Difficile individuare le migliori 5 storie di Dylan Dog, dopo quasi 40 anni di vita editoriale, oltre 400 numeri della serie principale e centinaia di albi fuori serie. Ci abbiamo provato, concentrandoci sui primi cento numeri, considerati non solo il periodo d’oro del personaggio, ma l’essenza del Dylan Dog di Tiziano Sclavi.
5. Johnny Freak
Il n. 81 è una delle storie più struggenti dell’indagatore dell’incubo. Ottima e abile nel non cadere nella retorica la sceneggiatura, di Tiziano Sclavi – ça va sans dire – ma su soggetto di Mauro Marcheselli, efficacissimi i disegni di Andrea Venturi (seconda prova sull’Old Boy, dopo l’esordio con L’uomo che visse due volte, n. 67), coinvolgono e si adattano ai cambi di registro della storia. Dylan viene portato in un viaggio tra affetto e malvagità, disperazione e voglia di vivere.
Jonnhy Arkham è uno sfortunatissimo giovane, sordomuto dalla nascita, colpito – secondo i medici – da una malattia che consuma le parti del suo corpo. Incontra Dylan Dog, che scopre in lui un’insospettabile gioia di vivere e un notevole talento artistico. L’indagatore lo adotta, ma in breve tempo si risale alla famiglia d’origine, dove il ragazzo fa ritorno.
Non è la fine dell’incubo, anzi, qui scopriamo un altro aspetto terribile della vita di Johnny, chiamato cinicamente Freak dalla stampa: viene trattato orrendamente dai genitori, legati unicamente a suo fratello Dougal.
4. Il lungo addio
Ancora un soggetto di Mauro Marcheselli trasformato in sceneggiatura da Tiziano Sclavi, e ancora un albo che fa leva sui sentimenti ed è rimasto nel cuore dei lettori, a distanza di 30 anni. Il n. 74 è disegnato da Carlo Ambrosini ed è una delle poche storie a mostrarci la giovinezza di Dylan Dog.
Marina Kimball, amore adolescenziale del protagonista, dopo 20 anni bussa allo studio di Dylan Dog, ma non ricorda come e perché sia arrivata a Londra. Si fa riaccompagnare a Moonlight, dove i due si erano conosciuti e amati. I ricordi di quell’estate travolgono entrambi, ma la speranza di tornare a quel passato è illusoria, e Dylan Dog scopre con amarezza il significato di quell’incontro.
In quest’albo l’orrore è quello esistenziale tipicamente sclaviano: il tempo che passa, la nostalgia per un passato che non può tornare, i sogni infranti.
3. Dopo mezzanotte
Giampiero Casertano disegna, su sceneggiatura di Sclavi, il lunghissimo e onirico viaggio notturno di Dylan Dog in una Londra popolata da assassini e avvolta nel mistero. Alla fine di una serata, l’indagatore dell’incubo scopre di aver dimenticato le chiavi di casa, ma Groucho non risponde al rumoroso e agghiacciante campanello: invece di aspettare, Dylan Dog opta per l’avventura.
La storia si collega al precedente lavoro di Casertano con Sclavi, Memorie dell’invisibile: Bree Daniels viene citata da un’altra prostituta, inoltre tornano i temi della malattia, l’AIDS, la “mostruosità” della dipendenza, la disperazione, l’indifferenza. In questo numero fa il suo esordio il cane randagio Botolo, che tornerà anche in Johnny Freak.
2. Storia di nessuno
Forse la migliore applicazione “dylaniata” della poetica, l’esistenzialismo e i temi tipici di Tiziano Sclavi, messa su tavola da Angelo Stano: le domande sull’universo e sul senso della vita si coniugano con una riflessione sulla complessità della mente, il pessimismo dell’autore, la positività e l’eclettismo del personaggio e gli universi paralleli, dando luce a una storia godibilissima, profonda, divertente e spiazzante.
Nell’universo di Dylan Dog che conosciamo, Xabaras è il suo nemico principale e continua a cercare di controllare la vita. Ma nel cuore di un qualunque Nessuno, si nascondono interi universi, compreso uno in cui lo “scienziato” è lo psicologo di un Dylan Dog che beve alcolici, suona il sax e vive in una Londra dove campeggia la Tour Eiffel.
Dopo un groviglio di sogni e incubi, scopriamo che lo stesso Xabaras si è opposto, a suo modo, alla morte di Nessuno. Il mad doctor ci spiega la sua teoria sugli universi paralleli, ma, in ossequio al principio “show, don’t tell”, l’albo ci ha già dato elementi per capire la situazione. Tocca a Dylan Dog riportare tutto alla “relativa” normalità.
1. Memorie dall’invisibile
Pubblicato nell’aprile del 1988, con disegni di Gianpiero Casertano e copertina di Claudio Villa, Memorie dall’invisibile vede Dylan Dog ingaggiato da Bree Daniels per indagare su un assassino che colpisce le prostitute. Un’altra amara riflessione sui “Nessuno”, gli invisibili, la solitudine (e l’amore non corrisposto).
Vincitore nel sondaggio torneo “I primi cento” organizzato dal gruppo Facebook Dylan Dog Fan Page, l’albo eccelle in particolare nella sceneggiatura, perfetta, secondo Mauro Marcheselli, pubblicata in volume nel 2011 dal Centro del Fumetto Andrea Pazienza.