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Lettura: Kimi no Suizō o Tabetai – La recensione anime
 
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Notizie

Kimi no Suizō o Tabetai – La recensione anime

Beatrice Villa 6 anni fa 1 Commento 8
 

Siamo nel maggio del 2015 quando, in una riunione intercorsa tra Aniplex e Futabasha, i produttori di Aniplex vengono a conoscenza dell’imminente pubblicazione del romanzo Voglio mangiare il tuo pancreas, prevista per il mese successivo e, rimasti affascinati dalla trama, decidono di crearne la trasposizione animata.

Contenuti
TramaLo staffSTRUTTURA DELL’OPERASfondi e ambientazioneIL CAST ITALIANO E GIAPPONESEConclusioni

Lo studio di animazione è lo studio VOLN, giovane e ricco di spirito fondato nel 2014 da Keiji Mita, allievo del produttore Masao Maruyama famoso per i due capolavori: La ragazza che saltava nel tempo e In questo angolo di mondo. Il film, Kimi no Suizō o Tabetai, Voglio mangiare il tuo pancreas, tratto dal romanzo omonimo di Yoru Sumino del 2014, viene affidato a Shinichirō Ushijima. Dal romanzo sono stati tratti anche un manga, uscito nel 2016 e un film live action diretto da Sho Tsukikawa, distribuito nel 2017.

Trama

Kimi no suizō o tabetai - la recensione animeHaruki Shiga è un timido studente delle superiori e il suo carattere non potrebbe essere più opposto di quello di Sakura Yamauchi, una sua compagna di classe, apparentemente sempre allegra e piena di vita. Un giorno però il ragazzo ritrova casualmente in un ospedale il diario segreto di Sakura che lei aveva perduto e leggendolo scopre una terribile verità: la ragazza ha una malattia terminale al pancreas che la porterà alla morte in breve tempo. Il ragazzo diviene così custode del segreto di Sakura e decide di passare sempre più tempo con lei per i giorni che ancora le rimangono.

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Lo staff

A dirigere il film e a curare la sceneggiatura troviamo Shin’ichirō Ushijima, mentre Yūichi Oka è il direttore dell’animazione oltre che il character designer. Hiroko Sebu compone la musica e lo Studio VOLN (Ushio e Tora) produce l’anime.

Direttore artistico è Yukako Ogawa mentre l’assistente direttore artistico è Yoshito Watanabe. Jōji Hata è il direttore del suono mentre gli effetti sonori sono realizzati da Noriko Izumo. Della colorazione se ne è occupato Yoshinori Horikawa. Supervisore alla fotografia è Hiroshi Saitō mentre Mayuko Koike ne è direttore. Direttore del 3DCG è Koremi Kishi. Il montaggio è realizzato da Yumi Jingugi mentre il produttore dell’animazione è Keiji Mita. Infine il distributore del film è Aniplex.

STRUTTURA DELL’OPERA

Uno dei temi più importanti della storia è: “Esistono cose che non si possono afferrare con le parole.” Ciò che non può essere perfettamente descritto a parole viene perso per sempre, per quanto sia qualcosa che meriterebbe di esistere. Al centro della storia c’è lo scambio sentimentale, talvolta goffo e maldestro, tra Sakura e Haruki, il cui nome verrà rivelato solo alla fine per un buon motivo.

Aveva ragione Sakura quando diceva al nostro protagonista che erano destinati ad incontrarsi, che niente accade per caso. Era destino, no, è stato lui stesso ad aver scelto di raccogliere il suo diario, di leggere, di assecondare la sua richiesta di passare il resto del tempo che le rimaneva insieme. Era stata la sua propria scelta ad aver messo in moto tutta quella serie di eventi che ci hanno accompagnato fino alla fine della storia. Haruki, “albero di primavera” e Sakura, “fiore di ciliegio”, sono perfettamente compatibili e non agli antipodi come ci avevano fatto credere all’inizio della storia.

Kimi no suizō o tabetai - la recensione anime

La causalità con cui tutto era partito si capovolge e con l’evolversi della trama una domanda ben precisa viene formulata: “Che cos’è la vita?“. Alla fine il nostro protagonista viene a conoscenza del suo significato nella maniera più inaspettata e sconvolgente.

Grazie a Sakura anche Haruki si evolve, cambia, scopre che in realtà non è semplicemente introverso ma che ha paura di avvicinarsi agli altri. Inizierà piano piano ad aprirsi, a sorridere e a vedere la bellezza intrinseca della vita. Questo è il dono che gli fa Sakura, un dono speciale che lo porterà a scoprire la propria identità e individualità e conoscenza di sé.

Come ha scritto il critico di cartoni animati Ryota Fujitsu:

“La grande avventura del Piccolo principe Valiant, del regista Isao Takahata, ha attivamente aperto la strada al tema della crescita dei giovani e del conseguimento della propria identità individuale nell’animazione giapponese.” 

Non a caso infatti, il Piccolo principe è l’unico libro che la nostra protagonista ha letto e che presterà ad Haruki. Voglio mangiare il tuo pancreas è la rappresentazione della bellezza di un singolo istante di gioventù.

Sfondi e ambientazione

Kimi no suizō o tabetai - la recensione animeLa costruzione visiva dell’intera opera si basa su location trovate nelle prefeatture di Toyama e di Fukuoka. Come spiega lo stesso regista Ushijima sono luoghi legati a ricordi personali ed è stato questo il fattore determinante nella scelta. “La città di Haruka, nella prefettura di Fukuoka, si è rivelata una scelta adeguata ai contenuti del romanzo ed è stato quindi possibile usare la ricostruzione di luoghi realmente esistenti, come ad esempio l’albergo.”

IL CAST ITALIANO E GIAPPONESE

Ecco il cast con il rispettivo personaggio interpretato:

  • Mirko Cannella è Haruki Shiga;
  • Giulia Franceschetti è Sakura Yamauchi;
  • Lucrezia Marricchi è Kyoko;
  • Lorenzo De Angelis interpreta Takahiro;
  • Paolo Vivio è “Gomma”;
  • Laura Cosenza è la mamma di Haruki;
  • Giò Giò Rapattoni interpreta la mamma di Sakura.

Questi invece sono gli interpreti giapponesi:

  • Mahiro Takasugi interpreta Haruki;
  • Lynn è Sakura;
  • Yukiko Fuji è Kyoko;
  • Yuma Uchida interpreta Takahiro;
  • Jun Fukushima è “Gomma”;
  • Atsuki Tanaka è la mamma di Haruki;
  • Emi Wakui interpreta la mamma di Sakura.

Conclusioni

Voglio mangiare il tuo pancreas è una meravigliosa storia che riesce perfettamente, grazie al suo staff e al suo cast, a dipingere il delicato tema della vita, la sua fragilità e la sua intrinseca bellezza. Ciò che regala allo spettatore non è solo una domanda ma anche una risposta che può essere interpretata a piacimento.

Kimi no suizō o tabetai - la recensione animePer la protagonista la vita non è altro che l’avvicinarsi agli altri, la creazione di legami con le altre persone, che ci permettono di crescere e di sviluppare la nostra individualità. Perché senza gli altri noi non potremmo esistere. Sono le persone con cui veniamo in contatto che ci plasmano come siamo noi che plasmiamo gli altri. La vita è la relazione con l’altro, fondata sull’affetto e sull’amore che doniamo agli altri e che ci viene donato. Questo film è vera poesia, un capolavoro che rimarrà per sempre nel cuore di chi lo vede.

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1 Commento 1 Commento
  • Avatar di giuseppe pagano Giuseppe Pagano ha detto:
    22 Gennaio 2019 alle 20:12

    Non riuscirò a vederlo al cinema ma spero vivamente di recuperare il manga al più presto!!!

    Rispondi

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