A distanza di 7 anni, con colpevole ritardo quindi rispetto all’uscita originale, The Last of Us Il Sogno Americano arriva nel Bel Paese grazie a Editoriale Cosmo, diventando quindi fruibile anche a chi non è pratico con l’inglese o non è riuscito a recuperare i 4 volumi che compongono la miniserie.
Si tratta, come facilmente intuibile, di un vero e proprio prequel di The Last of Us, famosissimo franchise videoludico creato da Naughty Dog, il cui secondo capitolo è in uscita proprio in questi giorni.
Avendo ricevuto da Cosmo, che ringraziamo, una copia digitale, in questa recensione mi concentrerò sulla storia, non potendo giudicare il volume fisico.
Tornando indietro al 2013, se avessimo aperto qualsiasi sito o rivista che parlasse dei migliori videogame dell’anno, in cima alla classifica avremmo trovato senza alcuna sorpresa proprio The Last of US: con la sua storia mozzafiato, il rapporto speciale tra Ellie e Joel, una realizzazione tecnica di alto livello e personaggi moralmente ambigui, è difficile trovare un titolo nel recente passato che sia rimasto impresso tanto quanto l’ultimo grande videogioco per PlayStation 3.
Tuttavia, se potevamo trovare una piccolissima pecca nel capolavoro di Naughty Dog, è quella di non essere riuscito ad approfondire a dovere la figura di Ellie; per colmare questo “vuoto” Naughty Dog unì le proprie forze con il publisher Dark Horse Comics per produrre la miniserie in 4 uscite pubblicata ora da Cosmo.
All’epoca fu quasi un azzardo fare uscire la serie ad aprile, più di due mesi prima dell’uscita del gioco; non era possibile prevedere se e quanto avrebbe venduto, eppure la prima edizione si esaurì rapidamente, affrettando i tempi della ristampa in trade paperback, del tutto analoga a quella che arriva oggi in Italia.
La trama di The Last of Us
La storia di questo prequel ruota intorno ad Ellie e alla sua vita prima di incontrare Joel, che nella mini non compare. Troviamo la ragazzina scaricata senza tanti complimenti davanti l’accademia militare, dove in men che non si dica scatena una rissa con alcuni compagni, solo per essere salvata da una ragazza più grande, Riley.
Il resto della storia segue le due ragazze in fuga dall’accademia, con Riley che fa da guida ad una Ellie dapprima un po’ dubbiosa sull’allontanarsi, ma che finisce per farsi coinvolgere arrivando a scoprire qualcosa in più sul proprio passato.
The Last of Us: Il Sogno Americano è una lettura molto veloce, di un centinaio di pagine. Il nocciolo della storia avviene in quelle che potrebbero essere un paio d’ore, contribuendo a dare un ritmo sincopato alla narrazione.
Lo stile di Faith Erin Hicks, un po’ sporco, è perfetto per una storia in cui ci troviamo davanti una Ellie un po’ più vulnerabile, meno indipendente e più giovane di quella che abbiamo visto nel videogioco.
E’ già un personaggio forte, rissoso e con un dossier pieno di infrazioni ma mantiene ancora un po’ di innocenza, destinata a sparire in poco tempo.
Nello scrivere il soggetto del fumetto, Neil Druckmann, vicepresidente di Naughty Dog e responsabile anche del videogame, è riuscito ad introdurre alcuni personaggi che compaiono nel gioco pur senza anticipare nulla di quanto i giocatori si troveranno davanti.
Nulla di quanto avviene nel fumetto spoilera parti del gioco, anche quando ci troviamo davanti a personaggi importanti.
Tuttavia, il mondo di Sogno Americano è quello di The Last of US: ci sono gli Infetti, scopriamo le Lucciole e vediamo le rovine di quella parte della città che circonda la scuola di Ellie.
Gli Infetti vengono eliminati senza troppi rimorsi, anche se capiamo come Ellie non sia abituata a vedere da vicino scontri così violenti, almeno non ancora.
Anche in questo mondo oscuro, con poche possibilità di sopravvivenza, Riley ha un sogno che condivide con Ellie. Così le due ragazze costruiscono una rapida, e complicata, amicizia.
Come detto in apertura, oltre a costituire una piacevole aggiunta al gioco, Sogno Americano cerca di spiegarci chi era Ellie prima di incontrare Joel. Con così poco spazio a disposizione, sviluppare ancora più a fondo il personaggio era difficile, ma anche così possiamo farci un’idea di cosa ha reso Ellie così importante nel gioco.