Gli anime e i manga, si sa, sono pieni di cattivi e di antagonisti e a volte il vero punto di forza di una storia sono proprio loro, più che i protagonisti. Eppure non tutti i cattivi sono uguali: c’è chi vuole conquistare il mondo e chi si accontenta di obiettivi più circoscritti ma non per questo meno importanti, chi è mosso da ideali che ritiene nobili e chi infligge dolore per il solo gusto di farlo, chi si limita ad ammazzare il prossimo e chi rivolge la propria crudeltà verso la propria stessa famiglia e le persone più vicine.
Questa classifica, che non vuole essere esaustiva (anche perché richiederebbe ben più di dieci posizioni), prende in esame dieci personaggi che sicuramente spiccano per la propria crudeltà, che si sono macchiati di alcuni dei crimini più atroci mai visti in un anime o in un manga. Dentro ci troverete serial killer, tiranni galattici, gente convinta di risolvere i problemi del mondo con la morte dei criminali, parricidi, vampiri metrosessuali e crudeli presidenti aziendali.
Prima di proseguire, una precisazione: la classifica contiene spoiler dai manga e dagli anime presi in esame, quindi chi non ha visto le opere in questione e non vuole rovinarsi la sorpresa dovrebbe fermarsi qui.
10 – Light Yagami (Death Note)
La classifica non poteva non iniziare con Light Yagami. Nel momento in cui mette le mani sul quaderno della morte, che può uccidere semplicemente scrivendoci sopra il nome di una persona, il liceale modello si trasforma in un angelo della morte convinto di poter risolvere i problemi del mondo con questa soluzione tanto elegante quanto drastica.
Questa convinzione di essere nel giusto permette a Light di uccidere decine, centinaia di persone a cuor leggero; e se inizialmente la sua crociata contro il crimine può risultare addirittura condivisibile, o quantomeno comprensibile, andando avanti il personaggio volge i propri poteri contro poliziotti e investigatori, assumendo così i caratteri di un vero e proprio villain e perdendo per sempre quell’aura di giustiziere severo ma giusto degli inizi.
Il comportamento di Light apre inoltre le porte a interessanti interrogativi: è giusto infliggere la morte a un criminale, invece di pensare alla sua riabilitazione? Davvero l’esistenza di un’autorità suprema che decide chi deve vivere e chi deve morire renderebbe il mondo un posto migliore? E chi controlla il controllore?
9 – Deathmask (Saint Seiya)
Nella saga del Santuario, che li contrappone ai potentissimi Gold Saint, i cinque bronzini si trovano di fronte a ogni genere di avversario: c’è chi li lascia passare dopo averli messi alla prova per saggiare la loro potenza, chi combatte per il gran sacerdote ignorando la sua malvagità, chi si redime e diventa un inaspettato alleato. E poi c’è Deathmask, il Santo del Cancro, anche noto come il più grande figghiu ri b*****a dell’opera di Masami Kurumada.
Nonostante sia al servizio di Atena, il cavaliere siciliano (eh sì, è un nostro conterraneo) agisce spinto unicamente da un desiderio di infliggere dolore fine a se stesso: per questo non solo uccide innocenti, ma tappezza le pareti della propria casa con le loro teste. In un manga (e poi anime) in cui il confine tra bene e male non è sempre così chiaro, Deathmask rappresenta uno dei pochissimi personaggi malvagi fino al midollo, tant’è che la sua morte non ha nulla di eroico, a differenza di quanto succederà a molti suoi colleghi: anzi, nella scena in cui l’armatura del Cancro lo abbandona si prova un senso di profonda soddisfazione.
Deathmask riappare anche più avanti, sia nell’opera originale sia nello spin-off Soul of Gold, e sembra redimersi per le proprie azioni passate; ma ciò non ne cancella affatto la crudeltà e la gratuità.
8 – Dio Brando (Le bizzarre avventure di JoJo)
Immaginate un odio talmente violento da perdurare per un secolo e da portare una persona a perseguitare non solo il proprio rivale, ma anche l’intera sua stirpe: ecco a voi Dio Brando, uno degli antagonisti più iconici di JoJo.
Inizialmente Dio non sembra una grande minaccia: è un ragazzetto cresciuto in una situazione disfunzionale, con un padre violento e ubriacone e una madre morta troppo giovane. Eppure, già prima di diventare un vampiro immortale, si macchia di atti terribili come l’uccisione del povero Danny, il cane di Jonathan, o il tentato omicidio del suo benefattore, George Joestar, al fine di mettere le mani sulle sue ricchezze.
Quando mette le mani sulla maschera di pietra e acquista l’immortalità, Dio dà il peggio di sé: iconica la scena in cui accetta la richiesta di una madre di risparmiare il figlio neonato, salvo trasformare la donna in un vampiro e contemplarla divertito mentre divora il suo stesso pargolo.
Ma a dominare Dio è soprattutto il desiderio di vendetta nei confronti di Jonathan Joestar, che porta al tragico epilogo di Phantom Blood e, trasferendosi ai suoi discendenti, dà il via anche alla terza parte del manga, Stardust Crusaders. Qui il vampiro è protagonista di episodi meno cruenti, ma già solo il fatto di impiantare germogli di carne nel corpo dei suoi sottoposti, al fine di controllarli e se necessario toglierli di mezzo, lo conferma uno dei personaggi più spietati nel mondo dei manga e degli anime.
7 – Kaiō (H0kuto no Ken)
Il manga post-apocalittico nato dalla penna di Tetsuo Hara e dalla mente di Buronson abbonda di antagonisti spietati che trucidano poveri innocenti e mirano a diventare i padroni del nuovo mondo martoriato dalle esplosioni atomiche: da Shin a Jagger, da Souther a Yuda, da Raō a Jakō. C’è chi giustifica le proprie azioni col nobile proposito di riportare ordine e civiltà, chi ammette candidamente di seguire solo la legge del più forte.
Ma nessuno batte la cattiveria di Kaiō, il fratello maggiore di Raō e Toki introdotto nella saga degli Shura. Kaiō appartiene al ramo cadetto della famiglia di Hokuto, motivo per cui è stato costretto, da giovane, a servire la famiglia principale, di cui fanno parte Kenshiro e suo fratello Hyō: da ciò deriva un viscerale odio verso la Divina Scuola di Hokuto.
Pur di distruggerla, Kaiō non esita a uccidere la propria sorella Sayaka, di cui Hyō è innamorato, e a far ricadere la colpa su Kenshiro, dando vita a uno scontro fratricida. E quando mette le mani su Lynn, usa la sua conoscenza dei punti di pressione per farla svenire e condannarla a innamorarsi del primo uomo che vedrà una volta aperti gli occhi.
A questi atti già gravissimi va aggiunta la spietatezza con cui schiaccia i propri nemici: persino Kenshiro si trova in seria difficoltà contro di lui, finendo crocifisso e salvandosi per il rotto della cuffia.
6 – Freezer (Dragon Ball)
Chi è cresciuto con Dragon Ball difficilmente indicherebbe un antagonista più malvagio e sadico di Freezer.
Il tiranno galattico è diventato anzi uno dei villain per antonomasia: non brilla per approfondimento psicologico o complessità dei suoi obiettivi, ma è pur sempre un essere che devasta interi pianeti senza battere ciglio e che uccide i più deboli per il puro gusto di farlo. Difficile trovare qualcuno peggiore, almeno nel mondo dei battle shōnen.
Se già la distruzione del pianeta Vegeta rappresenta un atto gravissimo, Freezer dà il meglio di sé su Namek, mostrando evidente piacere nell’uccidere, a volte giocando con il malcapitato di turno come un gatto col topo. Purtroppo per lui questo sadismo gli si ritorcerà contro: uccidere Crilin sarà infatti la scintilla che farà scoppiare la rabbia di Goku, portandolo a raggiungere lo stato di Super Saiyan.
5 – Kazutaka Hyōdō (Tobaku Mokushiroku Kaiji)
Chi ha detto che per essere in questa classifica bisogna essere un sanguinario conquistatore o un serial killer? Kazutaka Hyōdō non è né l’uno né l’altro, ma non ha nulla da invidiare agli altri nomi di questa lista.
Hyōdō è “semplicemente” il presidente di una potente compagnia finanziaria, a capo di un impero di centinaia di miliardi di yen: è ricco, è circondato da ogni sorta di comodità e da gente che obbedisce a ogni suo più piccolo ordine.
Eppure, forse proprio per questo, è annoiato dalla banalità della vita e ricerca emozioni forti costringendo i malcapitati di turno, spesso disperati senza un soldo, a cimentarsi in giochi di abilità e di intelligenza che mettono a rischio la loro stessa incolumità fisica. Ne sa qualcosa Itō Kaiji, il protagonista dell’opera, sprofondato per colpa del presidente in una serie di sfide sempre più brutali che gli sono costate debiti e mutilazioni fisiche.
Ma Hyōdō sa essere spietato anche con i suoi stessi sottoposti e probabilmente dà il peggio di sé quando costringe il suo fidato braccio destro Yukio Tonegawa a inginocchiarsi su una piastra ardente per chiedere scusa del proprio fallimento. Insomma, nulla e nessuno è al sicuro dai suoi sadici capricci.
4 – Bondrewd (Made in Abyss)
Made in Abyss è un’opera che può ingannare, con il suo stile morbido e bambinesco, ma in realtà sa anche dare pugni allo stomaco dei lettori e degli spettatori. Sicuramente uno degli episodi più difficili da digerire è quello relativo alla storia di Nanachi e Mitty.
L’uomo dietro gli esperimenti che hanno trasformato le due bambine (e decine, forse centinaia di altri come loro) in scherzi della natura è Bondrewd, un Fischietto Bianco che pur di svelare i misteri dell’Abisso non esita a spedire ignari bambini negli strati inferiori, per poi studiare gli effetti della Maledizione dell’Abisso sul loro corpo. Il tutto senza la minima remora, senza mostrare il minimo dilemma morale.
Rispetto ad altri cattivi di questa lista, Bondrewd potrebbe sembrare meno terribile perché mosso da un intento scientifico più che da un sadismo fine a se stesso: eppure proprio questo lo rende un personaggio davvero disturbante, il dottor Mengele del fumetto e dell’animazione.
3 – Johan Liebert (Monster)
Dietro i suoi occhi di ghiaccio e il suo viso apparentemente angelico, il protagonista e insieme antagonista di Monster nasconde l’animo di un vero demonio, al punto che lo stesso autore del manga, Naoki Urasawa, ha ammesso di essersi ispirato alla figura dell’Anticristo.
Capace di un amore morboso solo nei confronti della propria sorella gemella, Liebert è un autentico genio del male, un manipolatore della psiche umana che sfrutta debolezze e sensi di colpa per indurre al suicidio chiunque capiti sulla sua strada.
Dietro queste azioni non si nasconde il desiderio di potere o di ricchezza: la visione del mondo di Liebert è fondamentalmente nichilista e lo porta a commettere il male per cercare le risposte ai grandi interrogativi della vita. Come Bondrewd, anche lui sembra mosso da qualcosa di più elevato del semplice sadismo, il che non giustifica affatto le sue azioni ma anzi le rende ancora più tremende.
2 – Gihren Zabi (Mobile Suit Gundam)
L’argento di questa classifica se lo guadagna Gihren Zabi, primogenito del dittatore spaziale Degwin Sodo Zabi con un quoziente intellettivo di 240 totalmente asservito al male.
A prima vista Gihren potrebbe sembrare un politico e un comandante come tanti, un po’ inquietante, un po’ troppo severo, ma non così tanto da essere al di sopra di personaggi come Dio Brando o Kazutaka Hyōdō. Ma per giustificare la sua collocazione così in alto bastano due dettagli: indica Adolf Hitler come modello positivo a cui ispirarsi e non esita a vaporizzare il proprio padre con un gigantesco raggio laser quando va a trattare la pace con i terrestri.
Certo, pochi episodi dopo viene ucciso da sua sorella Kycilia, ma d’altronde parliamo della famiglia Zabi, mica dei Robinson.
1 – Griffith (Berserk)
Avere un sogno è una bella cosa… finché non arrivi a sacrificare i tuoi amici nella maniera più brutale possibile per realizzarlo.
Griffith è uno dei personaggi più ambigui nella storia dei manga e degli anime. Efebico, carismatico, capace di ammaliare il prossimo e di portarlo dalla propria parte con la forza degli ideali in cui crede, fa il suo ingresso in Berserk come capo di una formidabile banda di mercenari, la Squadra dei Falchi. Il rapporto che si crea con Guts si configura dapprima come una rivalità, poi come un’amicizia, infine come un qualcosa di incredibilmente morboso: al punto che quando Guts lascia i Falchi per percorrere la propria strada, Griffith subisce un autentico tracollo e da lì inizia la sua rovina.
Anni di torture e mutilazioni lo trasformano in un rottame vivente, ma proprio quando arriva all’apice della disperazione gli si apre davanti la porta del riscatto. Unico problema: per realizzarlo deve sacrificare tutto ciò che ha di più caro. E così ha vita l’Eclisse, uno degli episodi più brutali non solo di Berserk, ma dell’intera storia dei manga.
L’ambiguità di Griffith prosegue anche nella seconda parte del manga: se la popolazione stremata da guerre e attacchi di mostri vedono nel Falco un simbolo di rinascita e di riscatto, i lettori che sono dalla parte di Guts sanno bene quale razza di mostro egli sia. E lo stupro di Caska è una di quelle scene che resteranno più impresse nella mente di chiunque abbia la fortuna (o sfortuna, visti i tempi biblici di pubblicazione) di leggere Berserk.