Il tema delle macchine ribelli non è certo fra i temi più originali, oggigiorno. La letteratura, come il cinema, le series, i videogames, manga ed anime hanno già trattato ampiamente l’argomento dei robot che cercano di sovvertire l’ordine imposto loro dagli umani. Ed è proprio a causa della vastità della produzione che la fantascienza ha raggiunto su questo topic che sorprende trovare un fumetto, quale è Descender, capace di ripresentare l’argomento fornendo una nuova chiave di lettura. Grazie ai volumi che BAO Publishing ha messo a disposizione di iCrewPlay, possiamo presentarvi l’opera più nel dettaglio!
Il contesto
In un’epoca futura, molto lontana dal nostro presente, l’umanità ha già scoperto, da tempo, che, nell’universo, esistono altre forme di vita. Inoltre, fra tutte le razze, vigono pace e stabilità garantite dal CGU (Consiglio Galattico Unito), con sede sul pianeta Niyrata, ove sorgono le nove ambasciate rappresentanti altrettanti pianeti nucleo e le razze che li abitano.
Senza un apparente motivo, però, nell’orbita di ogni pianeta facente parte del CGU, appaiono dei giganteschi robot che decimano le rispettive popolazioni. In seguito a tale catastrofe, causata dai “mietitori” (così ribattezzati dai superstiti), ha inizio una forte repressione di tutti i robot, ritenuti responsabili dell’accaduto.
I personaggi
Descender è ciò che si può definire fumetto corale. Jeff Lemire, autore dei testi, non ha riservato un ruolo particolarmente privilegiato ad uno dei personaggi che popolano il fumetto. In Descender, ogni personaggio ed ogni sua decisione, avranno una rilevanza tale da cambiare drasticamente il corso della storia. A questo punto, dire che non c’è un vero protagonista equivale a dire che ci sono più “veri protagonisti”. Questo genere di scrittura, generalmente, espone l’autore ad un numero maggiore di difficoltà. Egli si troverà, infatti, a creare dei personaggi che avranno l’obbligo di essere altrettanto interessanti come caratteri, che abbiano un background ed obiettivi interessanti e, soprattutto, che abbiano un’incidenza decisiva (e non pretestuosa) sulla narrazione. Ne consegue una trama complessa ed intricata o, nel caso in cui gli ingredienti non fossero ben dosati, un’occasione sprecata. Fortunatamente per Descender (e per noi che l’abbiamo letto), la ricetta è stata eseguita a dovere.
Sfogliando le pagine, si seguiranno le vicende di Tim-21 (in copertina), un robot da compagnia scampato per puro caso alla repressione, di Telsa, una donna soldato, figlia del presidente del CGU, che deve convivere con la personalità ingombrante del padre, di Andy, l’umano cui Tim-21 faceva da “fratello”, poi diventato rottamatore (cacciatore di taglie robot), del dottor Quon, creatore dei robot più avanzati creati sino all’inizio della repressione (tra cui, la serie Tim) e di Trivella, un vecchio robot minatore con un grosso peso sulla “coscienza”. A questi, si affiancano, nel corso della storia, altri personaggi, tutt’altro che piatti, sia tra le file degli amici che tra quelle dei nemici.
Lo stile
Lo stile dei disegni, realizzati da Dustin Nguyen, è simile ad un acquerello. I contorni delle figure, non eccessivamente definiti, sono riempiti, lungo la totalità dei sei volumi, da colori che diventano tanto più vividi quanto più il pennello li abbia ricalcati o si sia asciugato (come tipico dell’acquerello). L’effetto finale è sicuramente unico e produce, allo stesso tempo, pagine “opera d’arte” e pagine un po’ confuse. Per riassumere, la grandezza del disegno e la sua efficacia artistica hanno un rapporto di proporzionalità diretta. Per contro, più i disegni son piccoli, come nel caso delle pagine con più vignette, e più cresce la probabilità che siano confusi. A conti fatti, l’ago della bilancia punta di più sulla buona riuscita stilistica dell’opera che su delle pecche, in definitiva, trascurabili.
Meno trascurabile, invece, è la peculiarità dei fumetti. I contenitori del testo e dei dialoghi, infatti, hanno caratteristiche estetiche variabili sulla base, ad esempio, del personaggio che parla. Si va, quindi, dai classici fumetti in bianco e nero a rettangolini blu con uno stile più cyber che sottolineano che a parlare è una voce meccanica e poi, ancora, a dei rettangoli viola che indicano i luoghi in cui si svolge l’azione, nel passaggio del focus da un personaggio ad un altro. Lo stesso trattamento è riservato al font. Di per sè, non è tanto criticabile la scelta di differenziare i fumetti tra loro quanto il senso estetico che vi soggiace, dal momento che nel loro essere troppo definiti e vividi sembrano entrare in conflitto stilistico con i disegni di Nguyen.
I temi e la nuova chiave di lettura
Sebbene ambientato in luoghi e tempi lontani, Descender affronta gli immortali temi della discriminazione e dell’emarginazione. In questo caso, non assume importanza il colore della pelle o la razza dell’individuo; piuttosto, discriminante è se scorre sangue nelle vene o olio nei circuiti. Certo, non è la prima volta che si affronta la tematica delle differenze in salsa “organici VS meccanici”; Descender, però, nasconde una nuova chiave di lettura che, per non lasciar sfociare la recensione nel più infimo ed infame degli spoiler, potrà solo essere conosciuta da chi lo leggerà. I volumi, sei in tutto, sono già tutti usciti e disponibili all’acquisto!
Mi incuriosisce molto una nuova chiave di lettura su un argomento così inflazionato…
Bell’articolo davvero.. Mi incuriosisce e lo leggerò sicuramente!!
Molto Interessante la presentazione di quest’opera, l’apparizione del robot che decima la popolazione mi ricorda quasi l’incipit de L’attacco dei Giganti. Hanno qualcosa in comune le due storie secondo te? In ogni caso devo leggerla, non la conoscevo… complimenti bellissimo sito.
Ciao Francesca e grazie per il tuo commento!
Hai fatto un’ottima osservazione! Un parallelo tra quest’opera e “Attack on Titan” sarebbe interessantissimo e, perché no, magari sarà materia per un articolo futuro. Gli incipit, effettivamente, hanno molto in comune e sarebbero un ottimo punto di partenza.