Benvenut* alla recensione del manhwa di Mercenary Enrollment! Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
Mercenary Enrollment, conosciuto anche come 입학용병, è un web comic nato nel novembre del 2020, creato da YC con i disegni di Rakhyun. Prevalentemente una serie d’azione, contiene molti elementi drammatici all’interno di un contesto scolastico, con la classica alternanza tra serietà e leggerezza. Il manhwa è disponibile sulla piattaforma Naver.
La trama di Mercenary Enrollment
Yu Ijin è l’unico sopravvissuto di un incidente aereo avvenuto quando aveva nove anni, in cui ha perso entrambi i genitori. Da quel momento è sopravvissuto diventando un bambino soldato e in seguito un mercenario, utilizzato per diverse missioni ad alto rischio in tutto il mondo.
Dieci anni dopo, Ijin si imbatte in un contingente coreano e riesce a tornare in patria, da suo nonno e sua sorella.
Ha inizio così una nuova vita, quella di un normale ragazzo che frequenta le scuole superiori.
O almeno così sperava. Anche in un Paese senza guerre bisogna combattere per una vita tranquilla. Soprattutto quando viene messa in pericolo la sicurezza della sua famiglia.
Struttura dell’opera
Mercenary Enrollment è una serie molto giovane, al momento della stesura della recensione è uscita una ventina di capitoli, ma sono sufficienti a comprendere il tono del manhwa.
Dopo un prologo che ci presenta il background militare del protagonista e il motivo per cui viene strappato dal campo di battaglia e riportato a casa, Ijin si tuffa subito nell’ambiente scolastico. Per lui è un territorio sconosciuto, spesso ostile, a giudicare da quello che succede fin dall’inizio.
Il primo arco narrativo è una tipica storia di vendetta. Quando viene minacciata la famiglia, l’unica cosa che conta per il ragazzo, comincia una vera e propria guerra tra i banchi di scuola. Ijin ovviamente ne uscirà vittorioso, non senza lasciare dietro di sé una scia di distruzione. Metaforica, come piace molto agli orientali, con la reputazione dei bulli messa alla berlina, ma anche concreta, con diverse ossa rotte e molti punti di sutura.
Una volta assicurata la pace nel suo territorio (la scuola), è tempo di espandere un po’ la propria influenza. O meglio, guai sempre più grandi costringono il ragazzo a sporcarsi le mani, sempre rimanendo dalla parte della giustizia.
I dieci anni del passato del protagonista rimangono un mistero, anche se qui e lì vengono lasciati alcuni indizi, sicuramente in attesa di esplorazione.
In pochi capitoli il ragazzo è riuscito ad assicurarsi contatti di alto livello nel settore della finanza e della malavita. Dove riuscirà ad arrivare probabilmente dipenderà dal successo della serie e da quanti capitoli avrà a disposizione l’autore.
Analisi
La prima cosa che viene in mente leggendo i primi due capitoli di Mercenary Enrollment è di essere di fronte a un Full Metal Panic spogliato da ogni aspetto assimilabile alla commedia. Se Sosuke Sagara è uno studente mercenario molto serio, ma in modo macchiettistico, Ijin è tremendamente serio, segnato dalla vita e desideroso di vivere un’esistenza tranquilla.
In questo senso possiamo togliere di mezzo anche il secondo riferimento principale che viene in mente durante la lettura, ovvero John Wick.
Proprio come l’ex assassino che torna in attività dopo la morte del cane, Ijin si trova costretto ad agire, nonostante tutte le raccomandazioni di non farsi notare troppo per non causare problemi, per il bene della sorella.
Questa serie riprende una delle tendenze accomunabili al genere isekai, in cui qualcuno, per un motivo o per un altro, si trova in un contesto diverso da quello a cui era abituato, in condizioni sorprendentemente facili. In questo caso non c’è nessun viaggio dimensionale o reincarnazione, ma abbiamo un militare consumato che si trova in una normalissima scuola.
Il contesto è sicuramente famigliare a qualunque appassionato di manhwa: una Corea del Sud in cui lo status sociale determina influenza e immunità, con i figli dei potenti che possono permettersi di fare qualunque cosa senza essere puniti. A spezzare questo ciclo ci penserà il protagonista, con la sua forza bruta.
Uno degli elementi migliori è rappresentato dall’ambiente famigliare, particolarmente importante per Ijin e ottimamente sviluppato. Nonno e sorella sono brave persone, che cercano di vivere un’esistenza tranquilla nonostante le difficoltà. Un contesto perfetto per guarire i traumi di una vita passata a combattere.
Comprensibile quindi che quando questa tranquillità viene messa in pericolo, si debba combattere.
Il ritmo dell’azione cala leggermente dopo il primo arco, probabilmente in attesa di una nuova accelerazione. Un ottimo lavoro è svolto dai disegni, che impreziosiscono le scene d’azione ma espongono nel migliore dei modi anche i momenti più tranquilli.
E’ forse presto per valutare l’andamento a lungo termine di questa serie, ma ci sono tutte le premesse perché mantenga inalterate queste caratteristiche.
Una serie diversa dalle altre, per chi è meno appassionato di ambientazioni magiche e più focalizzato su un maggiore realismo e uso della violenza, per uno scopo positivo.