La dura vita del mangaka di successo, quando il finale della storia diventa la fine del sonno…
Ognuno di noi ha delle passioni e degli hobby e, per qualcuno, la passione coincide con il lavoro. Immaginiamo di essere alle prese con una nostra creazione che sia un racconto, un disegno, un piatto, una canzone, una scultura o quaunque attività ci appartenga. In tutti i casi, i “tocchi finali” hanno il potere di sancire il capolavoro o di decretare un fallimento. Immaginiamo, inoltre, che ad attendere il risultato del nostro lavoro ci siano, trepidanti, milioni di fans. A quel punto, una pennellata, una scalpellata, una parola o una nota fuori posto possono generare una tale disapprovazione da farci arrivare a mettere in dubbio tutta la nostra esistenza.
Se ho reso l’idea, questo è il clima in cui vive Hajime Isayama, autore di uno dei manga di maggiore successo degli ultimi anni: Shingeki no Kyojin (Attack on Titan). Una dozzina di giorni fa, il 18 Novembre, in Giappone, è andato in onda un documentario, Jōnetsu Tairiku, che ha mostrato il giovane autore alle prese con la bozza dell’ultima tavola di questo manga. L’immagine che si riceve è quella di un artista con un grosso peso sulle spalle, colto da momenti di blocco artistico e rincorso dall’insonnia causata dai tempi di consegna mai troppo larghi. Isayama vive il conflitto tra la scelta “semplice” di assecondare le aspettative dei lettori e quella “complicata” di sorprenderli, scommettendo tutto il cucuzzaro sulla riuscita della scena più importante.
Nel 2014, Isayama dichiarò che avrebbe voluto terminare Shingeki no Kyojin nel giro dei tre anni seguenti. Senza peccare di troppa fiscalità, si può affermare che l’indecisione sul finale della storia narrata nel manga e ben controbilanciata dalle decisioni riguardanti la vita del manga stesso, come medium.
Non ci è dato di sapere se Isayama, dopo il successo riscosso con i giganti, avrà ancora la pazienza e la forza di buttarsi su altro. Egli stesso lo afferma dicendo che, sebbene da un punto di vista creativo sia sicuro di avere ancora molto da dire, non è altrettanto certo di poter affrontare una corsa tutta nuova contro il tempo e l’insonnia. Chissà che anche questo non dipenda dal finale di Attack on Titan e da come sarà accolto dai fans. Sarà un’iniezione di entusiasmo e voglia di fare e di bissare il successo o sarà un motivo in più per appendere al chiodo gli strumenti del mestiere, almeno temporaneamente?