Avevo già segnalato l’opera Killing Stalking in uno dei primi articoli della Rubrica Akumanga e come promesso ecco a voi la recensione.
Ricordiamo prima di tutto che Killing Stalking è un webtoon scritto e disegnato da Koogi e pubblicato per la prima volta al mondo dalla J-Pop, riuscendo a raggiungere il successo in pochissimo tempo. Stiamo parlando di un thriller psicologico con elementi splatter affiancandosi al genere yaoi. La trama è incentrata su due personaggi: Bum Yoon è un giovane soggetto borderline e con disturbi a livello di stalker, Sangwoo Oh invece si rivelerà un serial killer spietato, un sociopatico che nasconde la sua follia dietro alla maschera di bravo ragazzo. Bum ha conosciuto Sangwoo durante la leva militare, quest’ultimo ha salvato il protagonista da un’aggressione e da quel momento Bum si è invaghito di lui, tanto da cominciare a stalkerarlo. E’ proprio in una di queste occasioni in cui riesce a intrufolarsi in casa sua che scoprirà la vera identità di Sangwoo e da quel momento comincerà il vero incubo, non solo per il protagonista ma anche per il lettore.
Bum verrà imprigionato, gli verranno rotte entrambe le gambe e torturato per alcuni giorni, passando dall’essere stalker a una vittima in mano del suo aguzzino. La natura di Sangwoo lo porta a compiere azioni violente e mostruose nei suoi confronti, ma nonostante ciò… Bum non nega il suo amore per lui o che forse… crede di provare?
Ciò che sorprende di più di Killing Stalking è forse l’imprevedibilità. Ci sono alcune occasioni in cui non si capisce cosa stia accadendo, cos’è reale e cosa no, visto che Bum sarà anche soggetto ad orribili allucinazioni. Avendo a che fare con due sociopatici capire cosa aspettarsi nelle pagine successive è un po’ come giocare alla roulette russa, tanto che certe situazioni che si presenteranno saranno a dir poco surreali e raccapriccianti. Molti si sono anche soffermati sul fatto che fosse un opera con sfacettature yaoi, però credo sia errato considerarlo solo su questo aspetto, anzi molti hanno detto persino che ha “sdoganato” il genere, ma non trovo del tutto corretto questo termine. Diciamo che forse, Killing Stalking, riprende qualche regola dello yaoi e chiunque sa di cosa stiamo parlando potrà ben comprendere la cosa, ovvero, la relazione tra due persone di sesso maschile, ma nella trama vi è molto di più. Stiamo parlando di una relazione malata, di un amore perverso, violento e azzarderei pure della Sindrome di Stoccolma: Bum instaura una sorta di legame con il proprio aguzzino. I disegni, i personaggi sono ben caratterizzati e in alcune scene è impossibile non provare un senso di inquietudine e disorientamento, l’intreccio psicologico che è il fulcro di tutta la storia è il punto cardine di tutto.
Ho potuto vedere pareri di lettori che non sono riusciti a continuare dopo il primo volume, a detta loro “a causa dei contenuti troppo violenti e psicologicamente disturbanti”. Sarà che sono abituata a certi contenuti o che forse sono mentalmente disturbata, ma questi commenti mi sono sembrati un po’ esagerati. Certo, lo sconsiglierei sicuramente a chi è un soggetto altamente sensibile e non sopporta alcun genere di violenza. Personalmente ho divorato la prima stagione di quattro volumi alla velocità della luce e non vedo l’ora di leggere la seconda stagione.
Sì, Killing Stalking è macabro, disturbante, inquietante, perverso… molto… PERVERSO. Dunque, consiglierei la lettura solo per chi maneggia il genere e non viene infastidito da contenuti yaoi.