Celebriamo oggi il primo giorno della proiezione del film Promare con la nostra recensione! Se non siete andati ancora a vederlo, vi ricordiamo che verrà proiettato nelle sale cinematografiche italiane il 3, 4 e 5 febbraio. Inoltre, se avete voglia di vederlo, qui vi diamo il coupon che potete usare per ottenere degli sconti al cinema.
In Giappone, il film è stato fin da subito sottoposto agli occhi della critica, in quanto si tratta della seconda opera creata dall’unione della genialità del regista Hiroyuki Imaishi e dallo sceneggiatore Kazuki Nakashima, che avevano già lavorato insieme per serie come Sfondamento dei cieli Gurren Laggan e Kill la kill.
La trama
In un mondo apparentemente normale, un giorno, all’improvviso, le persone iniziano a prendere fuoco. Non si tratta (come in fire force) di un fuoco per loro letale, ma in grado di ferire gli altri. Passano trent’anni da quando, per la prima volta, questi esseri, chiamati Burnish sono ancora sulla Terra. Tuttavia, a combattere coloro che si uniscono ai Mad Burnish (ovvero una gang dei Burnish, che appiccano gli incendi in maniera apparentemente indiscriminata), c’è una squadra speciale di pompieri, la Burning Rescue. Ma non tutto è così come sembra, e prima o poi, anche Galo Thymos, il principale protagonista del film, sarà costretto a scoprirlo.
La grafica
Iniziamo ad analizzare il film parlando della grafica: diciamo che è uno stile che risulta essere un po’ difficile da apprezzare. Iniziamo parlando con l’elemento più importante del film, ovvero le fiamme.
Com’è possibile evincere da queste due immagini esempio, le fiamme non sono affatto ben disegnate, e alcune di loro sembrano tutto fuorché che fiamme. All’inizio, è persino difficile capire che cosa si stia vedendo, dato che anche i colori sono totalmente sballati rispetto alle fiamme tradizionali.
Adesso, passiamo ad un’altra nota dolente: i personaggi. E iniziamo proprio dal protagonista principale, ovvero Galo.
Questo baldo giovane vi ricorda qualcuno? A me si, ricorda esteticamente lui, l’unico e inimitabile Kamina dell’anime Gurren Laggan. Per chi si stesse domando chi sia costui, ecco a voi una foto di Kamina nei suoi momenti migliori.
Il personaggio non solo ha un aspetto decisamente simile, ma ha anche la stessa identica personalità. Domanda spoiler per chi non ha visto l’anime: possibile che i due registi si siano pentiti tanto della sua morte da averlo voluto celebrare in questo nuovo film, seppur con un’acconciatura che Federico Fashion Style spostati proprio?
Passiamo al secondo personaggio protagonista, il burnish Lio Fotia, un ragazzo dotato di un cervello che usa decisamente molti di più di quello di Galo.
Questo bel giovine non vi ricorda qualcuno? A me sì: ricorda decisamente la versione cotonata di Yuri Plisetsky di Yuri!!! on Ice. Se volete fare un paragona, di seguito l’immagine. Almeno in questo caso, Yuri e Lio non hanno nient’altro in comune, se non l’aspetto fisico.
Altri elementi molto simili sono il capo dei pompieri, che per i suoi modi di fare mi ricorda parecchio Boden di Chicago Fire. C’è anche una delle colleghe di Galo, Aina Arbebit, che ricorda vagamente il ruolo di Yoko di Gurren Laggan (solo che, per la sfortuna dei giovanotti, ha decisamente molti più vestiti addosso).
Le scene di combattimento, invece, sono ben disegnate, e come in Gurren Laggan, si tratta principalmente di scene di combattimento tra robot, con all’interno un uomo.
Considerazioni personali: tra trashata ed epicità
Sinceramente, ho iniziato a vedere questo film senza troppe aspettative. Non sono amante dei film incasinati, quindi, il fatto che la situazione non sia stata spiegata chiaramente sin dall’inizio mi ha dato un po’ fastidio. L’altra cosa che non mi è piaciuta tantissimo, ma anche in questo caso si tratta di gusti personali, è la grafica priva di contorni ben definiti, che a volte faceva sembrare l’immagine un insieme di colori. Ho apprezzato invece l’animazione 3D, con scene che sono davvero niente male.
L’altra cosa da commentare è la trama e i messaggi che sono nascosti nel film. Come trama, ci sono un sacco di cliché narrativi, colpi di scena che non sono colpi di scena, le cose non sono come sembrano e cose del genere. D’altro canto, però, devo ammettere che il film ha dei messaggi nascosti che non sono niente male, anzi, io li ho trovati estremamente contemporanei e onestamente che spingono a far riflettere. Si tratta di messaggi che riguardano l’accettazione di colui che è diverso e l’integrazione di un estraneo.