Salve iCrewers, bentornati sulle pagine della rubrica Otakult. Oggi, per saziare la vostra fame di anime, sono qui a proporvi un titolo che a distanza di ben 20 anni ancora scatena forti emozioni tra i fans: Cowboy Bebop.
Torniamo indietro nel lontano 1999. Sull’emittente televisiva MTV andava in onda la tanto amata Anime Night, che portava nelle vite dei giovani italiani un vento di novità, misto alla possibilità di scoprire quel grandioso modo di fare animazione che hanno solo nel Sol Levante.
Durante questo appuntamento sono arrivati in Italia titoli come Yu Yu Hakusho, Trigun, Neon Genesis Evangelion, Fullmetal Alchemist e altri. Uno dei primi che comparì sugli schermi italiani fu appunto Cowboy Bebop. Iniziò così, sulle note di una sinuosa canzone Jazz, che componeva la sigla d’apertura. Il sipario si aprì sulle vicende del Bebop e del suo equipaggio, e mai la vita fu più la stessa.
TRAMA
La trama verte su un futuro distopico, in cui l’umanità ha abbandonato la Terra, ormai in rovina, cercando altri pianeti su cui stabilirsi. Centro di tutto è Marte, anche sede della Red Dragon, un’organizzazione criminale interplanetaria, che limita l’autorità della polizia grazie alla sua influenza. Per questo, viene istituito un sistema di taglie simile a quello del vecchio West. I cacciatori di taglie vengono chiamati, appunto, Cowboys.
L’EQUIPAGGIO
La storia vede appunto le vicende che si sviluppano sul Bebop, una navicella su cui viaggia il più sgangherato gruppo di Cowboys del sistema solare. L’equipaggio è composto da Spike, il protagonista principale, un uomo misterioso quanto indifferente a tutto ciò che gli capita. Poi c’è Jet Black, un ex poliziotto dell’Inter Solar System Police (ISSP), proprietario del Bebop. Faye Valentine, una seducente giovane donna senza memoria del suo passato, ed infine Ed, che a dispetto della giovane età è un’hacker abilissima. Li accompagna Ein, un cane che pare essere in grado di pensare come gli esseri umani, anche se nessuno dell’equipaggio sembra accorgersene a eccezione di Ed.
CHARACTER DESIGN
Il gruppo di Cowboys viaggerà per il sistema solare a bordo del Bebop, per sopravvivere e sfuggire ai loro demoni. La caratterizzazione dei personaggi è tra le migliori in assoluto nel panorama dell’animazione nipponica, e prende in esame ognuno di loro separatamente, analizzando di volta in volta il loro 00conflitto interiore.
Essi appaiono rassegnati, privi di volontà di cambiare loro stessi e ormai destinati a non redimersi. La serie penetra a fondo nel loro passato, analizzando temi come la solitudine, l’amore, il senso del dovere, l’abbandono e l’influenza del passato. Attraverseremo ambientazioni noir, che ricordano a tratti i vecchi film sui gangsters, paesaggi desolati, fino a passare allo steampunk, arrivando al post apocalittico e al futuristico. Il tutto sulle stravaganti e malinconiche note Jazz che contraddistinguono la grandiosa colonna sonora dell’opera.
Il mio consiglio è senza dubbio di guardare quest’opera e di godersela appieno, senza pensare ad altro. Perché sicuramente, queste note di malinconia non possono mancare nelle vostre vite, ed un volta entrate, sappiate che non se ne andranno più.
Ma guarda, io ho avuto migliaia di discussioni su questa serie, l’ho studiata, vista e analizzata per anni.
Tutti quelli con cui ne ho parlato nel corso degli anni mi ripetono come un mantra che la seri è l’apice dell’animazione giapponese e i punti forti sono la caratterizzazione perfetta e il senso di rimpianto e malinconia per il passato.
Ma io proprio non ce la faccio, ci noto troppe imperfezioni o.o
Alla lontana si percepiscono queste cose ma non mi hanno lasciato minimamente niente, ho vissuto questi stessi sentimenti molto di più con serie come Lupin, CityHunter o anche Black Lagoon e Trigun.
Sono strano io a questo punto XD
Ma nooo quale strano 😎 alla fine come ogni cosa, è solo una questione di gusti 😎