Per l’Otakult di oggi presentiamo Tokyo Crazy Paradise, un manga shojo scritto e illustrato da Yoshiki Nakamura, creatrice anche del più famoso Skip Beat.
L’opera è stata serializzata dal 1996 al 2002 sulla rivista Hana to Yume e i capitoli sono stati raccolti in 19 volumi.
Prima di analizzare questo manga, dai un’occhiata ai nostri precedenti Otakult:
- Totally Spies #Otakult 156
- RIOT of the World – Otakult # 155
- Fortezza Super Dimensionale Macross: Otakult #154
Tokyo Crazy Paradise: il paradiso del crimine
Siamo nel 2020, in una Tokyo sopraffatta da crimini e criminali, che ha portato la popolazione femminile a scappare a cause delle violenze continue. Infatti i crimini verso le donne sono secondi solo agli omicidi.
La serie si apre proprio con un immagine della società decaduta: una donna viene attaccata in pieno giorno e nessuno dei passanti prova ad aiutarla minimamente.
A causa di questi pericoli, Tsukasa Kozuki cresce travestendosi da ragazzo, costretta dalla madre che teme per il suo futuro.
La sua vita cambia improvvisamente quando i genitori poliziotti della ragazza vengono uccisi mentre investigavano sulla morte del padre di Ryuji Shirogami, compagno di classe di Tsukasa e adesso a capo del clan yakuza Kuryugumi.
Essendo rimasti orfani e non avendo un posto dove andare, Tsukasa e i suoi fratelli rimangono per strada. La protagonista non vedendo altre opzioni decide di andare da Ryuji per cercare riparo, dietro la menzogna di essere in grado di riconoscere l’assassino di suo padre.
Il giovane leader decide così di assumerla come guardia del corpo fino a quando non verrà smascherato il colpevole dell’omicidio.
Iniziando però ad affezionarsi al carattere allegro e impetuoso di Tsukasa, così differente dal proprio, Ryuji non la lascia andare nemmeno dopo aver scoperto l’assassino del padre. La ragazza si trova, infatti, estremamente indebitata nei suoi confronti a causa dei fratelli ed è costretta così alle dipendenze della yakuza.
Promette quindi allo yakuza di diventare un poliziotto e di arrestarlo, sfida che il ragazzo accetta divertito.
Inizia così lo sviluppo in Tokyo Crazy Paradise di una storia d’amore, minacciata da scontri fra organizzazioni criminali e malintesi, che porteranno i due protagonisti a fare i conti con il loro passato e a mettere in dubbio i principi con cui sono cresciuti.
Tsukasa Kozumi: cresciuta come un ragazzo per sopravvivere
Tokyo Crazy Paradise è un ottimo mix tra azione, comicità e romanticismo.
I due caratteri completamente opposti dei protagonisti rendono la loro relazione molto più complessa.
Anche l’origine delle due famiglie li allontana: la figlia di due poliziotti e il capo di un’organizzazione criminale, opposizione che crea non poco conflitto interno in Tsukasa, che vede minacciati i valori con cui è stata cresciuta.
Un importante tema all’interno della storia è sicuramente quello della situazione della donna nella società e dell’accettazione del proprio lato femminile. Tsukasa è stata costretta a vivere come un ragazzo per tutta la sua vita, situazione che l’ha portata a sentirsi fortemente a disagio con il proprio corpo.
Inoltre nella Tokyo del 2020 rappresentata dall’opera, i crimini verso le donne sono talmente frequenti che sono state costrette a fuggire oppure non vengono nemmeno aiutate nel momento del bisogno, un tema purtroppo ancora molto attuale.
La protagonista si trova quindi a dover mostrarsi costantemente forte per non dover essere preda di malintenzionati e rivela il suo lato più emozionale solamente a Ryuji.
Le illustrazioni sono quelle tipiche degli anni ’90, con a volte strane proporzioni e angolazioni. Uno stile che ricorda un po’ Ranma 1/2, anche per le scenette e le battute comiche di Tsukasa riguardo alla sua vita da ragazzo e ragazza allo stesso tempo.
Interessante anche la visione del futuro in Tokyo Crazy Paradise, in quanto la storia, scritta nel 1996, è in realtà ambientata nel 2020 e quindi comprende tecnologie che al tempo potevano solo essere immaginate come possibili.