Dopo la recensione del manga della settimana scorsa, Tales of Wedding Rings, che potete leggere in questo link, la recensione di oggi ha ad oggetto un graphic novel, Speak, tratto dal famoso romanzo di Laurie Halse Anderson, pubblicato nel 1999 e dal quale è stato tratto l’omonimo film nel 2004, con protagonista Kristen Stewart.
Il romanzo appartiene al genere delle problem novel, ossia ha per argomento principale un problema sociale, inoltre è basato su una personale esperienza della scrittrice che è stata violentata da adolescente. È scritto sotto forma di diario, in modo non lineare, ed è ricco di simbolismo e citazioni, ad esempio vengono citate La Lettera scarlatta di Hawtorne e l’autrice Maya Angelou.
Nel 2019 è stata pubblicata la graphic novel, poi tradotta ed edita in Italia da Il Castoro. Questo articolo contiene degli spoiler, ciò non dovrebbe essere un grosso problema in quanto la storia è abbastanza conosciuta per via del film: sono stati inseriti perché necessari per la comprensione della struttura dell’opera e delle motivazioni che hanno indotto a scegliere lo stile illustrativo.
Dedicato a chi sta cercando la propria voce e lotta per scoprire la propria forza
Trama
Melinda Sordino è una matricola del liceo Merryweather, una ragazza vittima di bullismo, esclusa e rifiutata dai compagni di scuola, perché durante l’estate, ad una festa, ha chiamato la polizia. Non riesce a dire a nessuno il motivo per cui ha chiamato la polizia e quasi smette di parlare del tutto. Solo grazie al progetto del prof. Freeman riuscirà ad esprimersi attraverso l’arte, da qui inizierà lentamente a riconoscere l’accaduto, ad affrontare i suoi problemi e ricrearsi un’identità.
Struttura dell’opera (Spoiler)
Come il romanzo la graphic novel si presenta come una sorta di diario dove possiamo leggere tutti pensieri della protagonista e possiamo vedere gli avvenimenti e le persone attraverso i suoi occhi, a volte in modo non realistico e peculiare. Possiamo infatti ammirare i disegni caratteristici di un’illustratrice horror quando guardiamo con gli occhi di Melinda alcuni dei personaggi della storia.
Non è un racconto lineare, parte dal primo giorno di scuola ma sono presenti numerosi flash back che svelano piano piano quanto accaduto, man mano che la protagonista acquista una maggiore consapevolezza ci vengono svelati maggiori dettagli. Per quanto riguarda lo stile delle illustrazioni possiamo riprendere un paragone che lo descrive alla perfezione: “I disegni stilizzati e raccapriccianti sono un mix tra i brillanti disegni di Mary Blair – una illustratrice della Disney – e il macabro Charles Addams.” (Vignettista statunitense del The New Yorker i cui personaggi più ricorrenti hanno dato vita alla Famiglia Addams.)
Nessuno vuole ascoltare quello che hai da dire, soprattutto se non riesci ad esprimerlo, se fai fatica a trovare le parole
Viene assegnato un compito dal professore d’arte, il signor Freeman: durante tutto l’anno ciascuno studente dovrà esercitarsi su un tema estratto a sorte, dovrà esplorare come mutare quella parola in arte, attraverso la scultura, l’incisione, la carta pesta, il disegno, il dipinto finché l’opera non sarà in grado di comunicare un’emozione. La parola estratta da Melinda è Albero e proprio attraverso il mutamento delle sue opere e i vari simbolismi collegati a questa parola osserveremo l’evolvere dei pensieri della protagonista.
Inizialmente, quando ancora la sua reazione è la paura, il timore di non essere creduta, i sensi di colpa per il fatto che ciò che è avvenuto possa essere colpa sua, uniti al fatto che viene emarginata e bullizzata la spingono a restare rinchiusa in se stessa, a non parlare, ad isolarsi addirittura creandosi a scuola uno spazio tutto suo, lo sgabuzzino dei bidelli che questi non usano più. Anche se inizialmente fa amicizia con una ragazza, viene poi da questa rifiutata per poter far parte di un gruppo popolare, nonostante ciò Heather quando ha bisogno del suo aiuto continua a sfruttarla.
Nel frattempo riesce ad esprimere qualcosa attraverso le sue opere e viene incitata dal professore a continuare. In biblioteca un libro viene considerato proibito e viene eliminato il poster dell’autrice, lei lo raccoglie e lo usa per addobbare lo stanzino; questa autrice è Maya Angelou, nota per essere portavoce delle istanze delle popolazioni afroamericane e delle donne nere. Il fatto che sia stato considerato un libro proibito la porta a voler conoscere l’autrice e abbiamo degli ulteriori simbolismi sul dar voce ai propri pensieri e non aver paura di esprimerli.
Un giorno salta la scuola e si addormenta su una panchina, in un sogno un uccellino le dice che dovrebbe dire a qualcuno ciò che è successo, farlo e basta, buttarlo fuori e liberarsene. Sta finalmente iniziando una lenta e graduale presa di coscienza. Anche il professore Freeman continua ad incitarla ad esprimersi attraverso l’arte e a parlare, perché come lui afferma quando le persone non si esprimono muoiono un pezzo alla volta e ritiene che lei abbia molto da dire e lui vorrebbe ascoltarlo.
Dopo essersi influenzata prende finalmente coscienza che ciò che è avvenuto non è colpa sua. Rinizia a parlare, almeno lo stretto necessario, si occupa del giardino, fa tennis, quando Heather la cerca perché ha bisogno di aiuto per decorare la sala per il ballo riesce a rifiutare. In biblioteca parla di nuovo con la sua ex migliore amica e quando la bibliotecaria le sgrida ammonendole di fare silenzio iniziano a scriversi. Finalmente racconta ciò che è avvenuto durante la festa, il vero motivo per cui ha chiamato la polizia, ossia il fatto di aver subito una violenza sessuale. Quando però scrive il nome dell’autore della violenza, che è il ragazzo con cui sta uscendo Rachel, viene accusata di essere una bugiarda.
Continua il simbolismo dell’albero, questa volta si tratta di quello del giardino di casa, malato, e lei teme che debba essere abbattuto. Invece il padre contatterà una persona che tagli i rami morti in modo da poterlo curare. Simboleggia l’eliminazione di ciò che è dannoso e non necessario per poter tornare ad una nuova vita.
Durante il ballo il ragazzo di Rachel, Kyle, le manca di rispetto e lei lo allontana. A causa di questo episodio e del fatto che si era sparsa la voce della sua mancanza di rispetto nei confronti delle ragazze, del non aspettare i loro tempi e di non accettare i loro no, viene emarginato. Infuriato, trova Melinda nello stanzino e tenta di violentarla di nuovo. Lei reagisce con un pugno e inizia una colluttazione durante la quale si rompe uno specchio, lei prende un frammento di vetro e glielo punta alla gola dicendo: “Ho detto no.”
Finalmente escono fuori quelle parole che non era riuscita a dire la prima volta, prende coscienza piena del fatto che non è mai stata colpa sua quanto avvenuto e non lascerà che ciò la uccida. Presenta dunque all’insegnante d’arte il compito, l’albero che la rappresenta, un albero finalmente vivo ma che ha sofferto, ora può parlare.
Informazioni utili
Nell’ultima pagina viene fornito il numero verde nazionale anti-violenza italiano, 1522, promosso dal Ministero per le Pari Opportunità, in cui le operatrici forniscono indicazioni sul centro anti-violenza più vicino.
Inoltre vengono fornite informazioni su D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, un’importante associazione nazionale di centri anti-violenza gestiti da organizzazioni di donne. Maggiori informazioni sull’associazione sono disponibili al seguente Link
Note dell’autrice
Nelle note l’autrice spiega i motivi che l’hanno spinta a scrivere il romanzo, ossia per affrontare la depressione e l’ansia che non l’abbandonavano da quando era stata violentata all’età di 13 anni. Non si aspettava né che fosse pubblicato né che avesse un simile successo. Dopo aver visto il diffondersi delle graphic novel, ha ritenuto fosse il format ideale per rendere al meglio la storia, ma cercava l’artista giusta e l’ha trovata in Emily Carrol, che con le sue illustrazioni ha saputo dare una nuova forma a ciò che si prova quando ti viene strappata la voce, alle sfide per ritrovarla e alla vittoria di poter parlare di nuovo. Vi sono poi tutti i ringraziamenti di rito.
Autrice e Illustratrice
Impressioni personali
Speak è una graphic novel assolutamente da leggere, i disegni dell’illustratrice rendono alla perfezione i temi trattati, vi è infatti una fusione di generi, al realismo si mescolano elementi fantastici ed horror per rendere al meglio i pensieri della protagonista. Anche il lettering viene utilizzato in maniera efficace, soprattutto ad esprimere la paura, il disagio.
Sono temi difficili da trattare ma nonostante l’argomento è davvero piacevole da leggere. Certamente induce anche a riflettere molto, non segue solo l’evoluzione dei pensieri di una persona che ha subito una violenza ma si focalizza anche su come la società tratta chi ha subito un simile orrore. All’inizio si concentra principalmente su come si tende a fare branco contro chi è incapace di parlare, di difendersi, poi sull’incredulità o sul dare la colpa alla persona che ha subito la violenza, che è come una nuova violenza. Poi la speranza, ossia l’emarginare il vero colpevole e il raggiungimento di nuovo equilibrio e di una consapevolezza che è in grado di far guarire la vittima.