Introduzione
Black Hammer è una serie di fumetti pubblicata negli Stati Uniti dalla casa editrice Dark Horse Comics, mentre in Italia è pubblicata dalla Bao Publishing. Iniziata nel 2016, è ancora in corso.
La serie è realizzata da due persone: Jeff Lemire che ha il ruolo di scrivere la storia e Deam Ormston che ha il compito di realizzare i disegni in base alla storia.
La trama narra di 6 supereroi che vivono in un mondo simile a quello che hanno abbandonato, ma allo stesso tempo sconosciuto. I sei supereroi, dopo aver affrontato un nemico così potente da essere definito l’Anti-dio, si sono ritrovati in questa realtà parallela, dove il tempo non scorre né per loro, né per chi ci vive. I ragazzi hanno i loro superpoteri intatti, tuttavia non riescono a fuggire da questa realtà.
I primi due volumi: trama e struttura
Nel primo volume si ha l’introduzione alla storia; tutto inizia nella fattoria Black Hammer Farm, situata nell’omonimo villaggio di Black Hammer, dove quello che sembra un normale fattore cura la sua tenuta. In realtà non si tratta di una situazione normale, ed è possibile accorgersene dal fatto che gli altri residenti sono o esseri dall’aspetto mostruoso, o esseri in grado di volare.
Nel primo volume si hanno continui sbalzi temporali tra il presente, nella fattoria e nel villaggio, e il passato, dove i personaggi erano supereroi. I capitoli sono strutturati in modo tale da far vedere sia la loro situazione passata, incluso le varie dinamiche che hanno portato delle persone completamente normali a diventare dei supereroi. Filo conduttore che rimane e che li ancora alla realtà, per quanto possa essere appena accennato, è la ragazza dell’unico eroe definitivamente scomparso, Black Hammer, che dà sia il nome alla fattoria della realtà parallela.
Nel secondo volume, abbiamo un colpo di scena (anticipato già nel tomo precedente): l’inserimento nel mondo fasullo di un nuovo personaggio legato a Black Hammer. Come svolgimento della trama si ha ben poco, ma vengono forniti numerosi e interessanti spunti sul passato dei vari personaggi.
Carina è la presenza, alla fine del volume, di numerose immagini (o, nel caso del primo, di una specie di intervista introspettiva dell’autore del fumetto) che mostrano alcuni studi preparatori sugli ambienti.
Impressioni personali
Questi primi due volumi evidenziano il chiaro tributo con il quale l’autore ha voluto omaggiare il genere fumettistico dei supereroi.
Black Hammer è un chiarissimo riferimento a Thor, dio della mitologia norrena e largamente trattato da un’altra grande casa editrice. Gail è una specie di Shazam (che si trasforma usando la parola Zafram, nome del mago che le ha concesso i poteri), e che, al contrario del personaggio della DC, rende una donna adulta una bambina, mentre il colonnello ricorda vagamente uno dei personaggi degli X-men.
L’ambientazione iniziale è un chiaro riferimento al mondo di Superman, dato che ricorda la fattoria di Smallville dove il supereroe ha trascorso la sua infanzia e parte della sua giovinezza, costituendo al tempo stesso un omaggio alla golden age dei comics.
In quest’opera risulta essere evidente il decostruzionismo del supereroe, concetto avviato già negli anni ottanta dal celeberrimo Watchmen di Alan Moore.
Lo stile grafico è decisamente diverso da quello tipico del genere supereroistico. La scelta, anche in questo caso, è voluta ed è un ulteriore modo con cui gli autori sottolineano il fatto che l’opera sia un tributo al genere. L’uso di stilemi tipici dei fumetti delle major avrebbe dato all’opera il sapore di una semplice copia annacquata di personaggi ormai storici.
Per quanto riguarda i personaggi, ci sono alcune scene e alcune caratterizzazioni che non risultano ottimali per il personaggio. L’esempio più eclatante lo si ha con Gail (la Superwoman bambina, o, come viene chiamata nel fumetto, la fidanzatina d’america): in una scena in cui la città viene attaccata da un nemico e lei, nonostante lo definisca la sua arcinemesi, si ritrova a pensare “Oh no, cosa penserebbe il ragazzo che mi piace se adesso mi trasformo in una bambina?”. Se da una parte si evidenzia il lato umano che si cela sotto la maschera dell’eroina, dall’altro fa sembrare più stupido un personaggio che si può solo apprezzare nel resto della narrazione.
Un altro elemento che salta agli occhi per essere particolarmente innovativo è il fatto che i supereroi siano bloccati in un mondo parallelo e che per dieci anni abbiano cercato delle soluzioni per tornare a casa, ma senza risultato.
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