Moltissimi anime hanno una mascotte: uno di quei personaggi, spesso carino e coccoloso, che ispira tenerezza e allegria già solo a guardarlo. Il più delle volte funge anche da spalla comica o da pretesto per situazioni divertenti, che possono stemperare i momenti più drammatici.
Ma spesso e volentieri queste mascotte non si limitano a un ruolo di secondo piano e diventano esse stesse personaggi importanti ai fini della narrazione. Si parte dunque per un viaggio alla scoperta di quelle che si sono distinte maggiormente nella storia dell’animazione giapponese.
#5 – Haro (Mobile Suit Gundam)
Apparso inizialmente nella prima serie animata Gundam del 1979, il robot sferico Haro è diventato in realtà un marchio di fabbrica dell’intero franchise, tanto da essere comparso anche nelle opere successive ambientate in altri universi.
Non ha una grande personalità né un ruolo determinante nella narrazione, ma il suo continuo saltellare e svolazzare in giro per lo schermo trasmette buonumore in anime che spesso e volentieri sanno raggiungere picchi di drammaticità e tristezza difficilmente raggiunti da altre opere.
Piccola curiosità: come per tante altre cose di Gundam, anche Haro è probabilmente ispirato alla saga di Star Wars e in particolare a R2-D2, il droide apparso in tutti i film. Anche altri anime mecha del periodo presentano mascotte robotiche simili, come il polpo meccanico Tako-chan di Voltes V.
#4 – Pikachu (Pokémon)
Pikachu non è solo una mascotte: è il Pokémon per antonomasia, al punto che chi non è addentro al mondo dei mostriciattoli finisce spesso per chiamarli tutti “Pikachu” indistintamente. La cosa è ancora più divertente se si considera che nel videogioco originale Pikachu è solo uno fra i tanti Pokémon catturabili, senza particolari ruoli nella trama.
Il Pikachu protagonista dell’anime ha esordito sfoggiando un caratteraccio e un’ostilità verso Ash Ketchum che si è stemperata gradualmente, fino a rendere i due una coppia affiatata e inseparabile. Molti ricorderanno con una lacrimuccia la scena nel primo film dei Pokémon, dalla quale emerge tutto l’affetto del topastro elettrico per il suo allenatore.
#3 – Koichi Hirose (Le bizzarre avventure di JoJo)
Ebbene sì, Koichi Hirose può essere considerato a tutti gli effetti la mascotte di JoJo, o quantomeno della sua quarta parte, Diamond Is Unbreakable.
Inizialmente è caratterizzato come un ragazzo basso, inoffensivo, che sembra destinato a fare da spettatore passivo degli eventi; ma da quando ottiene anche lui uno Stand, ha inizio un percorso di crescita interiore che lo porta a essere uno dei personaggi che maturano di più nell’opera.
Ciò non toglie che, tra omaccioni pompati e figure dalla dubbia sessualità, il suo faccione infantile e la sua piccola stazza continuino a connotarlo come mascotte della serie.
Inoltre è l’unico in Diamond Is Unbreakable a trovarsi una ragazza. E scusate se è poco!
#2 – Chopper (One Piece)
Una renna antropomorfa dalla testa grossa, perennemente goffa e impacciata: cosa può esserci di più tenero?
Eppure Chopper, in quanto personaggio di One Piece, non può esimersi dall’avere un background tragico e un sogno da realizzare. Emarginato dal suo stesso branco di renne per aver mangiato un frutto del diavolo che l’ha reso umanoide, Chopper è stato cresciuto dal dottor Hillk ed è rimasto segnato dalla sua morte, decidendo di diventare a sua volta un medico per salvare quante più persone possibili.
Per la maggior parte del tempo Chopper ha il ruolo di spalla comica, formando con Usopp e Rufy un trio che regala costantemente risate. Ma quando si tratta di menare le mani… la renna da buona e cara si trasforma in un’autentica macchina da guerra, grazie ai poteri delle Rumble Ball.
#1 – Pucchu (Excel Saga)
Excel Saga è uno degli anime più divertenti e demenziali nella storia dell’animazione. Per avere un’idea di quanto sia tremendamente fuori di testa, basti pensare che a un certo punto fa la sua comparsa una specie aliena di esseri carini e pucciosi, i Puchuu.
Apparentemente questi orsacchiotti giallini sono innocui ed esistono solo per suscitare tenerezza in chi li guarda, ma in realtà il loro obiettivo è conquistare la Terra e risucchiare la vita degli esseri umani. E se colpiti perdono il loro aspetto dolce per diventare semplicemente orrendi.
Non tutti i Puchu sono cattivi: nella serie ne compaiono anche alcuni buoni, che parodiano piuttosto vistosamente l’opera Captain Harlock di Leiji Matsumoto.