La sigla è e sarà sempre la prima impressione che avremo su una serie televisiva o un cartone animato. La musica orecchiabile, il testo elaborato…possiamo dimenticare trama e protagonisti ma quelle canzoni si fissano in testa già dalla terza puntata. Cristina D’avena e Giorgio Vanni deliziano da anni le nostre orecchie mentre aspettiamo l’inizio delle puntate.
Ma quante volte le scene e le parole della sigla sembravano suggerire un’atmosfera molto diversa da quella della vicenda? Tante, eppure anche quando l’inganno era stato svelato abbiamo continuato a cantarle, quasi con ironia.
Ecco le quattro volte in cui l’anime ha stravolto le aspettative create dalla sigla:
4° posto – Lady Georgie
Questo anime vante una delle sigle più dolci e innocenti di sempre. “Georgie che corre felice sul prato…” è l’inizio di una valanga di ricordi. La canzone parla di fiori e capelli dorati, con le più belle immagini dei primi episodi della serie. La campagna dove cresce Georgie, il suo primo incontro d’amore… non manca nulla per aspettarsi un bel romanzo dal lieto fine.
Peccato che il finale dell’anime ce lo sudiamo fra perdite improvvise e devastanti già a partire dalla quarta puntata, quando il padre adottivo della piccola lascia la sua famiglia dopo giorni di sofferenza. Per non parlare dei rapporti tesi a livello familiare che si dipanano durante tutta la vicenda. Insomma, la sigla ci ha illusi: ma ci ha fatti sperare anche durante i momenti più cupi di Lady Georgie.
3° posto – Sailor Moon e il cristallo del cuore
“Per trovarlo finirai spesso in mezzo ai guai…” è un eufemismo fin troppo riduttivo della terza serie di Sailor Moon. La sigla dell’anime dipinge la ricerca di queste fonti di potere come pure e incontaminate, racchiuse nei cuori delle persone. Se le due serie passate ci avevano introdotto ai combattimenti serrati ed entità malvagie, nulla però ci aveva preparato alla storia di Hotaru, Ottavia nella versione italiana.
Cavia dello scienziato pazzo che si è ritrovata come padre, non più umana e divorata da una forza aliena. Sebbene l’anime del 1995 avesse in parte ammorbidito il finale con la redenzione del professor Tomoe, viene da chiedersi chi non abbia pianto.
2° posto – Mila e Shiro
Mila e Shiro – Due cuori nella pallavolo. Prima di parlare della sigla, occorre precisare che anche il titolo italiano poteva risultare fuorviante, dato che l’originale era Attacker YOU!
L’anime è incentrato su Mila Hazuki, giovane giocatrice di pallavolo agli inizi della sua carriera sportiva. La sigla senza troppi preamboli la fidanza con Shiro, un altro appassionato di pallavolo e capitano della squadra maschile. La relazione fra i due effettivamente esiste… per sentito dire. Ad esclusione dei primi episodi, Shiro sarà un fidanzato fantasma. Questo non per disinteresse, ma perché il fulcro dell’anime è la carriera di Mila, e non la love story fra i due ragazzi. Le scene che vediamo nella sigla sono in pratica tutte quelle che avranno insieme.
1° posto – Lady Oscar
“Grande festa alla corte di Francia…” è uno dei pochi indizi che possiamo raccogliere dalla sigla per capire a cosa stiamo per andare incontro.
La vicenda di Lady Oscar, ispirata a un nobile francese realmente esistito, è una vicenda minore parallela al suo contesto storico. Gli intrighi di palazzo e i prodromi della Rivoluzione Francese non sono sempre molto accurati ma la storia risulta lo stesso realistica e istruttiva per certi versi.
La pecca è che la canzone parla di Oscar e della sua battaglia interiore fra femminilità e senso del dovere come guardia reale. Avremo modo di notarlo, ma la corte francese e Maria Antonietta sono i veri protagonisti.
Oscar è solo la testimone degli eventi in molti casi e risulta impotente negli sviluppi centrali. Non dobbiamo sorprenderci: sebbene la sua vita sia commovente, Oscar non è mai esistita e non avrebbe potuto alterare la storia passata.
Forse in quest’ultimo caso siamo stati ingannati, ma abbiamo ricevuto un aiuto per l’interrogazione di storia.