Peter S. Beagle scrisse nel 1968 il fantasy The Last Unicorn, e nel 1982 stese la sceneggiatura del film di animazione. La storia venne animata dalla produzione Topcraft, uno studio creato dal produttore Toru Hara. Hara era affiliato alla Toei Animation, che di recente ha sviluppato Sailor Moon Crystal e alcuni film di One Piece.
Il film venne realizzato in collaborazione con una casa di produzione americana. Un’ottima occasione che però portò diverse difficoltà all’autore del romanzo in seguito a diverse violazioni professionali da parte del suo manager. Beagle si vide costretto a iniziare una disputa legale nel 2015 per frode, abuso e diffamazione contro Connor Cochran. Il caso contro l’ex-manager venne affidato alla Corte Superiore della California, che nel 2019 emesse un verdetto in favore di Beagle.
La vicenda legata a The Last Unicorn non terminò neppure a quel punto. Cochran però dichiarò bancarotta lo stesso anno. Da poco la corte ha ottenuto la restituzione della proprietà intellettuale dell’opera. In questo modo Beagle avrà modo di portare avanti i suoi progetti. Per farlo infatti doveva riottenere l’esclusiva sul proprio materiale. Stavolta però la firma dei nuovi lavori porterà nome Beagleverse.
The Last Unicorn, la palestra dello staff Ghibli
Molti degli animatori poi passati allo studio Ghibli diedero il loro contributo a The Last Unicorn. Per questo addentriamoci un attimo nel film, che anticipa alcuni temi ricorrenti in Miyazaki.
Il film inizia con la presa di coscienza da parte di un giovane unicorno femmina, che scopre di essere l’ultima della sua specie. Una farfalla la informa infatti che il resto degli unicorni è stato segregato dal Toro Rosso ai confini della Terra. Speranzosa, la creatura parte alla loro ricerca,
I guai però non tardano ad arrivare. L’unicorno viene presto catturato da una strega che intende esibire l’animale nelle sue fiere, come attrazione principale. Grazie all’aiuto del mago Schmendrick però la creatura riesce a sfuggire alla strega e a nascondersi dal Toro Rosso. Schmendrick infatti la trasforma in un’essere umano, ingannando il nemico. Scoprirà poi che il Toro è di proprietà di re Haggard, che vive solo al castello con il figlio Lir.
Come umana però Amalthea (così verrà presentata a corte) scopre proprio ciò che non si aspettava. Man mano che conosce Lir inizia ad innamorarsene, dimenticando pian piano la sua missione…