Una storia fatta di menzogne e di inganni, un racconto dove l’astuzia, il talento per il bluff e l’arte di arrangiarsi fronteggiano il male. Attualmente in fase di sviluppo, il progetto Sindrome K. vedrà la luce nel 2026 grazie a The Orangery-Arancia Studio. La graphic novel è scritta da Luca Blengino e David Goy, con i disegni di Alberto Pagliaro, mentre il soggetto cinematografico, sempre a cura di Blengino, arriverà grazie a Paco Cinematografica. Un racconto che supera la divisione tra diversi media. Sindrome K. è una storia vera, una fake news che viene utilizzata a fin di bene con il chiaro scopo di salvare decine e decine di vite, 106 per la precisione.
Tutto parte dal 16 ottobre 1943, il sabato nero del rastrellamento del Ghetto a Roma: 1295 ebrei vengono spediti ad Auschwitz, quasi nessuno tornerà. Uno sparuto gruppetto riesce però a scappare e, grazie all’aiuto di un’infermiera, si rifugia all’Ospedale Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina. La struttura medica più all’avanguardia della capitale è anche la principale base logistica delle bande partigiane romane e, da quel giorno, anche un nascondiglio relativamente sicuro per gli ebrei in fuga dai nazifascisti. Per tenere a debita distanza le SS e la Gestapo, il primario Giovanni Borromeo, con il supporto del suo valido staff, fece ricorso a una geniale truffa talmente inverosimile da risultare più che credibile: tutti quei “nuovi” pazienti, con tanto di finte analisi e false ricerche a conferma, erano stati infettati da una nuovissima forma di tubercolosi, la temuta quanto contagiosa e letale Sindrome K. Una colossale messa in scena che il primario riesce a realizzare solo grazie alle sue sterminate conoscenze mediche, che utilizza per ricreare un’infinità di falsi documenti scientifici e dossier medici tanto verosimili da poter trarre in inganno chiunque.
Una storia semisconosciuta di vera resistenza Italiana, ma anche una storia di malattie e di cure, di medicina e dottori che inventano una falsa epidemia biologica per contrastare una vera epidemia morale. Un racconto che grazie a The Orangery si presta perfettamente per una molteplice declinazione, ideale per un pubblico variegato, intergenerazionale e soprattutto globale: non è un caso se a pubblicarlo nel 2026 sarà anzitutto Éditions Glénat, tra i principali editori del mercato franco-belga, noto per alcuni dei capisaldi del fumetto mondiale.