L’ultima parte dell’epopea di Zero. Siamo alla fine del mondo come lo abbiamo sempre conosciuto.
Il volume è disponibile per l’acquisto in formato cartaceo, sullo shop digitale di SaldaPress e su Amazon.
La trama di Zero 4 – La fine del fuoco
Torniamo con Zero di fronte all’entità che ha preso possesso di una casa nel Regno Unito. La struttura è in quarantena, dentro c’è solo lui, di fronte a un ragazzino che offre la sua voce per questo essere.
Il fungo chiede di potersi fondere, per mostrare la verità e aiutarsi a vicenda.
La rivelazione è quasi istantanea: il parassita è una mappa per muoversi tra i multiversi, un modo per viaggiare tra realtà parallele.
I rapporti dell’Agenzia abbiamo una parziale conferma. Le persone infettate sono sempre di più e riferiscono di spostamenti in altri luoghi. E’ facile rifiutare questa ipotesi, ma i malati danno segni di un’intelligenza collettiva, che condivide informazioni tra i suoi membri, dando prova della sua esistenza.
Il fungo offre una scelta a Edward Zero, vincolata all’accettazione di questo parassita. Una scelta dalla quale dipende il destino del mondo.
L’opera
Chi è Edward Zero?
Il frutto di una lunga conversazione tra due amici, che altri non sono che Allen Ginsberg e William Burroughs, esponenti di spicco della Beat Generation. La vita di Zero si dipana tra scatti veloci sulla macchina da scrivere e conversazioni lisergiche tra i due amici.
E’ Burroughs che spiega tutte le connotazioni dell’animo del nostro agente segreto, che nel delirio cerca di definire la natura di questo universo. Nei suoi incubi vediamo sua moglie, da lui uccisa nel 1951 e suo figlio, il figlio di Zero, il ragazzino che sulla scogliera è incaricato di ucciderlo.
Il parassita fungino diventa così una metafora dell’animo umano, qualcosa di nascosto, che ogni tanto emerge e crea violenza, vergogna, sofferenza. Ma allo stesso tempo permette di fuggire, di evitarne le conseguenze, di scegliere una realtà a noi più affine.
Diventa quasi ininfluente la costruzione del concetto di una rete miceliare che unisce gli universi, ispirata peraltro a qualcosa di realmente esistente in natura. Anche questa è un modo per identificare l’energia umana, la possibilità di trascendere la realtà conoscibile e di lasciarsi andare a qualcosa di più grande.
La scelta di Edward ne libera l’animo, concedendogli finalmente pace.
Qual è dunque la verità, la vera storia? I problemi di Burroughs o la crociata di Zero?
In entrambi i casi abbiamo assistito a un viaggio molto turbolento nella mente del protagonista, immerso in problemi molto più grandi di lui, trascinato dagli eventi e da una volontà ferrea.
Lo stile dei disegni accompagna questo intricato percorso mentale con una progressiva confusione, fino all’improvvisa chiarezza sul finale, un acquerello da ammirare, come fa lo stesso Zero.
Un volume decisamente spiazzante, metanarrativo, che genera una profonda curiosità su cosa si trovi nella mente di Ales Kot.
Al lettore decidere se si tratta di un finale soddisfacente, o addirittura se abbiamo un finale alla storia di Zero. Ci viene mostrata la sua scelta, ma è davvero sua? La sua vita, l’Agenzia, il parassita, sono realmente esistiti?
Scheda Tecnica
Formato: 17×26, colore
Pagine: 144
Sceneggiatura: Ales Kot
Disegni: Ian Bertram, Stathis Tsemberlidis, Robert Sammelin, Tula Lotay
Traduzione: Michele Innocenti