NPE è un editore poliedrico e particolarmente attento alla storia. Lo dimostra ancora una volta oggi con Tina o Maria – Riflessi di una vita, un albo dalla lunghezza moderata che condensa le vicissitudini a cavallo di un oceano di Tina Modotti, attivista comunista udinese vissuta nel pieno dei sogni tinti di rosso che hanno caratterizzato l’inizio del secolo scorso e che hanno portato, tra gli altri numerosi eventi, alla nascita di quel mastodontico esperimento sociale che fu l’Unione Sovietica.
Le matite e gli acquerelli del veterano Ivo Milazzo raccontano la storia di questa figura in maniera fine e sobria, delineandone la bellezza d’altri tempi e il temperamento fuori dagli schemi dell’epoca che la caratterizzavano.
Tina o Maria è stata realizzata con la collaborazione di Anna Rita Graziano Peretti Cucchi, vedova dello scomparso Valerio Peretti Cucchi, storico autore di programmi televisivi Mediaset quali Striscia la notizia e Paperissima insieme ad Antonio Ricci, il quale ha scritto la prefazione dell’opera.
Peretti Cucchi era un particolare estimatore dell’arte fotografica della Modotti, la quale curiosamente sosteneva che il termine ‘arte’ dovesse essere accostato alla fotografia con estrema cautela, e dunque in vita si era fatto grande studioso e promotore della sua figura, screditata dalla stampa reazionaria dell’epoca in seguito alle circostanze misteriose della propria scomparsa, avvenuta nel 1942 a bordo di un taxi alla prematura età di quarantasei anni.
Tina o Maria, lo sguardo rivoluzionario di una donna eccezionale
Tina o Maria si apre proprio con l’appena menzionato episodio, verificatosi nottetempo in una Città del Messico in cui operavano ancora artisti come Frida Kahlo e Diego Rivera.
Si apre così un flashback colorato ad acquerello apparentemente ambientato nel Vecchio West che presto si rivela in realtà un interpretazione da circo tenutasi ad Udine. La prima immagine che la giovanissima Assunta Adelaide Luigia ‘Tina’ Saltarini Modotti ha di quella che diventerà presto la sua nuova patria: gli Stati Uniti d’America, dove si ricongiunge al padre ivi emigrato insieme alla sorella Mercedes.
Proprio lì, precisamente a San Francisco, Tina si appassiona all’arte, la cui coltivazione alterna al lavoro di sarta, anche come attrice. Così comincia una lunga e sfaccettata maturazione artistica e ideologica scandita da torbide storie d’amore, le cui più preminenti sono quella con il collega fotografo Edward Weston, con il quale aprirà uno studio a Città del Messico; con il pittore muralista Xavier Guerrero e con Julio Antonio Mella, attivista comunista conosciuto dall’artista mentre lavorava come traduttrice presso il periodico proletario ‘El Machete‘.
L’albo si sofferma anche sulla medesima attività di Tina svolta in Unione Sovietica, Paese dove ottenne asilo dopo essere stata espulsa dal Messico ed aver evitato l’arresto da parte del regime fascista, assumendo come copertura la falsa identità di Maria Carmen Sanchez. Ecco spiegato il nome dell’opera.
Due artisti in un unico albo
Il maggior pregio di Tina o Maria sta nell’organizzazione della narrazione, la quale ha come filo conduttore un dialogo tra Tina stessa e un anonimo interlocutore rappresentato da vignette in bianco e nero intervallato da flashback ad acquerello che descrivono i vari eventi vissuti dalla protagonista.
Tali flashback sono accompagnati, soprattutto nella fase mediana dell’opera, dalle stesse fotografie prese dalla protagonista o che la ritraggono, spesso constanti di nudi artistici realizzati nel modo più egregio possibile, vale a dire senza la minima volgarità, un precetto difficile da conseguire la cui complessità è ben nota a chi si occupa di questo tipo di scatti.
Come anticipato in apertura di recensione, il tratto di Ivo Milazzo è raffinato ed a tratti etereo, specie per quanto riguarda i momenti ad acquerello, di gran lunga una gioia per gli occhi di chi legge.
Qualche parola di lode va anche alla scorrevolezza dell’opera, gestita ottimamente nonostante la complessità e la lunghezza dei dialoghi, che possono mettere in difficoltà, specie chi non conosca la figura di Tina Modotti o più in generale la storia del primo Novecento e del primo dopoguerra, tutt’altro che semplice da approfondire nonostante sia passato oltre un secolo da quegli avvenimenti. Ne consegue che Tina o Maria, pur essendo scorrevole, non è esattamente un fumetto per ogni palato.
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