TigerSharks è una serie animata del 1987, prodotta dal gruppo di autori denominato Rankin/Bass, distribuita da Lorimar-Telepictures e trasmessa sulla rete televisiva Statunitense Syndication (in Italia su Rai 2).
La produzione è composta da 26 episodi, di circa una ventina di minuti ciascuno, che all’epoca furono inseriti all’interno del contenitore televisivo per ragazzi The Comic Strip.
Le animazioni della serie furono ad opera dello studio Pacific Animation Corporation, il quale si era precedentemente fatto conoscere nell’ambiente grazie al lavoro svolto su cartoni di successo quali ThunderCats e SilverHawks.
Insieme ad altri progetti come Street Frogs, The Mini-Monsters e Karate Kat fu protagonista, nell’anno seguente alla prima trasmissione, di una rappresentazione teatrale, la cui tournée toccò molteplici stati degli USA.
La trama di TigerSharks
I Tigersharks sono un gruppo di esploratori spaziali formato da umani dotati di un dispositivo tecnologico denominato Fish Tank. Tale prodezza tecnologica permette loro di trasformare la propria essenza umana nella corrispettiva forma acquatica. Sull’astronave marina Sark conducono la loro vita mentre viaggiano tra i pianeti che compongono il vasto universo inesplorato. La loro carriera da giustizieri, a protezioni degli innocenti, inizia nel momento in cui giungono sul pianeta sommerso Water-O. Qui abita una razza di uomini pesce oppressa dalle mire espansionistiche del malvagio T-Ray, accompagnato dal fido Captain Bizzarly. Grazie alla trasformazione posta in essere dal Fish Tank il nostro gruppo di eroi inizierà una guerra per ristabilire la pace e riportare la speranza in questo nuovo Mondo.
Considerazioni finali
I ricordi d’infanzia legati alla trasmissione sulla rete televisiva Rai 2 portano ad avere un occhio di riguardo verso una serie che comunque risente tantissimo del tempo trascorso.
Le animazioni risultano assai macchinose ed i dettagli riguardanti gli sfondi esterni e gli ambienti al chiuso sono completamente assenti, dando all’intero progetto un tono cheap e dimenticabile.
A livello di narrazione e di dialoghi colpisce fin da subito il fatto che l’intero progetto è stato concepito per un target di giovanissimi spettatori, le trame non presentano nessun tipo di mistero e ragionamenti intricati alla base mentre i discorsi tra i protagonisti sono formati da un linguaggio semplice sprovvisto di frasi memorabili.
Questo cartone animato ha l’unico pregio di aver un incipit accattivante che basa la sua forza sull’accattivante design marino degli attori in gioco, una mossa strategica che si collegava direttamente con la volontà di massimizzare la vendita del merchandise.
La classica contrapposizione tra il bene e il male e la conseguente ascesa di un gruppo di protettori, a difesa di una cittadina di innocenti, sono dinamiche banali che agli inizi degli anni novanta si sposavano perfettamente con gli ideali perbenisti portati avanti dalla società Americana.
La difficoltà nel reperire materiale legato alla serie è stata l’elemento fondamentale che ne ha causato lo stazionamento nel dimenticatoio, i nostalgici e e le nuove generazioni possono eventualmente sperare in un’operazione di rilancio pari a quella avvenuta nel 2010 per i ThunderCats.