Da una decina d’anni ormai, in casa Marvel esistono due Spider-Man contemporaneamente su Terra-616, vale a dire nella linea temporale principale. Se in molti hanno conosciuto Miles Morales grazie al lungometraggio animato Spider-Man – Un nuovo Universo (Into the Spider-Verse), la sua storia editoriale è un po’ più lunga avendo debuttato nel 2011 sulle pagine di Ultimate Spiderman.
Proprio nell’universo revisionista, Miles finisce per diventare l’unico arrampicamuri con conseguente debutto di una testata a lui intitolata. Dopo alcuni anni di crescente successo, al termine dell’evento Secret Wars (da non confondere con le omonime Guerre Segrete degli anni ’80), in casa Marvel si decise di trasferire il giovane di origini portoricane all’interno dell’universo principale della Casa delle Idee.
Un altro rapido flash forward ci riporta al 2018, anno che potremmo definire della consacrazione di Miles Morales: infatti nell’attesissimo videogioco Marvel’s Spider-Man uscito per PlayStation 4, accanto a Peter Parker e Mary Jane è proprio Miles a ricoprire il ruolo da coprotagonista, anche se utilizzabile solo in alcuni frangenti.
Tuttavia il giovane Uomo Ragno diventa sempre più abile nel suo ruolo di protettore di New York tanto che, e siamo nel 2020, Peter Parker si prende una vacanza dal costume lasciandolo da solo a proteggere la Grande Mela nel sequel del videogioco.
Cosa è successo da quando Peter e Miles svelano reciprocamente le proprie identità incollandosi al soffitto fino allo scontro con Vulture, ovvero all’inizio di Marvel’s Spider-Man – Miles Morales?
Proprio a questo interrogativo risponde Britteny Morris con il romanzo Furia Alata, che Kappalab pubblica in Italia a pochi mesi dalla sua uscita.
Ragni e avvoltoi
Gli eventi del romanzo iniziano da dove si interrompe il videogioco, con Miles che ancora deve prendere coscienza della sua nuova situazione e superare il lutto per la morte del padre.
E’ un periodo complicato per lui, che inizia a fare volontariato al F.E.A.S.T. (il ritrovo per senzatetto della New York Marvel) guidato dal suo nuovo amico Peter e accompagnato dalla mamma Rio e dal suo miglior amico Ganke.
Miles è voglioso di fare la differenza, ma talvolta questo gli sembra impossibile perchè a causa del colore della sua pelle, quando è senza costume viene percepito come un problema invece che come la soluzione. Questo accade per esempio quando prova a sventare una rapina, ma viene accusato di essere lui stesso il rapinatore.
In questo frangente è fondamentale la guida di Peter, che sotto il suo solito animo scanzonato riesce a cogliere in profondità i tormenti del giovane arrampicamuri.
I turbamenti giovanili di Miles sono destinati ad essere messi in secondo piano dalla fuga dell’Avvoltoio (nemico storico di Spider-Man), che però stavolta non opera da solo: facendo leva sull’affetto familiare, il vecchio supercriminale è riuscito a convincere la nipote ad intraprendere quella che apparentemente sembra una battaglia contro Terraheal ma che ben presto si rivela il consueto attentato all’ordine pubblico che Spider-Man viene chiamato a sventare.
Terraheal è un’azienda scientifica dall’operato poco chiaro e probabilmente poco etico che si offre di guarire l’Avvoltoio dal cancro che lo affligge in cambio di uno sconto di pena e a condizione che faccia da cavia per una cura sperimentale a base di nanotecnologie.
La cura effettivamente funziona e il criminale si riprende, fin troppo, e decide di giurare vendetta contro l’azienda che accusa di averlo fatto soffrire senza il suo consenso.
Adrian Toomes, questo il suo vero nome, non ci mette troppo a far venire fuori la sua natura di sociopatico: all’insaputa della nipote, ribattezzata Pigeon da Miles, è riuscito a creare un’arma batteriologica partendo proprio da naniti presenti nel suo organismo in grado di trasformare gli esseri umani in creature simili a grossi avvoltoi.
Fortunatamente, dopo un’iniziale momento di smarrimento e qualche insuccesso, Peter e Miles riusciranno a capovolgere la situazione, anche grazie al pentimento di Pigeon che ci dimostra ancora una volta di quanto il bene e il male siano costantemente vicini e che basta poco per imboccare una strada sbagliata, anche se si è mossi da buone intenzioni.
La storia scritta da Britteny Morris è abbastanza scorrevole, tenuto anche conto del target del romanzo, e la storia rientra nei canoni dei personaggi e dell’universo narrativo in cui è ambientata.
Non ci sono particolari colpi di scena durante la lettura, almeno per il lettore di supereroi più esperto, considerato anche che Furia Alata è un romanzo abbastanza derivativo che tanto deve all’Uomo Ragno degli anni 2010: potremmo spingerci nel dire che la storia narrata ricorda molto da vicino il (pessimo) ciclo di Dan Slott intitolato Spider Island.
Basta sostituire lo Sciacallo con l’Avvoltoio e mettere gli Avengers al posto di Miles Moralese al netto dei rapporti umani tra i due aracnidi, la storia che ne viene fuori è molto simile. Tuttavia per essere una novel che riempie il vuoto tra due videogiochi e comunque una lettura leggera, non si può dire che non vada bene.
L’edizione Kappalab
Kappalab, che ringraziamo per averci fornito il volume da recensire, ha proposto Furia Alata in formato tascabile, praticamente identico all’originale a partire dalla copertina che rievoca il legame con i due videogiochi immortalando Miles Morales e Peter Parker nei costumi indossati dalle controparti digitali.
La rilegatura è solida, con copertina morbida e carta di grammatura pesante, che ci consentono una lettura agevole e senza doverci preoccupare di rovinare il tomo. Da segnalare qualche refuso ortografico, sfuggito alle revisioni.