L’Italia è sul tetto d’Europa dopo aver trionfato agli Europei 2020, ma qui su iCrewPlay le iniziative per celebrare l’evento non sono mai abbastanza. Quindi ecco una classifica dei 5 migliori anime ambientati in Italia.
Eh già, se un tempo era l’Estremo Oriente ad affascinare gli italiani e a spingerli a lunghissimi viaggi di anni e anni per arrivarci (ogni riferimento a Marco Polo è voluto), oggi è vero il contrario: è l’Italia, con il suo immenso patrimonio culturale, archeologico, storico e culinario a suscitare l’interesse degli orientali, e ovviamente anche dei giapponesi. E tra questi, anche degli autori di manga e di anime.
Dunque si parte per un viaggio attraverso quelle opere che mostrano come il Sol Levante immagina e raffigura lo Stivale d’Europa!
5 – Arte
Apre questa classifica un’opera piuttosto recente, ma non per questo meno interessante di quelle che seguono. Arte è un manga scritto e disegnato da Kei Ōkubo, tuttora in corso e oggetto nel 2020 di una trasposizione animata in 12 episodi. Nato dalla grande passione dell’autrice per il Rinascimento italiano e per gli artisti di quel periodo, Arte si svolge nella Firenze di inizio Cinquecento e ha come protagonista Arte Spalletti, fanciulla che sfida le convenzioni sociali dell’epoca per diventare una pittrice.
Benché la storia sia inventata, essa ricorda parzialmente quella di una pittrice realmente esistita nel Seicento, Artemisia Gentileschi, celebre soprattutto per lo stupro che subì da parte di un altro artista, Agostino Tassi, e il processo che ne seguì e che la rese più avanti una icona femminista: in Arte la vicenda non assume toni così cupi (dopotutto non è Berserk!), ma la protagonista deve comunque sgomitare per farsi strada in un mondo, quello dell’arte rinascimentale, che non solo era in mano agli uomini, ma era completamente chiuso a qualsiasi ingerenza femminile.
Nel contempo, la Ōkubo dimostra di aver studiato a dovere la materia e di saper trasporre a meraviglia sulla carta tanto la bellezza della Firenze cinquecentesca quanto le difficoltà del lavoro degli artisti dell’epoca: un lavoro che non era fatto di improvvise ispirazioni cadute dal cielo, ma di impegno costante, sacrificio, studio indefesso.
4 – Lupin III – L’avventura italiana
Tutti conoscono Lupin III, nato dalla fantasia del grande fumettista Monkey Punch immaginando un nipote franco-nipponico dell’altrettanto celebre Arsénio Lupin, il ladro gentiluomo. Negli anni Lupin III è stato protagonista di decine e decine di lungometraggi animati e di diverse serie animate, l’ultima delle quali, trasmessa nel 2015, reca l’eloquente titolo L’avventura italiana.
La storia, com’è facile immaginare, si svolge in giro per la penisola italiana, dopo una partenza esplosiva a San Marino (che tecnicamente non fa parte dello Stato italiano, ma geografica sempre penisola italica è). Ancora una volta le location sono ricostruite con dovizia di dettagli e cura certosina, anche se la rappresentazione del Belpaese soffre di un eccesso di stereotipi: non è l’Italia “pizza, spaghetti e mandolino” di tanta retorica estera, ma la sensazione di essere di fronte a un prodotto che potrebbe risalire a trenta, anche quarant’anni fa è forte.
In ogni caso, Lupin III – L’avventura italiana resta un buon prodotto, che cerca di superare la ristrettezza della struttura a episodi autoconclusivi delle precedenti serie per dar vita a una trama orizzontale, forse non felicissima e pienamente riuscita, ma comunque gradevole da seguire. E anche la caratterizzazione di Lupin III cerca di uscire dall’edulcorazione delle precedenti serie per avvicinarsi di più a quella cinica, matura e più cupa del manga.
3 – Gunslinger Girl
Gunslinger Girl rientra in quel filone del fumetto e dell’animazione giapponese che si potrebbe riassumere in “ragazze carine che combattono”. Con la differenza che, rispetto a titoli più viranti sull’ecchi e sulla commedia come Senran Kagura, Girl und Panzer e Kantai Collection, qui i toni sono tremendamente più drammatici e cupi.
La storia si svolge infatti in un’Italia alternativa segnata dagli attacchi terroristici del Movimento delle Cinque Repubbliche, che vorrebbe rendere indipendente il Nord. Per contrastare quest’ondata di violenza l’Ente Pubblico per il Benessere Sociale recluta bambini e bambine vittime di atroci violenze, incidenti o stupri, per farne dei micidiali cyborg detti “marionette”.
E’ evidente come Yutaka Aida si sia ispirato, per l’ambientazione, a un periodo storico reale come gli anni di piombo, ma anche alla retorica della Lega Nord, ovviamente estremizzata; e in alcuni frangenti le marionette sono impiegate anche contro la mafia, altra piaga endemica della penisola. Quanto alle città in cui si svolgono le vicende, si possono riconoscere Napoli, Roma, Firenze, Siena e altre, spesso ricostruite con grande perizia.
2 – Cesare: il creatore che ha distrutto
Poche figure della storia italiana hanno affascinato storici e artisti quanto Cesare Borgia. Figlio illegittimo di un papa, dapprima destinato alla carriera ecclesiastica e poi a quella militare, riuscì a creare un proprio potentato nell’Italia centro-settentrionale che avrebbe potuto cambiare le sorti della penisola, se la morte del genitore e la caduta in disgrazia non l’avessero fermato anzitempo. Niccolò Machiavelli ne rimase così affascinato da decantarne le lodi nella sua opera più celebre, Il Principe, e persino le serie tv e i videogiochi si sono impadronite della sua figura.
La mangaka Fuyumi Sōryō ha deciso di dedicare proprio a Cesare Borgia un manga tuttora in corso, dalla serializzazione irregolare, dall’emblematico titolo Cesare: il creatore che ha distrutto. Un progetto ambizioso, sia per la scelta del soggetto, sia per l’intenzione della Sōryō di trasporre nei minimi dettagli sulla carta il mondo rinascimentale in ogni sua sfumatura: non solo le architetture, gli edifici, i monumenti, ma anche gli usi e le mentalità del periodo.
Al centro del manga c’è ovviamente Cesare, visto attraverso gli occhi di Angelo da Canossa, un giovane fiorentino di umili origini in cui il lettore può facilmente identificarsi, in quanto, almeno all’inizio, è un personaggio estraneo al mondo turbolento dei giochi politici; ma proprio la conoscenza del Borgia trascinerà Angelo in questo universo di guerre, complotti, assassinii e scandali, così come il lettore sarà trasportato in un Rinascimento ricostruito alla perfezione, in tutta la sua bellezza e insieme brutalità.
Per un appassionato di storia questo manga dovrebbe essere un must. Unico problema: è ancora in corso e procede lentamente, dettaglio che potrebbe scontentare chi vuole una serie completa di finale da leggere tutta d’un fiato.
1 – Le bizzarre avventure di JoJo: Battle Tendency & Vento Aureo
In testa alla classifica non poteva non esserci Le bizzarre avventure di JoJo. Il suo autore, Hirohiko Araki, ha dimostrato più volte il proprio amore per l’Italia sia dicendolo apertamente sia attraverso la sua opera più celebre, e ovviamente visitando più volte la penisola.
La prima serie di JoJo ambientata nel nostro Paese è la seconda, Battle Tendency. Essa si svolge in più paesi, dagli USA al Messico, fino alla Svizzera, ma è in Italia che si verificano gli eventi più importanti: gli Uomini del Pilastro si risvegliano a Roma, Joseph si allena a Venezia, lo scontro finale con Kars si svolge sull’isola di Vulcano, al largo delle coste sicule. Non mancano dunque scorci del Colosseo e dei canali di Venezia, ma anche ricette tipiche italiane, come gli spaghetti al nero di seppia.
Interamente ambientata in Italia è invece la quinta serie di JoJo, Vento Aureo. Le avventure di Giorno Giovanna e dei suoi compagni si snodano infatti lungo tutta la penisola, toccando Napoli, Capri, il sito archeologico di Pompeii, Venezia, la Sardegna e culminando in un movimentato scontro finale con l’antagonista di turno, Diavolo, nella solita Roma. Le città e i luoghi in questione sono rappresentati da Araki con enorme precisione, al punto che è possibile riconoscere facilmente nelle vignette di JoJo questo o quel monumento, questa o quella strada.
Certo, lascia un po’ a desiderare l’onomastica, come se Araki avesse scelto i nomi dei suoi personaggi sfogliando un menù italiano a caso (abbiamo Leone Abbacchio, Fugo Pannacotta, Risotto Nero, Prosciutto, Cioccolata e chi più ne ha più ne metta, roba che a ogni episodio ti viene fame solo a sentire nominare i personaggi) ma è indubbio che Vento Aureo rappresenti una delle più grandi e meglio riuscite dichiarazioni d’amore all’Italia da parte di un mangaka giapponese.
I riferimenti all’Italia, però, non finiscono qui, perché nella sesta parte del manga, Stone Ocean (di cui è stato annunciato da poco l’adattamento animato), abbondano le citazioni riguardanti la moda italiana, specialmente nei nomi dei personaggi: da Enrico Pucci a Donatello Versus, da Emporio Alniño a D an G.
Vista la sua passione per l’Italia, chissà che un domani Araki non vi ambienti anche la nona parte del manga, dopo la conclusione di JoJolion.