Satoshi Wagahara ha finalmente pubblicato il finale di The Devil is a Part Timer!, la light novel a cui lavorava dal 2011. In Giappone l’edizione è stata a cura della ASCII Media Works, mentre in America è stata diffusa grazie alla Yen Press, la casa editrice che cura anche la versione inglese di Sword Art Online.
Pare però che il pubblico dei lettori non abbia apprezzato la conclusione, e subito sono sorte invettive e velate minacce sul web, tutte rivolte al povero Wagahara. Tra le altre, alcune sono veramente minacciose e arrivano ad augurare la morte al malcapitato autore.
C’è chi ha toni più sarcastici e chi sfocia nell’odio puro, ma sono tutti d’accordo su una cosa: il finale è pessimo. Occorre però fare attenzione a come si esprime il proprio parere. Anche questi tweet possono mettere in allerta la polizia. Sempre che non siano fan della light novel a loro volta.
The Devil is a Part Timer!: l’inferno si traferisce al fast-food
Basta tradurre il titolo per capire cosa ci si può aspettare. The Devil is a Part Timer! introduce subito la figura di Satana in persona e i suoi fidati demoni Alciel, Lucifer, Malcoda e Adramelech.
Durante la lotta contro l’eroina Emilia e i suoi compagni, Satana e Alciel riescono a fuggire attraverso un portale ritrovandosi nella Tokyo odierna. La prima cosa che i due demoni scelgono di fare è assumere almeno temporaneamente sembianze umane, per confondersi meglio nella metropoli mentre Emilia è sulle loro tracce.
Tuttavia, per vivere serve pur sempre un lavoro. Satana assume perciò l’identità del giovane Sadao Maou e accetta un lavoro part-time al fast-food McRonald (chissà a cosa è ispirato…) mentre Alciel diventa il suo domestico personale.
Sebbene adattarsi per loro non sia un problema, incontrano presto una ragazza sospetta, Emi Yusa. Non è altri che Emilia: intrappolata anche lei nell’epoca moderna, ha dovuto farsi assumere in un call center. E dalle difficoltà condivise, in The Devil is a Part Timer! nasce presto un’alleanza insospettabile.