Thief of Thieves è un’opera lunga e complessa che porta la firma di Robert Kirkman, il quale, tra un The Walking Dead (a proposito, se hai tempo da’ anche un’occhiata a questa top!) e un Outcast, non ha certamente bisogno di presentazioni.
L’inizio della storia editoriale di questa serie, che racconta le imprese non propriamente legali di Conrad ‘Redmond’ Paulson, risale al 2012 e si è conclusa nel 2019 con l’uscita del quarantatreesimo albo. saldaPress, che ha portato in Italia praticamente ogni singola pubblicazione di Kirkman ancora prima che questi fondasse la sua Skybound nel 2010, di cui Thief of Thieves rappresenta l’esordio, non si è lasciata sfuggire neanche quest’opera, e ora si appresta a ripubblicarla da zero con una nuova edizione brossurata più compatta raggruppante in ogni uscita i diversi albi già pubblicati.
Il primo volume, Thief of Thieves Raccolta 1, che ti presentiamo quest’oggi, ripropone i primi tre capitoli del fumetto, basati sulle edizioni brossurate originali e pubblicati ciascuno singolarmente da saldaPress a partire da inizio 2013, comprendenti gli spillati dal numero 1 al numero 19. Il volume sarà disponibile per l’acquisto a partire dal prossimo 7 ottobre.
Thief of Thieves, il re dei ladri è americano
Protagonista dell’opera è il già citato Conrad ‘Redmond’ Paulson, un ladro professionista che è a più riprese definito il migliore nel proprio campo. La controprova della veridicità di queste conclusioni sono le pagine stesse del fumetto: vedendolo in azione si ravvisa in lui la genialità di Sergio ‘El Profesor’ Marquina de La casa di carta alla destrezza e alla duttilità di Arsenio Lupin III.
L’opera si apre alla presunta ‘fine carriera’ di Redmond. Egli è infatti desideroso di mettere un punto alla sua fruttuosa attività delinquenziale per dedicarsi al salvataggio della propria vita privata, in particolare a migliorare il proprio rapporto con la ex-moglie Audrey, la quale è stata anche sua complice (fino alla morte di suo fratello James, anch’egli parte della banda, avvenuta durante un colpo), e ancor di più con il giovane figlio Augustus, desideroso di seguire le orme del padre a tal punto da decidere di lasciare il college.
Sarà proprio Augustus la causa principale del mancato pensionamento di Redmond. Il giovane uomo, forte della reputazione del padre ma nei fatti privo delle stesse competenze, si rende infatti complice di alcune vecchie conoscenze dello stesso per quanto riguarda il furto di un carico di eroina, finendo nei guai a causa del proprio fallimento. Ciò porta Redmond a riprendere la propria attività, cominciando in un certo senso a rubare agli stessi ladri (da cui la doppia accezione semantica del titolo della serie).
Tale ritorno in azione lo vedrà anche agire a cavallo tra la legge e il crimine, senza mai schierarsi nettamente. L’unica persona di cui si fida ciecamente è l’apprendista Celia, la quale nutre per lui un attaccamento che va ben oltre il rispetto che si deve a un mentore.
Tanti nomi, tanta azione, ma anche tanta confusione
Per Thief of Thieves, Kirkman si è avvalso di un team di tre sceneggiatori, mentre egli rimane accreditato come creatore dell’opera. Le matite invece sono affidate a una e una sola persona, Shawn Martinbrough, un disegnatore dal tratto sufficientemente noir per rendere ottimamente le atmosfere retrò della serie, malgrado essa sia ambientata ai giorni nostri.
Ogni singolo elemento grafico rispetta lo stile creativo di Kirkman, dal bianco e nero (anche se, a onor del vero, qualche vignetta colorata qua e là c’è, e sì, lo sappiamo che Invincible è a colori) ai ‘mascelloni‘ dei protagonisti (Kirkman sembra avere una vera e propria fissazione con il creare personaggi dai tratti squadrati. Che abbia qualche canone estetico personale attinente al principio socratico del ‘bello e buono‘?)
Le scene d’azione si alternano piacevolmente ai momenti dialogici, come al solito profondi e ben scritti. Tuttavia, Thief of Thieves fa registrare una problematica su un versante abbastanza atipico per Kirkman: la scorrevolezza. Si fa infatti un po’ fatica a leggere l’opera in maniera spedita ed agevole, e ciò è palesemente dovuto alla mai troppo discutibile scelta di far procedere varie trame per file parallele. Laddove questa scelta può essere piacevole nel momento in cui le varie narrazione siano sincrone, in questo caso esse sono l’una l’antefatto o il proseguimento delle altre, e ciò manda in eccessiva confusione chi legge.
A ciò si unisce la coralità dei personaggi, che sono tanti e che questa gestione della sceneggiatura non riesce a scolpire nella memoria di chi legge, tanto è vero che, a fine lettura, gli unici nomi che rimangono sono Redmond, Augustus e, va bene, Celia (per il semplice fatto che si tratta del personaggio più carismatico dopo il protagonista).