Oggi giorno gli shounen non danno più l’impatto di una volta. È vero, ci sono pur sempre personaggi carismatici, situazioni incredibili, mondi affascinanti e combattimenti emozionanti, ma, per quanto differenti dai temi dell’opera, ci sono sempre gli ormai consolidati temi di coraggio, amicizia, amore e la cosa più odiosa: la cosiddetta “plot armor“, ovvero il fatto che un personaggio, per via del suo ruolo, sopravviva a qualunque situazione, ma “Akame ga Kill!” E’ diverso.
È sì uno shounen, ma prende i classici elementi e li butta via, proponendo qualcosa di diverso. I personaggi carismatici rimangono, i duelli spettacolari anche, le situazioni anormali sono presenti, ma qualcosa cambia; l’ambientazione esteticamente rimane affascinante ma esplorata dall’interno rivela la sua diabolica natura, e, soprattutto, l’elemento che ha posto l’opera al centro dell’attenzione e che lo rende un fantasy, o per meglio dire dark-fantasy, diverso dagli altri:
La morte è sempre dietro l’angolo e può coinvolgere chiunque, perfino gli eroi.
LA TRAMA
La parola assassinio è la chiave del gruppo. Il loro unico obiettivo è quello di ripulire l’Impero da ogni male, che sia un fanatico religioso, o un governante corrotto, e, quale modo migliore di farlo se non sfruttando le speciali armi imperiali chiamate Teigu? I teigu sono un grande punto di forza di Akame Ga kill che hanno reso gli scontri dinamici e ogni personaggio unico. Esistono vari tipi di teigu che furono creati all’inizio dell’impero dalle “specie pericolose” che vivevano attorno alla capitale, quindi, tanto più era pericolosa la specie tanto più potente sarebbe stato il suo teigu.
Nonostante la storia abbia sicuramente come punto di vista principale quello di Tatsumi, Akame Ga Kill non ha un vero protagonista. Tramite i suoi occhi scopriamo un mondo che si rivela radicalmente diverso da come appare. La sua insofferenza per le crudeltà perpetrate da esercito e governatori ci portano a unirci ai ribelli e a trovare, con loro, una possibile soluzione. Proprio tra i Night Raid, insieme a Tatsumi, incontriamo Akame, l’abilissima assassina da cui è tratto il titolo, che significa letteralmente Akame Uccide.
AKAME
Akame è una leggenda, tanto tra i ribelli quanto tra le truppe imperiali che li combattono. Grazie al suo Teigu, Murasame, è in grado di uccidere qualunque essere vivente con un solo taglietto. La sua grande padronanza delle tecniche di combattimento, unita allo straordinario potere del suo Teigu, la rende un’ avversaria dalle capacità estreme. Ad Akame toccano gli scontri più difficili anche se tutti i personaggi principali di questo manga sono protagonisti di battaglie davvero spettacolari.
Il personaggio di Akame però non si ferma a essere solo un’incredibile assassina e un’esperta guerriera. Nel corso della storia impareremo a conoscerla approfondendo i suoi legami con la sorella Kurome e con gli altri membri dei Night Raid, in particolar modo Tatsumi e Leone. Riusciamo così a conoscere anche i suoi sentimenti, il suo modo di pensare e il suo profondo odio verso l’impero. Akame a causa del suo addestramento ha spesso sentimenti contrastanti tra il dare la priorità alla missione o ai suoi compagni, ma alla fine riesce sempre a mettere da parte le proprie emozioni per portare a termine il lavoro. Per farlo usa una parola che usava mentre si addestrava per far sparire ogni forma di pietà ed esitazione: eliminare!
Akame e Tatsumi sono i protagonisti, ma non gli unici personaggi. L’opera si presenta per gran parte della sua durata come corale. Ogni membro dei Night Raid ha il giusto spazio ed è protagonista di grandi imprese insieme al proprio Teigu. Le armi rispecchiano bene le personalità di ciascuno e si adattano perfettamente al carattere e allo stile di combattimento del proprietario.
ESDEATH E GLI JAEGERS
Diametralmente opposti ai Night Raid troviamo gli Jaegers, la squadra formata dall’Impero per contrastare i ribelli. Ogni membro possiede un Teigu eccezionale che lo rende un avversario davvero terribile da affrontare in battaglia. La cosa che ho trovato più appassionante è che il nemico non si limita a un personaggio ma all’intero sistema. L’Impero è uno Stato millenario ma ormai in declino, dominato completamente da corruzione e crudeltà. Campione di questi vizi è il primo ministro Honest, che non avrebbe alcuno scrupolo a sacrificare il Paese intero pur di ottenere ciò che vuole. È un personaggio che fa davvero venire i brividi, in lui troviamo la rappresentazione di ogni possibile difetto umano.
Non ha un solo aspetto positivo, se non l’abilità di avere il completo controllo sull’Imperatore. Un altro grande pregio di questo manga è che il lato dei cattivi è costellato da molte psicologie diverse. Dopo il Ministro, negli stessi Jaegers troviamo personaggi che, pur schierati dalla parte “sbagliata”, non possono essere considerati malvagi. Tra di loro c’è infatti chi è pienamente consapevole dei difetti dell’Impero e lotta per cambiare la situazione dall’interno, ma anche chi è convinto che servire il governo legittimo sia semplicemente la cosa giusta da fare. Alcuni di loro subiscono una forte evoluzione nel corso della storia, che li porta a rivedere radicalmente le proprie scelte di vita.
Come tutti ben sappiamo ogni gruppo ha bisogno di un comandante, e, ora, voglio dare spazio alla bestia da guerra dell’impero non ché comandante degli Jaegers.
Il gruppo è infatti comandato dal personaggio più forte dell’intera serie, in grado di superare anche Akame sul campo di battaglia, il generale Esdeath.
Si tratta infatti di un’antagonista fortemente caratterizzata in senso negativo, al limite della pazzia, ma che, più che allo stereotipo del cattivo, può essere accostata a un profilo da serial killer. Eppure, nonostante la sua mente sia la più sadica e psicologicamente violenta, si dimostra molto legata ai suoi soldati e instaura con loro uno stretto legame di fiducia. L’unico difetto di scrittura che ho trovato è stato un suo power-up nell’ultimo volume dell’opera che acquisisce in perfetto stile shōnen.
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