Sono giorni che dall’enorme industria degli Anime si ricevono annunci riguardanti le serie più disparate che hanno tutti lo stesso titolo: rinvio, sospensione, cancellazione. Era inevitabile che l’emergenza intaccasse anche il settore culturale e d’intrattenimento, ma la lista si fa ormai chilometrica. Molte stagioni annunciate non sono mai partite, numerose serie già iniziate sono state interrotte dopo pochi episodi, come è successo per IDOLiSH7
Ma che sta succedendo all’industria degli anime? Con la moda dilagante dello smart-working ci aspetteremmo migliaia di grafici e responsabili di montaggio dietro a uno schermo, a lavorare come sempre. Peccato che il lavoro richieda un’organizzazione molto più complessa.
Il Giappone ha avviato un lockdown prima limitato ad alcune province, che ora si prevede si estenderà all’intero paese, ma in sintesi le misure sono finora state relativamente morbide. Ci sono però almeno tre problemi fondamentali che non consentono all’industria degli anime di lavorare anche adottando misure di protezione individuale.
Prima di tutto, bisogna considerare la parte di registrazione dei dialoghi e delle battute dei personaggi. Si può svolgere solo in studio e di sicuro non si può indossare la mascherina per salvaguardare il microfono né ricoprire quest’ultimo. L’effetto sulla voce registrata sarebbe inascoltabile. Alcuni doppiatori hanno dei set casalinghi per la registrazione, ma non tutti. Oltretutto immaginiamo lo studio di registrazione medio: luogo chiuso, affollato e ristretto. Esattamente dove non si dovrebbe stare.
Una seconda problematica deriva dai disegnatori e dal montaggio: non ce ne si occupa in Giappone. Gran parte del lavoro attivo dell’industria degli anime è svolta in Cina e in Corea del Sud, dove il COVID-19 non manca, anzi.
Per finire, lo scambio via email di materiale è poco pratico per così tanti documenti e files. Ci si aspetta che molte serie previste tra luglio e ottobre saranno posticipate, anche se non vi è ancora nulla di certo. Le problematiche si possono approfondire visitando Sports Nippon.
Ad essere scontenti sono prima di tutto gli impiegati diretti nell’industria degli anime, sapendo quanto i fan attendano il ritorno dei loro beniamini.