Tenshi no Tamago è un film d’animazione del 1985, scritto e diretto da Mamoru Oshii, realizzato dallo Studio Deen con i disegni di Yoshitaka Amano. L’opera, della durata di 71 minuti e quindi considerabile un lungometraggio, è inedita in Italia, ma reperibile online grazie al lavoro amatoriale di alcuni appassionati.
Da non confondersi con il film live action che porta lo stesso nome, che tratta temi completamente differenti.
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La trama di Tenshi no Tamago
Ci troviamo in un mondo vuoto, senza luce e senza vita, al fianco dei due personaggi che si dividono la scena, una bambina e un soldato. La bambina protegge un uovo e ha paura che questo sia oggetto di interesse per il ragazzo. Il soldato si avvicina al luogo dove si trova la bambina dopo aver osservato una strana figura scendere dal cielo e crede che l’uovo possa rappresentare la risposta ai misteri che lo circondano. L’uovo potrebbe essere stato generato da un enorme volatile, di cui possiamo vedere solo lo scheletro fossilizzato. Non faremo in tempo a vedere cosa possa crescere all’interno del guscio, perché il soldato distruggerà l’uovo con la sua arma.
Analisi
Tenshi no Tamago si ambienta in un contesto desolante, vicino a quella che potrebbe sembrare una città, o comunque una costruzione umana. Un luogo che in realtà si rivela essere una parte dello scafo di una enorme nave, un’arca per quello a cui viene fatto riferimento come una versione alternativa del diluvio universale, una missione che non ha mai avuto successo.
Non sappiamo da quanto tempo i personaggi si trovino in quel luogo e probabilmente non lo sanno neanche loro. Ogni parvenza di società è ormai perduta, in un ambiente che si può tranquillamente definire post apocalittico.
Opera prima indipendente di Mamoru Oshii, il film si affida molto alla dimensione simbolica, tanto da rappresentare un po’ una chiave di lettura per la comprensione delle sue opere future. Lo spettatore è invitato a costruire il proprio percorso logico, all’interno di un contesto particolarmente cupo e tenebroso, in cui le musiche di Yoshihiro Kanno sono l’unico accompagnamento.
Innegabile la presenza di innumerevoli richiami alla cristianità, con quell’innocente appropriazione culturale di stampo giapponese che ama riprendere concetti diffusi in tutto il mondo per alternarne leggermente il significato. In questo caso più che sulla purezza e sul divino, Oshii insiste sulla perdita dell’innocenza e della speranza. All’inizio del film sentiamo che all’interno dell’uovo si trova qualcosa di vivo, osservarne la sua distruzione comporta sicure conseguenze.
I vari livelli di significato, che rischiano di perdersi in un vortice metaforico, hanno generato quello che può essere definito un insuccesso commerciale, riabilitato, come spesso accade, dalla critica, che ha subito compreso il talento di Oshii. Un talento indiscusso, che pochi anni dopo avrà le capacità necessarie a realizzare l’adattamento di un capolavoro come Ghost in the Shell.