Bentornati in questo nuovo appuntamento con Otakult. Quest’oggi parleremo di un’opera che ha ottenuto anche un adattamento animato, ma in Italia è conosciuta solo per il cartaceo: si tratta di Full Moon – Canto d’amore (titolo tradotto dell’originale giapponese Full Moon wo Sagashite, parafrasabile come Cercando la luna piena).
Full Moon è un manga shojo disegnato da Arina Tanemura e pubblicato sulla rivista Ribon edita da Shueisha. Il manga si compone di 7 volumi. In Giappone, la pubblicazione è avvenuta tra gennaio 2002 e giugno 2004 mentre in Italia è stato pubblicato tra gennaio e luglio 2007 dalla Planet Manga.
Il manga ha anche ottenuto un adattamento animato di 52 episodi che è andato in onda tra il 2002 e il 2003, ma in Italia la serie non è mai arrivata.
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La trama di Full Moon
La storia vede come protagonista Koyama Mitsuki, una ragazzina di 12 anni orfana di entrambi i genitori e recentemente adottata dalla nonna materna che ama cantare, ma il cui sogno è ostacolato non solo dalla nonna, ma anche da un terribile cancro alla gola: l’unico modo che ha la ragazza per guarire dal cancro è quello di subire un’operazione che le asporterebbe anche le corde vocali.
Un giorno, mentre si trova nella sua stanza, Mitsuki vede uscire da un poster con la luna piena due shinigami (lett. dei della morte) di nome Takuto e Meroko, che solo lei riesce a vedere e che le rivelano che la ragazza ha solo un anno di vita e che il loro compito è quello di impedire che chiunque possa salvarla e recuperare la sua anima al momento della sua morte. Mitsuki decide allora di esaudire il suo sogno e di andare a fare un audizione per diventare una cantante. Tuttavia, l’età minima è di quindici anni, pertanto lei decide di fare un patto con Takuto, che la trasforma in una ragazza di sedici anni.
Inoltre, con la trasformazione, anche il cancro sparisce e Mitsuki è in grado di passare facilmente l’audizione. Il suo nome d’arte diviene Full Moon, la traduzione in inglese del suo vero nome.
Il motivo per il quale la ragazza fa così tanto per diventare una cantante è la promessa fatta a Eichi, un ragazzo che lei ha conosciuto in orfanotrofio e al quale era profondamente affezionata. Poiché il ragazzo venne adottato da una coppia americana, le fece la promessa che si sarebbero incontrati nuovamente quando avessero esaudito i loro sogni, ovvero quello di diventare una cantante per Mitsuki e un astronomo per Eichi.
Analisi di Full Moon
La prima cosa che salta all’occhio è senza ombra di dubbio il disegno ricchissimo di dettagli ma per nulla pacchiano della Tanemura. La varietà di vestiti e di luoghi è un altro punto a favore dell’opera. Il difetto più grande, invece, è il fatto che molti personaggi si somiglino tra di loro e, a volte, è difficile identificarli.
Un altro aspetto interessante dell’opera è il fatto che ogni tanto, alla fine dei volumi, ci sono dei capitoli extra con storie brevi, tutte molto belle da leggere.
Passando alla storia vera e propria, si tratta di qualcosa di molto profondo e, nonostante i tratti con i quali i personaggi sono disegnati la facciano apparire come qualcosa più adatta ad un pubblico più giovane, è necessario essere dotati di una certa maturità per poterla affrontare e comprendere appieno.
Come in molte altre opere di quegli anni, non solo l’anime è iniziato e si è concluso prima rispetto alla fine del manga (quindi, naturalmente, la storia non coincide), ma ci sono dei particolari importanti che non hanno alcuna corrispondenza. Se l’anime si concentra prettamente sulla carriera musicale della ragazza, lasciando ben poca introspezione per i personaggi secondari, il manga si concentra su questi, svelando tutti i particolari, persino dei legami profondi, che si rifanno a 70 anni prima e che hanno, in qualche modo, dei riscontri anche nel presente. Vengono ben analizzati personaggi come la nonna di Mitsuki, facendo ben comprendere il suo odio per la musica, la storia personale di Meroko, quella di Izumi (uno shinigami che appare solo nella seconda metà della storia), quella della principale rivale di Mitsuki e i rapporti interpersonali di Oshige e Wakaoji, due personaggi che sono un grandissimo supporto per la protagonista.
Il finale è bello, ma lascia l’amaro in bocca, sia che si tratti del manga che dell’anime.