Quando guardiamo un anime Battle Shounen o ne discutiamo, spesso e volentieri quasi tutta la nostra attenzione si concentra sui combattimenti. Non c’è da stupirsi, dato che non solo questi sono in genere posti dallo stesso autore come elemento focale dell’opera, ma sono anche le scene che più ci rimangono impresse per la loro spettacolarità e il loro impatto visivo e narrativo.
Dato il target prevalentemente adolescenziale, gli anime di combattimenti si trovano spesso a dover trasmettere il proprio messaggio in maniera entusiasmante e di immediata comprensione, e i combattimenti tra personaggi sono il mezzo perfetto, dato che inscenano un conflitto di ideali e di caratteri tra i personaggi di cui lo spettatore può cogliere immediatamente tutti gli sviluppi e le sfumature.
Ma naturalmente una battaglia anime non sarebbe completa nel nostro immaginario con il solo scontro tra caratteri: vogliamo la coreografia, gli eventi soprannaturali, il ribaltamento delle aspettative fino all’ultimo secondo…In pratica stiamo parlando di un Power System.
I sistemi di regole che definiscono cosa un potere soprannaturale può e non può fare nell’universo narrativo di un anime sono tanti quante le stelle e sono numerose le differenze tra l’uno e l’altro. A volte si ha una semplice riproposizione del classico concetto orientale dell’Aura o delle meccaniche di un gioco RPG, semplici e banali, ma spettacolari ed immediati, altre volte si propende per sistemi bizzarri e oscuri, meno comprensibili ma più interessanti e originali.
Anche il rapporto tra il Power System, l’ambientazione e la trama può variare radicalmente. Alle volte si hanno una storia e un contesto più malleabili e spensierati, che accomodano la sperimentazione, altre volte l’intreccio tra queste componenti è estremamente ragionato, la spiegazione dei poteri è radicata nel worldbuilding e influenza pesantemente come si sviluppa la storia.
In questa top analizziamo alcuni tra i Power System più famosi negli anime e li classifichiamo sulla base dell’originalità, della creatività che offrono in battaglia, dell’impegno da parte dell’autore nel costruirli e della coerenza con il loro contesto. Si precisa che le descrizioni si riferiscono solo a quanto è stato visto fin’ora nei rispettivi anime ed eventuali informazioni presenti solo nelle opere originali saranno ignorate.
Bene, allora, vediamo quanti modi creativi esistono di darsi delle mazzate!
10° posto – Ki (Dragon Ball)
Lo storico manga di Akira Toriyama e le varie serie anime che ne sono state tratte sono divenute una leggenda non solo come Battle Shounen, ma come opera di finzione in generale. Si può tranquillamente dire che Dragon Ball è il precursore di tutti i Battle Shounen e l’opera che ha definito lo stile e i canoni del genere.
Impossibile dunque non citare il Ki di Dragon Ball in una top come questa, ma purtroppo, a parte per l’indubbia iconicità e per il retaggio che ha avuto, i meriti del Ki come Power System si fermano qui. Per quanto sia stato rivoluzionario per la sua epoca, non si può sorvolare sul fatto che, comparato ai Power System odierni, risulti incredibilmente generico e superficiale.
Per quanto tutti siamo affezionati al Kaioken, all’Onda Energetica o al Final Flash, non si può negare che sono banali esplosioni di energia. La profondità delle battaglia risulta quasi nulla e le stesse, per quanto spettacolari, sono estremamente prevedibili. Non esistono inoltre regole che ci consentano di stimare la probabilità di vittoria di un personaggio, se non un arbitrario livello di combattimento numerico o il fatto che sia Goku, dato che qualsiasi altro personaggio vince relativamente poche battaglie.
Un sistema tanto semplice e banale sembra quasi cozzare con la varietà e la stravaganza dell’universo narrativo e di tutte le razze aliene che lo popolano, ma ha invece estremamente senso se lo si guarda nell’ottica dell’atmosfera di esagerazione e leggerezza tipica di Dragon Ball.
9° posto – Shinsu (Tower Of God)
Primo anime della storia ad essere adattato da un manwha, pubblicato dall’autore sudcoreano Siu sulla piattaforma Webtoon con un enorme seguito, Tower Of God e il suo anime originale Crunchyroll sono uno degli argomenti di discussione maggiori del momento nel settore anime. Oltre che per la sua storia editoriale, l’anime ha colpito soprattutto per il suo mondo surreale e per i poteri che lo governano.
Nonostante per il momento si sia visto ancora poco, dato che la serie è in prosecuzione e il materiale da adattare è ancora tanto, non dobbiamo dimenticarci che Tower Of God è un anime di combattimenti e il suo potere principale è lo Shinsu, la misteriosa acqua mistica che avvolge la Torre e che distrugge chiunque non abbia stipulato un contratto per controllarla.
Nonostante il concept fresco e molto originale, la posizione in classifica non poteva alzarsi più di così, date le informazioni ancora scarse che abbiamo. Non sappiamo per il momento tutti i limiti e le facoltà dello Shinsu, che sembrano per ora molto varie e sconnesse, ma il Power system sembra promettere una profondità strategica non indifferente e un rapporto stretto con l’universo narrativo.
8° posto – Tecniche di Respirazione (Demon Slayer)
Non poteva non meritare una menzione quella che, fino alla conclusione del manga avvenuta di recente, è stata probabilmente la serie di punta di Shounen Jump: Demon Slayer di Koyoharu Gotouge. La prima parte del manga è stata adattata in un anime dallo studio Ufotable, che ha riscosso un’immenso successo per la trama semplice e intressante, i bei personaggi, la cura di atmosfere e ambientazioni e, soprattutto, i combattimenti spettacolari.
Demon Slayer si pone come un anime di combattimenti in cui a prevalere è il conflitto ideologico tra il demone e l’ammazzademoni, e i combattimenti eccellono più in psicologia dei personaggi e coreografia che in profondità strategica. Indice di ciò è il Power System, che riesce a raggiungere un buon compromesso tra creatività e semplicità.
Probabilmente le Tecniche di Respirazione sono uno tra i poteri più realistici e che più assomigliano alle arti marziali reali e nonostante la carenza di strategia e la relativa prevedibilità degli scontri, aggiungono enorme varietà di applicazioni nella lotta e sono sempre piacevoli da vedere all’opera, soprattutto con gli impressionanti effetti grafici di Ufotable.
7° posto – Ultrauniformi (Kill La Kill)
Nessuno eguaglia lo studio Trigger quando si parla di concept stravaganti ed esagerazione nell’esecuzione. Kill La Kill è sicuramente uno degli anime più amati e conosciuti nell’ambito dei Battle Shounen cafoni ed esagerati, con un’escalation narrativa e dei poteri sempre maggiore.
Dato l’intero ruotare dell’anime attorno all’elemento dell’abbigliamento e delle fibre tessili, in un contesto in cui a farla da padrone è un autoritarismo di stampo fascista, il potere caratteristico non potevano non essere le Ultrauniformi e le biofibre da guerra.
Come per lo Shinsu, qua non si apprezza tanto la profondità strategica, quanto l’originalità del concept, magistralmente “intessuto” di riferimenti specialistici al mondo della sartoria e della moda, per non parlare dell’incredibile varietà e spettacolarità dei poteri. Le battaglie basate sulle Ultrauniformi tendono sicuramente ad essere prevedibili, ma non mancheranno mai di intrattenere e lasciare col fiato sospeso.
6° posto – Eco dell’anima (Soul Eater)
La sola descrizione del Power System non è probabilmente sufficiente a rendere l’idea dell’estro creativo di Atsushi Oukubo nel suo manga di punta, Soul Eater, adattato in un anime non del tutto fedele da parte dello studio Bones.
L’Eco dell’Anima come Power System non brilla, ancora una volta, per profondità strategica, e spesso neanche psicologica, ma riesce a rendere sempre nuovi e spettacolari i combattimenti e a consentire un ampio spettro di abilità. Il rilascio della suspance nel momento in cui si verifica la connessione tra due personaggi è sempre molto d’impatto ed è sorprendente come spesso il potere venga usato anche per trasmettere pensieri ed emozioni, oltre all’uso in combattimento.
Incredibilmente riuscito inoltre è il modo in cui il Power System si mescola con lo stile e l’atmosfera gotica dell’opera, e come non sia sempre un potere positivo, dato che l’anime non si fa problemi a esplorarne gli aspetti più tossici e controversi, sempre con il suo solito cinismo ed ironia.
5° posto – Magoi (Magi: The Labyrinth of Magic)
Sono in realtà molti i Power System che si sovrappongono nell’universo fantasy dal sapore arabeggiante di Magi: The Labyrinth of Magic, manga di Shinobu Outaka adattato, anche se non per intero, in un anime di due stagioni da parte dello studio A-1 Pictures.
I Magi, i Geni, gli Artefatti Genieschi, gli Artefatti del servitore, i Rukh, i candidati a re, sono tutti concetti che meriterebbero un approfondimento a parte e di cui ciascuno potrebbe reggere da solo un intero Power System. Magi però non si accontenta di costruire dei poteri di un solo tipo e ne intreccia innumerevoli nella sua narrazione e nei suoi personaggi. Questa eterogenea galassia di poteri fa tutta però capo al concetto principale di Magoi, l’energia fonte di tutti i fenomeni naturali e a cui tutto ritorna.
Il Magoi poggia le sue basi nella filosofia centrale del “Accettare il flusso del destino o ostinarsi nel volerglisi opporre” e nel messaggio pacifista della serie e del protagonista Aladdin, ma tutte le sue applicazioni non sono immediatamente chiare allo spettatore, così come le connessioni tra i vari tipi di poteri, e le spiegazioni gli saranno fornite in maniera inusuale e molto tardi nella storia. Fino ad allora il mondo narrativo sembrerà un ammasso confuso di concetti senza capo né coda.
A dispetto delle incomprensioni che un sistema così complesso e atipico nella sua struttura causi nello spettatore, Magi è una serie che fonda la sua profondità non tanto sui combattimenti, quanto sui suoi personaggi, sul suo mondo e sulla fantapolitica.
Riuscire a valutare il sistema del Magoi è molto complicato, ma si può dire che, nonostante i primi combattimenti sembreranno generici, banali e inutilmente esagerati, oltre che prevedibili, man mano che si va avanti nella serie tutto comincerà ad avere una coerenza, le regole verranno spiegate in maniera molto naturale e anche la profondità strategica, soprattutto nelle tattiche belliche, comincerà a farsi presente.
Da apprezzare è anche la resa grafica, soprattutto negli Equipaggiamenti Djinn, che aumenta notevolmente l’immersione.
4° posto – Chakra (Naruto)
Un altro Power System complesso e concettoso, sviluppato attraverso gli anni nell’immenso universo narrativo di Naruto dal mangaka Masashi Kishimoto, autore di uno dei Battle Shounen più famosi e importanti della storia.
Nonostante a prima vista, dai combattimenti, possa non sembrare, il Chakra di Naruto si fonda su un sistema di tecniche e metodologie dalla notevole complessità, che ben si sposano con il contesto delle battaglie tra ninja in un mondo ricco di mitologia orientale.
Concetti come i canali di fuga del Chakra, le otto porte difensive, gli elementi per le tecniche ninja, le arti oculari e le tecniche eremitiche sono tutti rielaborazioni molto creative della mitologia Shintoista e Buddhista, ma nella formazione dei ninja al combattimento sono trattati quasi come una scienza.
Il Power System in sé presenta enormi potenzialità, ma la maniera con cui è gestito nella storia non sempre le sfrutta a pieno. Più si va avanti, infatti, più l’autore tende a cedere alla tentazione del power up e ad alzare costantemente i paletti narrativi, piuttosto che ingegnarsi a risolvere i conflitti facendo ricorso alle informazioni già note e introdotte in precedenza.
Nonostante questo difetto, che forse si può imputare a tutti i Battle Shounen più popolari, è doveroso riconoscere che il Chakra è uno dei Power System più vasti e intricati che siano mai stati creati in un anime.
3° posto – Quirk (My Hero Academia)
Non poteva non piazzarsi così in alto il sistema di combattimento semplice e geniale alla base di My Hero Academia, manga di Kohei Horikoshi adattato in un anime di grande successo dallo studio Bones, e a tutti gli effetti simbolo della nuova generazione di Battle Shounen.
La premessa e il messaggio semplici uniti ad uno sviluppo e dei personaggi di notevole profondità che caratterizza la storia ben si sposa al sistema dei Quirk. Con una semplice e brillante rivisitazione dell’idea dei supereroi occidentali e dei loro superpoteri, Horikoshi ha creato un mondo in cui ciascuno è dotato di un proprio superpotere, per un’incredibile varietà nel design e nelle dinamiche di ogni personaggio e situazione.
Particolarmente da apprezzare è il fatto che l’enfasi posta dalla storia sulla crescita lenta e graduale dei personaggi ben si rispecchia nella natura dei Quirk, simili a dei muscoli da poter allenare per migliorare l’unica loro capacità e per i quali l’esperienza del portatore e la sua creatività nell’adoperarla fanno la differenza negli scontri.
Nonostante la leggera prevedibilità, la morale positiva di fondo e l’occasionale power up rendano difficile che un personaggio buono perda, le battaglie sono scontri di ideali da manuale e riescono ad avere sia un’elevata spettacolarità che una quasi sempre ottima profondità strategica. Il Power System dei Quirk, per quanto non originalissimo, è comunque facile da capire e ricco di personalità e potenziale.
2° posto – Stand (Le Bizzarre Avventure di JoJo)
JoJo non è un semplice anime o manga, ma, grazie al genio volubile del suo mangaka Hiroiko Araki e all’eccellente adattamento delle prime 5 parti di David Production, riesce ad essere un’esperienza multisensoriale e artistica sempre pronta a stupire, colpire e disorientare con le sue bizzarrie.
L’anime di JoJo non eccelle certo per coerenza interna, né per realismo nel worldbuilding o complessità della trama (non è certo su questo che punta), ma la sua struttura flessibile consente all’autore di sperimentare e cambiare idea costantemente su ciò che vuole dalla storia, con esiti sia positivi che negativi. Gli Stand, nati nella parte 3 per sostituire le più limitate Onde Concentriche, sono un perfetto esempio di ciò.
Surreali nel design, ricchi di citazioni all’arte e alla musica nel nome e nei poteri, dalle abilità assurde e diretta proiezione dell’inconscio del portatore, ci sono pochi limiti a ciò che gli Stand possano fare e rappresentare. Tra questi, quello più rilevante è: un solo (o pochi) potere per portatore. Tale caratteristica, unita al fatto inusuale che i portatori di Stand sono persone comuni e nulla li protegge dall’essere feriti, conferisce alle battaglie una profondità strategica unica nel suo genere e sempre sorprendente.
Nonostante più si va avanti nella serie più le battaglie sono improntate sulla strategia, le suddette sono spesso al limite dell’assurdo e costantemente in bilico tra la genialità e il flop colossale, tutto pur di sperimentare, e non sempre l’esito sarà soddisfacente.
Ciò non di meno, la tensione e l’enfasi sono sempre ai massimi storici e alla fine, comunque sia andata, si è certi di aver vissuto un’esperienza bizzarra.
1° posto – Nen (Hunter x Hunter)
Per molti versi il miglior Power System mai immaginato, il Nen di Hunter x Hunter, manga di Yoshihiro Togashi adattato in due anime da Nippon Animation e Madhouse, riesce a concentrare in sé tutte le caratteristiche che un buon Power System deve avere, senza soffrire dei difetti.
Parlare del Nen in un testo breve è praticamente impossibile, si potrebbero scrivere dei trattati a riguardo, ma a vederlo in azione subito ne si afferrano i meccanismi grazie alla sua intuitività e schematicità. Anche se all’inizio può presentarsi come uno dei tanti poteri di controllo dell’aura, subito ci si renderà conto della cura maniacale e dell’eleganza delle sue meccaniche.
Si può dire che il pregio più grande del Nen sia la sua capacità di accomodare, date le giusta condizioni, qualsiasi tipologia di potere e stile di combattimento, perfino interi Power System creati ex novo (cosa che viene fatta nella storia), all’interno della sua architettura perfetta costruita su un numero limitato di regole fisse.
Se c’è una cosa che ci si può aspettare dal Nen è che resti sempre coerente con sé stesso e con le informazioni che sono già note, per quanto assurde possano essere le applicazioni sempre nuove delle regole. L’autore, per altro, si impegna costantemente per spremere ogni goccia di potenziale che il Nen possiede, tramite personaggi che, a seconda delle necessità, si servono di questa o di quell’altra regola.
La struttura di base consente a chiunque di usufruire di basilari tecniche di difesa, attacco e percezione, mentre la sovrastuttura degli Hatsu, di cui ciascun personaggio si costruisce il proprio, presenta le giuste limitazioni per far sì di bilanciare i poteri fra loro.
Le battaglie in Hunter x Hunter sono densamente analitiche e quasi mai la potenza di un personaggio è garanzia della sua vittoria. Le strategie sono sempre complesse, ben ragionate e strutturate in modo da stimolare lo spettatore più attento a speculare sulle possibili applicazioni delle abilità dei personaggi.
La potenziale infinità di poteri possibili unita alla profondità analitica rendono inoltre il Nen un sistema completo e multiforme, perfettamente adatto all’universo avventuroso di Hunter x Hunter, dove la realtà è sempre più complicata di come appare e non esiste mai un singolo punto di vista corretto.