Da quando sono apparsi per la prima volta nel 2006, all’interno della popolare serie di Rayman, i Rabbids sono diventati sempre più popolari, delle vere e proprie icone pop a cui Ubisoft ha concesso sempre più spazio tra serie animate e videogiochi di cui sono gli unici protagonisti.
Non stupisce quindi come nel lontano 2012, Ubisoft decise di dar vita ad una serie di fumetti con protagonisti proprio i conigli stupidi (il loro nome originale è proprio Lapins Crétins) realizzata da Thitaume e Romain Pujol, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore, con i colori di Gorobei.
La serie, che in patria conta 12 volumi principali e numerosi speciali, ha riscosso da subito un buon successo di pubblico, al punto da uscire dai confini francesi e approdare (sia pure con un po’ di ritardo) anche in Italia, dove Star Comics si occuperà di colmare il ritardo con i colleghi transalpini pubblicando in sequenza tutti i volumi.
Si comincia con i primi 2 volumi, Bwaaaaaaaaaah! e Invas
Non potrebbe essere altrimenti, visto che i protagonisti sono noti per essere abbastanza stupidi e soliti compiere azioni insensate, che in linea di massima li portano a picchi di nervosismo e adrenalina cui reagiscono con l’ormai caratteristico bwaaaaaaaaah che per certi versi richiama il D’oh di simpsoniana memoria.
Con queste premesse non poteva che venir fuori una divertente serie di gag, per lo più mute, in grado di divertire un pubblico tanto di adulti quanto di più piccoli, grazie anche ad un disegno pulito e colorato.
Una serie di gag demenziali fanno dei volumi di Rabbids una lettura interessante
Le situazioni che si susseguiranno nelle pagine dei due albi sono le più disparate, originate naturalmente dalla stupidità dei protagonisti e talvolta anche dalla loro cattiveria; non va dimenticato, infatti, che nonostante il loro aspetto buffo, i Rabbids nascono come avversari di Rayman e sotto il loro aspetto da perfetti idioti si cela un’indole dispettosa, finanche malvagia.
Tuttavia le vignette che mostrano la loro innata perfidia, così come quelle con qualche velato riferimento sessuale sono davvero poche, visto che l’intenzione è quella di creare un fumetto per famiglie.
E quindi Thitaume si è potuto sbizzarrire in situazioni assurde, come quella che vede il Titanic affondare a causa di un Rabbid che sulla coffa usava il cannocchiale al contrario oppure un Rabbid\James Bond che dopo aver salvato la donzella di turno si porta la bomba a casa e la usa come sveglia.
Nessuna azione è troppo idiota per un Rabbid, che agirà quasi sempre in maniera estemporanea, con conseguenze imprevedibili. Tanto per lui quanto per noi che proviamo ad applicare un minimo di logica in un contesto dove non esiste; questo effetto di straniamento è amplificato dalla scelta degli autori di calare, per la prima volta, i Rabbids in un contesto urbano, tipico della quotidianità degli esseri umani.
Non mancano comunque situazioni di rottura della quarta parete, nelle quali autori e protagonisti giocano con le vignette e con l’intera pagina o si comportano nella piena consapevolezza di trovarsi all’interno di un fumetto. Questi sono i frangenti più riusciti all’interno dei volumi, in grado di strappare più di una risata.
Diversamente dai corti presentati qualche anno fa su YouTube e dalla serie animata, presente anche su Netflix, il fumetto ha dalla sua un’immediatezza e una leggerezza che fanno si che non venga a noia.
L’assenza, in quasi tutte le gag, di balloon e il fatto che le stesse siano autoconclusive o al massimo si protraggano per un paio di pagine, rendono la lettura scorrevole ed evitano quel senso di noia che spesso è il risvolto della medaglia per le bédé umoristiche.
Del resto si tratta di due volumi dalla foliazione ridotta, 48 e 54 pagine, che si riescono a leggere in una manciata di minuti ciascuno, utili per una piccola fuga dalla realtà ed una pausa rilassante.