Slam Dunk è uno dei manga sportivi più famosi e apprezzati dalla comunità di appassionati. Takehiko Inoue ha realizzato una storia che si è dipanata a partire dal 1990 per 31 volumi, editi in Italia da Panini. Il grande successo della serie si è moltiplicato grazie all’anime, arrivato nel 1993. Centouno episodi e cinque film animati hanno portato Slam Dunk nella leggenda.
Nel nostro Paese l’adattamento animato è arrivato con MTV e la sua Anime Night, a partire dall’ottobre del 2000. La distribuzione home video è a cura di Yamato Video.
Una storia che ha accompagnato generazioni di ragazzi e di sportivi, fino all’ultimo capitolo uscito nei cinema giapponesi nel 2022 e ora disponibile in streaming.
La trama di Slam Dunk
Hanamichi Sakuragi è un ragazzo come tanti che, appena diplomato alle scuole medie, sceglie di trasferirsi alla scuola superiore Shohoku, nella prefettura di Kanagawa, e di iniziare a giocare a pallacanestro. Il suo obiettivo è Haruko Akagi, giovane già innamorata di Kaede Rukawa, stella della stessa squadra di basket. Quello che inizialmente doveva essere un sotterfugio per avvicinarsi alla ragazza diventerà presto una grande passione per lo sport e per tutto quello che gira intorno alla pallacanestro.
Il primo arco narrativo riguarda la formazione della squadra. Lo Shohoku non ha grandi campioni se non Takenori Akagi, fratello di Haruko. Mentre l’arrivo di Kaede Rukawa riporta in alto le aspettative del team, Hanamichi vive una storia tutta sua, perché prima di competere sul campo dovrà imparare e perfezionare i fondamentali della pallacanestro.
Tra prestazioni altalenanti in amichevole e nuovi ingressi di livello all’interno del club, la squadra è pronta per affrontare il campionato della prefettura. La competizione procede in modo positivo, tra vittorie rocambolesche, sfide all’ultimo respiro e drammi adolescenziali.
L’anime si chiude all’alba del campionato nazionale, con un’iconica scena ambientata alla stazione ferroviaria, Il giorno dopo la squadra va alla stazione ferroviaria dove la squadra partirà alla volta di Hiroshima. Hanamichi e i suoi compagni dello Shohoku procedono verso le future sfide che li attendono.
Analisi di un cult
Slam Dunk è una di quelle opere che ha avvicinato il mondo reale a quello di fantasia, portando migliaia di ragazzi ad appassionarsi alla pallacanestro, in Giappone e oltreoceano. Lo stesso Inoue è un tifoso di lunga data, tanto da aver dedicato larga parte della sua produzione artistica a opere su questo sport, come Real e Buzz Beater.
Ma Slam Dunk non parla solo di sport. siamo in un contesto scolastico, il primo elemento a cui assistiamo è quello degli amori giovanili di un teppista senza una vera direzione nella vita. Hanamici ha ricevuto decine di rifiuti nella sua giovane carriera sentimentale, ma non si è dato per vinto.
Lo sport diventa un veicolo per esplicitare tutta una serie di elementi tipici della vita dei ragazzi delle scuole superiori. Si parla di bullismo, con ragazzi che continuano a sfogare la propria frustrazione sui propri compagni, ma anche della pressione derivante dall’opportunità di diventare un giocatore professionista, come accade a Rukawa nella parte conclusiva dello show.
La narrazione si porta dietro questi temi dall’enorme rilevanza sociale e li amalgama con la comicità, che rappresenta la tipica spensieratezza (che a volte più diventare irruenza) giovanile. Le smorfie di Hanamici sono infatti tra le immagini più riconoscibili dell’intera serie.
Allo stesso modo, i personaggi non vengono approfonditi particolarmente nella loro storia personale. Quello che possiamo vedere sono le loro azioni, le loro scelte e il modo in cui si rapportano con gli altri protagonisti. Il campo diventa una metafora della vita, in cui esprimere il meglio di sé.
Dal punto di vista tecnico si può dire poco su una serie animata trent’anni fa, ma riguardando l’anime oggi è possibile intravedere la cura dei dettagli, come l’immancabile sudore, frutto di fatica e sacrificio sul campo da gioco. Le azioni sono sempre dinamiche ma ben comprensibili, senza mosse da supereroi tipiche della maggior parte delle produzioni sportive moderne. Il centro del racconto non sono (soltanto) le mosse spettacolari, ma le azioni inaspettate, la fortuna di alcune giocate e l’impegno nel rispettare schemi che possono portare alla vittoria. Il comparto musicale, con una colonna sonora composta da Takanobu Masuda, non è mai sopra le righe e fornisce un perfetto accompagnamento alle vicende mostrate su schermo.
Una menzione particolare merita il doppiaggio italiano, realizzato per una volta non prova a censurare ma anzi asseconda lo spirito della serie. L’uso di termini ridicoli segue lo stile dell’opera originale, sfiorando la volgarità ma declinandola nello stile demenziale tipico di questo anime. Figlio del tempo è invece l’adattamento di alcuni elementi, come la pronuncia dei nomi di alcuni personaggi o l’aggiunta di voci fuori campo durante momenti di tensione e silenzio, evidentemente aggiunti per coprire un “buco” e venire incontro ad un pubblico meno minimalista rispetto a quello nipponico.
Il bello di Slam Dunk è che si tratta di una storia senza pretese di gloria, che ci immerge all’interno delle dinamiche di un gruppo di ragazzi e ci mostra come questi provano a superare le avversità, sostenendosi l’un l’altro, tra momenti di esuberanza giovanile, necessità di superare i propri limiti e accettazione del sé.