Ghost in the Shell: Stand Alone Complex è una serie animata che ha le sue radici in Ghost in the Shell di Masamune Shirow.
L’anime è stato rilasciato nel 2002. Ai primi 26 episodi sono seguiti i successivi 26 di una seconda stagione denominata Ghost in the Shell: Stand Alone Complex – 2nd GIG, nel 2004.
La regia è stata affidata a Kenji Kamiyama, mentre la produzione è a cura di Production I.G, punto di riferimento qualitativo dei primi anni 2000. A chiusura di questo universo narrativo è arrivato nel 2006 l’OAV Ghost in the Shell: S.A.C. Solid State Society.
La serie è disponibile su VVVID.
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La trama di Ghost in the Shell Stand Alone Complex
Siamo nel 2030, in un periodo di tempo vicino alle vicende raccontate nel film del 1995. Il mondo di riferimento è lo stesso ma, data la conclusione del film, possiamo immaginare che si tratti di una timeline alternativa, una storia parallela non perfettamente riconducibile all’opera originale.
Ritroviamo quindi la Sezione 9 di Pubblica Sicurezza, alle prese con molteplici casi legati allo sfruttamento della tecnologia a fini criminosi. I potenziamenti legati alle capacità di corpo e mente sono all’ordine del giorno, diventa quindi inevitabile che i nuovi sistemi siano utilizzati per spionaggio o terrorismo.
Osserviamo tutta la squadra, in particolare Motoko Kusanagi, Bato, Togusa e Aramaki, mentre lavora senza sosta per risolvere piccoli e grandi casi, mentre la popolazione generale, ignara, può condurre tranquillamente la sua vita di tutti i giorni.
L’opera
La serie è concepita per essere, come dice il nome, un prodotto a sé stante, senza grandi legami né tra le varie incarnazioni del franchise, né paradossalmente tra episodi della stessa stagione.
La soluzione adottata è quella di dividere la narrazione su due binari paralleli, uno relativo alla trama principale, l’altro più generale, che contiene il cosiddetto “caso del giorno” e può essere fruito in modo indipendente.
L’avversario principale della prima stagione è il Laughing man, un abile hacker che semina il panico grazie alla sua enorme abilità, che metterà in grossa difficoltà anche degli agenti abili come quelli della Sezione 9.
La lotta al criminale porterà la squadra di fronte alle ambiguità della società contemporanea, tra corruzione, letteratura e una potenziale cura per la sclerosi dei cervelli artificiali.
La seconda stagione si incentra invece sulla questione dei profughi della terza e quarta Guerra Mondiale, ghettizzati su un’isola artificiale al largo del Giappone. Tra azione, filosofia e politica, osserviamo le conseguenze delle azioni degli Undici Individuali.
Analisi
Ghost in the shell Stand Alone Complex rappresenta un’altra pietra miliare nella storia degli anime giapponesi. Ha tutti gli elementi tipici di una serie di successo. Il comparto grafico è eccellente, affidato al miglior studio in circolazione, per una resa molto in anticipo con i tempi, che ha tenuto testa alla concorrenza per molti anni.
Le musiche sono affidate a Yoko Kanno, che si è superato curando anche lo spartito delle sigle di apertura e chiusura, per dare una continuità di stile.
Anche le vicende narrate, per quanto collocate in un presente alternativo, segnano una forte continuità con il film originale, ma offrono approfondimenti che, per forza di cose, non possono essere raggiunti con un solo lungometraggio.
Scopriamo così dettagli ulteriori su ogni membro della Sezione 9, con particolare riferimento al motivo che li ha spinti ad entrare nelle forze di autodifesa dopo aver combattuto sui campi di battaglia.
Un piccolo approfondimento è dedicato anche ai Tachikoma, i robot semoventi che collaborano con i protagonisti. A loro è dedicato il siparietto sul finale di ogni episodio. Per quanto nei primi episodi si tratti di momenti divertenti, scopriamo presto che quello che stiamo osservando non è altro che la loro crescita interiore, lo sviluppo di una coscienza e di una visione del mondo complessa, completamente coerente con lo stile di Ghost in the Shell.
Nel contesto di una serie di 26 episodi è più complicato inserire la grande quantità di riflessioni filosofiche tipiche dell’opera di Masamune Shirow, ma l’anime non perde occasione di prendersi il suo tempo per analizzare le implicazioni di ogni decisione.
Decisamente imperdibile per tutti gli appassionati del genere cyberpunk, è consigliato a tutti coloro che non si fanno spaventare da momenti di introspezione e analisi.