per recapitarle un messaggio, il cui contenuto è a lui ovviamente ignoto.
Nel mentre il giovane, nel frattempo divenuto scudiero pur contro la volontà di Tristerio, non fa che cantare le gesta del grandissimo Vanglorio, cavaliere divenuto amante prediletto della Fama anni prima e ora scomparso senza lasciar traccia.
Anche se una traccia, c’è ed è proprio sotto gli occhi di tutti, contenuta nel suo nome.
I due si mettono quindi alla ricerca di un’impresa leggendaria da compiere per raggiungere la Fama e far si che Tristerio completi il suo incarico.
Dopo una seconda impresa fallita, stavolta perchè la damigella da salvare è una sorta di budino con più tette di quante umanamente gestibili, scopriamo casualmente che Tristerio ha la barba bianca ed è quindi un cavaliere parecchio attempato.
Dopo essere stato dileggiato anche dall’arrogante Goffinpippo (un biondo pippide), che fugge in moto con la damigella di cui sopra, Tristerio è costretto a svelare al giovane che in effetti egli era uno dei componenti della squadra che affiancava Vanglorio nelle sue imprese e che è da tempo che non ha più notizie del suo ex compagno.
Ma la missione non può essere abbandonata e anche noi insieme ai due protagonisti ci immergiamo in una serie di vicissitudini che si succedono a ritmo serrato e ci consentono di conoscere meglio lo strano mondo in bilico tra fantasy e fantascienza che gli autori hanno ideato per noi.
Un mondo in cui Tristerio utilizza un sidecar per trasportare il suo scudiero e in cui troviamo bizzarri semafori, mazze a raggi laser e mostri su quattro ruote che non può non richiamarci alla mente il già citato Adventure Time e come il mondo di Pendleton Ward risulta piacevole da esplorare.
Alla sgangherata comitiva, che si troverà ad affrontare pirati, sommosse popolari e tesori introvabili, si aggiunge Tecnezio, un giovane brillante che potremmo definire il prototipo del nerd e per questa sua capacità viene ripudiato dai suoi genitori e spinto costantemente al suicido da quelli che definisce i suoi amici.
Ma è andando avanti nella lettura che cominceremo ad intuire la verità, prima che siano gli stessi protagonisti e gli eventi a svelarcela: Tristerio è in realtà Vanglorio che stanco della Fama si è dato alla fuga e avendo capito che la gloria non è tutto nella vita si vuole vendicare uccidendo la sua vecchia amante.
Per quanto sembrino lontani i giorni migliori, il cavaliere mostrerà ancora tutto il suo eroismo in un finale che non voglio svelarti completamente ma che è veramente pirotecnico.
Segnali di Stile
Catelani e Fabbri riescono a creare un mondo vivace e interessante sia per quanto riguarda la sceneggiatura, con tanto di intermezzi poetici, che con lo stile che ci presenta un mondo fantasy ma rivisitato in chiave underground, che lo priva della pulizia e dell’ordine che permea normalmente questo genere di opere.
Il risultato è una storia che partendo da tutti i cliché del genere li stravolge e li destruttura, a colpi di satira e trovate divertenti oltre che poco politically correct.