Zerocalcare ha pubblicato oggi sulla sua pagina Facebook un fumetto di 8 pagine con il duplice scopo di aggiornare i suoi lettori sul dramma del nord della Siria e di invitarli a sostenere gli attivisti che si battono per la causa curda.
Il fumettista romano aveva raccontato nel reportage Kobane Calling, pubblicato da Internazionale nel 2015, la sua esperienza sul confine tra Turchia e Siria, a contatto con i protagonisti della resistenza curda.
Zerocalcare invita a sostenere gli attivisti
Per chi vuole fare qualcosa per partecipare alla causa, l’occasione arriverà tra pochi giorni: il 12 novembre si terrà a Torino l’udienza d’appello per la misura di sorveglianza speciale di Maria Edgarda Marcucci, disposta lo scorso marzo. Le autorità italiane ritengono la donna socialmente pericolosa, per essere andata in Siria a combattere contro l’Isis e avere continuato a partecipare alle iniziative a sostegno della resistenza curda una volta rientrata in Italia.
Davanti al Palazzo di Giustizia di Torino, alle 9 di mattina del 12 novembre, si terrà un presidio per chiedere il ritiro della sorveglianza speciale, una misura restrittiva permanente che viene imposta a Maria Edgarda Marcucci. L’attivista aggiorna periodicamente la situazione sul profilo instagram.
Nel fumetto pubblicato oggi, l’autore romano divulga temi difficili con la consuetà abilità, in particolare con il fantasioso contraddittorio dove dà voce anche al lettore disincantato (“interpretato” da un gatto con le fattezze di Doraemon), scettico sull’interesse e l’attualità della notizia, nonché sulla possibilità di fare qualcosa in merito.
Sebbene la nostra attenzione sia catturata, logicamente, dalla pandemia, Zerocalcare sottolinea come succedano anche altre cose rilevanti, che dovrebbero riguardarci in quanto essere umani, e che in ogni caso prima o poi presentano il conto: ad esempio, per controllare il territorio siriano, la Turchia si serve di forze jihadiste e, di fatto, sta riorganizzando l’Isis. Si stanno insomma sgretolando le conquiste di libertà e democrazia ottenute a caro prezzo dalla resistenza curda.