Il settore dell’editoria è in crisi da diversi anni, ma il mondo dei manga in Giappone ha sempre evitato la crisi attraverso modelli di business innovativo. Il cambiamento delle abitudini delle persone di tutto il mondo, dovuti anche all’emergenza sanitaria tuttora in corso, hanno però a quanto pare lasciato il segno anche in un sistema chiuso come quello nipponico.
Un dato che salta subito all’occhio è quello relativo alle copie fisiche vendute di Weekly Shonen Jump, calate a meno di 1,4 milioni, il numero minore di copie vendute dagli anni Settanta.
Il dato è stato trasmesso dall’associazione degli editori giapponesi (JMPA), che ha pubblicato il resoconto delle copie fisiche in circolazione delle riviste in Giappone.
Nel dettaglio, Weekly Shonen Jump ha viaggiato a una media di 1.422.766 copie vendute ogni settimana nel 2021, con il periodo tra luglio e settembre che ha visto un calo fino a 1.371.818 copie vendute. Per un confronto, le vendite nel 2020 ammontavano a una media di 1.559.000 copie a settimana.
Tutto il network Shueisha ha sofferto questa crisi. Anche se il calo delle vendite non è stato tanto marcato quanto quello di Weekly Shonen Jump, sia Weekly Shonen Magazine che Weekly Shonen Sunday hanno visto un peggioramento delle vendite nel corso dell’anno. Magazine è sceso a 530.326 copie a settimana, rispetto alle 610.661 copie dell’anno scorso. Sunday è calato invece fino a una media di 198,542 copie, a fronte delle 227.979 del 2020. Siamo tra i valori più bassi dalla fondazione della rivista.
Non si tratta di una vera e propria emergenza, considerando che tutti questi magazine sono disponibili anche in forma digitale, su Shonen Jump+ e sui diversi store online come Amazon. Questo però rimane comunque un segnale importante delle nuove abitudini dei consumatori, che si stanno dirigendo sempre più verso le controparti digitali, o potenzialmente stanno preferendo altre attività per il proprio tempo libero.
I videogiochi, da sempre diretti concorrenti dei prodotti letterari per la conquista di importanti fette di mercato, stanno vivendo un periodo di grande successo, è quindi facile immaginare che almeno una parte delle copie invendute sia da ricondurre a persone che apprezzavano i fumetti cartacei (alla luce anche della grande spinta verso le tradizioni del popolo giapponese), ma ha nel frattempo cambiato idea.
Solo i prossimi dati sapranno rivelarci se i lettori si stanno solo trasferendo nel mondo digitale, o se le case editrici dovranno correre ulteriormente ai ripari con nuove strategie per coinvolgere il pubblico.