Si è appena conclusa la seconda stagione di Solo Leveling, con un’ondata di successo senza precedenti, come registrato direttamente da Crunchyroll: si tratta della serie con più preferenze, dopo aver detronizzato un mostro sacro come One Piece, presente da sempre sulla piattaforma e con alle spalle diversi anni in cui accrescere la base di fan.
La serie del momento è sotto i riflettori per più di un motivo. Come spesso accade alle opere che escono dalla propria nicchia e si affacciano su un nuovo pubblico, diventa inevitabile la nascita di controversie relative alla struttura del manga o dell’anime, ai loro personaggi o alla trama, non sempre alla portata di tutti.

Solo Leveling ci porta al fianco di Sung Jinwoo, una persona dotata di poteri superiori ai normali esseri umani, ma decisamente più debole degli altri cosiddetti risvegliati, gli unici a poter contrastare l’invasione di mostri che minacciano l’umanità. Dopo un’esperienza traumatica, Jinwoo si ritroverà tra le mani la possibilità di accrescere progressivamente il proprio potere, arrivando a rivaleggiare con avversari sempre più pericolosi.
Il protagonista lotta continuamente tra l’acquisizione di nuovo potere e il mantenimento della sua umanità, quel carattere gentile che lo caratterizzava quando era soltanto il cacciatore più debole del mondo.
Le aspettative sull’anime si sono moltiplicate grazie alla base di appassionati che avevano principalmente letto il manhwa e avevano gradito un racconto basato sulla rivalsa e sulla possiblità di raggiungere ogni obiettivo che ci si ponesse di fronte.
Il romanzo originale di Solo Leveling risale al 2016, con conseguenti adattamenti manhwa nel 2018 e anime nel 2024. Non serve sottolineare quanto il pubblico possa moltiplicarsi nel passaggio a nuovi media più seguiti da una maggiore fetta di popolazione. Se la novel era rimasta una piccola gemma per i più esperti e il manhwa aveva infiammato una comunità di amanti di questo tipo di fumetto, l’anime ha portato con sé le aspettative di milioni di persone in tutto il mondo. Persone abituate a One Piece, a Bleach, a Dragon Ball, a Naruto.
Solo Leveling non somiglia a nessuno dei grandi classici dell’animazione giapponese, improntati sulla presenza di una forza soverchiante, ma animata sempre da buoni sentimenti, per sconfiggere il cattivo che minaccia le brave persone. Jinwoo si presenta come buono e gracile, ma diventa ben presto un antieroe.
La sua crescita non è spinta da buone intenzioni, o necessaria per il benessere dei propri amici, quanto raggiunta con le unghie e con i denti, con disperazione di chi sa che nessuno lo potrà aiutare in un mondo sempre più crudele, in cui anche le persone a noi vicine, messe nelle giuste condizioni, possono abbandonarci.
Il protagonista si trova quindi nella posizione di ottenere un grande riscatto, vincolato a grandi sacrifici e grandi rischi. La sua crescita non avviene per difendere la città da una minaccia, ma semplicemente per migliorare sé stesso e trovare nuovi modi in cui prevalere sui suoi avversari.
I sentimenti che lo animano diventano ben presto ingordigia (ci sono sempre nuove ricompense), orgoglio (finalmente nessuno gli metterà i piedi in testa), indifferenza (verso questioni che prima sembravano irrisolvibili). Peccati imperdonabili a qualunque personaggio a cui siamo abituati.
Di conseguenza, fin dalle prime battute, Jinwoo si concentra principalmente su sé stesso e sulle persone a cui tiene di più come sua sorella Jinah, mentre chiunque altro, anche coloro che si possono considerare suoi amici o alleati, rimangono sempre in secondo piano.
Nell’anime viene mostrato in misura minore, ma Yoo Jinoh, suo compagno di avventure fin dall’inizio, viene trattato malissimo e fondamentalmente ignorato nei suoi bisogni, nonostante periodi di forte difficoltà. Allo stesso modo Han Song-Yi, compagna di classe di Jinah, passa da persona da proteggere dai rischi della vita da cacciatore a nuovo membro del fan club di Jinwoo, desiderosa di affrontare nuove avventure a dispetto del sul bassissimo livello.
In qualche modo tutta la struttura su cui si basa la serie sta stretta a Jinwoo, che procede per la propria strada ignorando tutto il resto. In riferimento alla seconda stagione dell’anime, possiamo notare come in diverse occasioni preferisca arrivare all’ultimo momento, per massimizzare l’effetto del suo intervento sullo spettatore.
Solo Leveling ci mette quindi di fronte a un cattivo esempio? Dipende. Al di là delle differenze culturali tra Giappone e Corea, che quindi implicano diverse visioni del mondo e quindi anche generi letterari che non combaciano tra loro, gli appassionati di manga e anime conoscono tanti esempi di protagonisti “cattivi”.
Gatsu non fa altro che affettare cose e persone dall’inizio di Berserk, Eren arriva a distruggere il mondo ne L’attacco dei Giganti, Light dimezza la popolazione mondiale con il suo Death Note. Siamo abituati a protagonisti con una visione nichlista dell’esistenza, con illusioni di grandezza, senza il minimo rimorso per le proprie azioni.
Quello che forse ha disorientato il grande pubblico occidentale è la possibilità che un eroe possa avere tante sfaccettature, essere duro e inflessibile, ma anche sensibile quando se ne presenta la necessità. Non per niente i pareri negativi su Solo Leveling sono arrivati proprio nel bel mezzo della seconda stagione. Nel picco di consenso è arrivato anche il picco di dissenso, con migliaia di pollici in giù per l’episodio in cui Jinwoo si commuove di fronte alla madre.
Come spesso accade, quello che ci rovina l’esperienza con un’opera di intrattenimento sono le aspettative che autonomamente costruiamo su di essa. L’opera non è nostra, ha uno o più autori con una visione su come dovrà comportarsi un personaggio.
In questo, Solo Leveling è sempre rimasto coerente. Fin dalle prime tavole o scene ci ha mostrato un protagonista che vorrebbe ottenere di più per il bene della propria famiglia in difficoltà. Per farlo, è disposto a rischiare la vita giorno dopo giorno.
Per un po’, Jinwoo ha attirato le persone alla ricerca di un nuovo Goku, in grado di produrre combattimenti spettacolari e salvare tutti. altri hanno rivisto in lui storie di vendetta, di crescita infinita, di carisma e supereroi. La serie è tutte queste cose insieme e nessuna di queste.
Questa storia, ormai vecchia di 10 anni, ha dato il via a un’ondata di manhwa molto simili negli elementi costitutivi, che hanno intrattenuto persone di ogni tipo in attesa di potersi immedesimare con qualcuno in grado di superare i propri limiti. Non ha mai avuto pretese di conquistare il mondo, o di essere l’anime più bello di tutti. Chiunque abbia letto il manhwa concorderà sul fatto che si tratta di una bella esperienza, con tutti i limiti del caso.
Un’eserienza forse simile a Mushoku Tensei: Jobless Reincarnation, capostipite degli isekai, che ha poi dato origine a una miriade di ramificazioni, ognuna con il proprio pubblico di riferimento. Che ci sia o meno una terza stagione per l’anime, Solo Leveling continuerà ad essere una delle tante storie dello sterminato panorama della letteratura coreana e niente di più.