26 gennaio 1951.
Nevada, Stati Uniti.
Il cadavere di una donna galleggia a pancia in giù in una piscina dell’Hot Rock Motel. Suicidio? Omicidio? Tragico incidente? Non è chiaro. Ma quel desolato angolo del Nevada è vicino al luogo dove tra qualche mese si svolgerà un importante test nucleare e forse le cose sono più complicate di quanto sembri a una prima occhiata.
Da questa accattivante premessa prende le mosse Emma Wrong, il nuovo graphic novel sceneggiato da Lorenzo Palloni (Mooned, Scary Allan Crow, La lupa, Terranera, Desolation Club) e disegnato da Laura Guglielmo (F*****g Sakura, Supergum!) che trasporta il lettore agli albori dell’era atomica, quando la seconda guerra mondiale era un ricordo ancora fresco e le tensioni con l’Unione Sovietica costringevano entrambe le superpotenze a dotarsi di armamenti nucleari sempre più devastanti. Eppure, non si tratta di una semplice spy story, né la ricostruzione del periodo storico vuole essere il fine ultimo della narrazione.
Una storia fatta di proiettili e cuori innamorati
22 gennaio 1951.
All’Hot Rock Hotel giunge la bella, conturbante e misteriosa Emma Wong (da notare che il titolo del graphic novel è proprio un gioco di parole tra il cognome Wong e la parola inglese wrong, “sbagliato”). Non si sa molto di lei, e nonostante una spiccata propensione a chiacchierare con qualsiasi altro cliente e membro del personale dell’hotel è anche molto riservata sul proprio passato. Ma una cosa appare subito chiara: Emma è alla ricerca di qualcuno.
Di primo acchito, Emma Wrong potrebbe sembrare la classica spy story americana, con una femme fatale al posto del solito James Bond e basta. Ed effettivamente il graphic novel gioca molto sui canoni del genere, deliziando il lettore con scene d’azione degne di un film di Bond oltre che con la prorompente sensualità della protagonista, ma man mano che la lettura prosegue si capisce che dietro le azioni di Emma Wong c’è ben altro: non vuole vendetta né salvare gli USA da una possibile minaccia, vuole solo ritrovare l’uomo amato a cui va dietro da ben quindici anni.
Il fulcro dell’opera sta proprio in questa storia d’amore sofferta e appassionante, dai contorni tragici, giocata soprattutto sull’assenza e sulla ricerca dell’altro, più che sull’effettivo incontro dei due amanti. L’amore di Emma per Michael Olderson, questo il nome del suo uomo, è dipinto come fonte di dolore e di affanni, tramite magistrali immersioni nei pensieri della donna, ma anche come ciò che le ha permesso di risollevarsi dopo una giovinezza all’insegna delle privazioni, degli abusi e delle violenze. Una descrizione ambigua del rapporto amoroso, così come ambiguo è il mondo che circonda Emma, in cui dietro chiunque potrebbe nascondersi l’amato Michael o addirittura una spia nemica.
Nell’America degli anni ’50
Come già scritto, Emma Wrong è ambientato in un periodo storico ben preciso, ossia il gennaio del 1951. Si tratta di un’epoca ricca di contraddizioni: gli USA hanno da poco sconfitto le potenze dell’Asse in nome della libertà ma si stanno imbarcando in una nuova, estenuante guerra fredda con l’Unione Sovietica, da combattere non più sul suolo europeo ma in scenari lontani come la Corea, oppure attraverso lo spionaggio; le bombe nucleari hanno dimostrato tutta la loro devastante potenza su Hiroshima e su Nagasaki, ma si continua a costruirne di ancora più potenti e distruttive; la nazione è più prospera e ricca che mai, ma persistono classismo e discriminazioni in base al sesso e all’etnia, le donne sono poco più che trofei da esibire o prede da sottomettere.
Da questo punto di vista, il lavoro di Palloni e Guglielmo riesce egregiamente a restituire le atmosfere di quegli anni, il senso di finta opulenza dietro cui si nascondono paure e paranoie, la minaccia costante dello spionaggio sovietico e le rigide convenzioni sociali a cui ogni individuo, uomo o donna, bianco o nero, ricco o povero deve sottostare. Ad esempio, trapelano senza troppi giri di parole gli atteggiamenti razzisti nei confronti di neri e asiatici, oppure l’arroganza e la sfacciataggine con cui gli uomini si rivolgono alle donne, specie se belle e invitanti, pensando di poter sempre fare i loro porci comodi.
Emma è colei che si ribella allo status quo. Dopo aver sperimentato sulla propria pelle l’essenza più profonda del razzismo e del sessismo, venendo persino venduta dal proprio padre a un uomo che ne ha fatto la propria schiava sessuale per lungo tempo, la donna ha preso le redini della propria vita e sfida le convenzioni della propria epoca, mostrandosi fiera e decisa senza per questo rinunciare alla propria femminilità e soprattutto alla propria emotività.
L’arte di Emma Wrong
Fin qui si è parlato dei contenuti, ma in un fumetto conta anche la componente estetica ed Emma Wrong non delude nemmeno sotto questo punto di vista.
Laura Guglielmo opta per uno stile che richiama molto all’iconografia vintage degli anni ’50 e ai classici delle spy stories: così sembra di essere catapultati direttamente nell’arte di quegli anni, mentre della protagonista Emma si riesce a rendere appieno tutta la sensualità e la femminilità con un’eleganza e una sobrietà invidiabili.
Ma la scelta stilistica più particolare, e insieme più azzeccata, è quella relativa ai colori: si gioca molto sul contrasto fra tonalità fredde e calde, fra il rosso e l’arancione delle sabbie del Nevada o delle esplosioni atomiche e il verde e il blu della carnagione e delle ombre, con un effetto sulle prime straniante, quasi anti-realistico, che però riesce a dare al graphic novel una sua precisa fisionomia artistica. Senza contare che è piuttosto gradevole da vedere e da seguire.