Gaijin è l’etichetta di Renoir Comics dedicata ai manga europei e coreani. Seppur sia nata da poco meno di un anno, il suo catalogo vanta già diverse opere interessanti e degne di note. Tra queste c’è sicuramente Silence un manga realizzato dal francese Yoann Vornière di cui sono stati pubblicati in Italia già due dei quattro volumi previsti dal suo autore. E mentre attendiamo l’uscita del terzo volume, prevista in Francia proprio in questi giorni, ecco la recensione dei primi due volumi!
Silence, la trama
Ci troviamo in un mondo post apocalittico dove il sole ha smesso di brillare e una notte eterna ha risvegliato mostri e demoni di ogni sorta. Per questo il genere umano vive nascosto ed è costretto a farlo nel silenzio più totale, perché anche il più piccolo rumore attira l’attenzione dei mostri e delle belve che vivono all’esterno. È quanto fanno Lame e la sua comunità, composta in gran parte da bambini e da qualche adulto e anziano. Lo stesso Lame viene scelto per accompagnare Gris, il cacciatore del villaggio, in una spedizione all’esterno alla ricerca di cibo ma la sua avventatezza finisce per attirare le ire di un pericoloso cinghiale di fuoco e far perdere tutte le provviste racimolate.
I due riescono miracolosamente a salvarsi ma Gris rimane gravemente ferito e Lame, aiutato dall’amica Ocelle, decide di rimediare ai suoi errori tornando all’esterno. Qui vengono nuovamente assaliti dal cinghiale di fuoco e riescono a salvarsi solo grazie al tempestivo intervento di una misteriosa donna. Dice di chiamarsi Lune e non solo conosce il segreto per sconfiggere quei mostri ma sostiene di provenire da Alto-Forte, una città dove il Sole è tornato a splendere.
Lame, preso dai sensi di colpa e dal desiderio di difendere i suoi cari, decide di diventare allievo di Lune e, grazie ad un magico intruglio preparato dalla donna, riesce ad acquisire un potere tanto grande quanto spaventoso. Un potere che dovrà imparare a dominare se vuole aiutare il suo villaggio a concludere il viaggio che dalla chiesa in cui hanno sempre vissuto li porterà fino alla leggendaria Alto-Forte.
A partire dal secondo volume, però, alcuni indizi lasciano intendere che questa città nasconda ben più di quanto raccontato da Lune, costretta per di più, ad affrontare dei misteriosi sacerdoti inviati dalla stessa Alto-Forte per catturarla. La città è davvero il rifugio ideale per Lame e i suoi? O è solo un covo dove si nascondono bestie ben peggiori di quelle che popolano il mondo esterno?
Trama, personaggi e disegni
Silence è un manga che mantiene una sua originalità seppure parta da spunti e tematiche comuni a molti altri media. Il tema del silenzio è comune al film A Quiet Place, ad esempio, che presenta alieni attirati dai rumori, mentre, se vogliamo rimanere nella fumettistica, l’idea del genere umano asserragliato in roccaforti per difendersi da mostri esterni è il nucleo narrativo di manga come Attack on Titan. Yoann Vornière riesce, tuttavia, a rielaborare tutti questi spunti in una chiave personale e mai banale che strizza l’occhio agli shonen orientali senza risultarne mai una brutta copia.
La trama risulta, quindi, intrigante, ricca d’azione, suspance e colpi di scena che, tuttavia, avrebbero potuto forse essere gestiti meglio. Il ritmo, infatti, è probabilmente l’unico punto debole di Silence poiché si rivela incostante e un po’ incerto, soprattutto nel primo volume. Qui ci sono diverse scene ripetitive che rallentano eccessivamente l’azione, condensandola, in maniera anche un po’ frettolosa soltanto in alcuni momenti chiave. Nel secondo volume, invece, il ritmo si fa più incalzante e la comparsa di nuovi personaggi aiuta sicuramente a vivacizzare la storia, rendendo la lettura più invitante e scorrevole.
I personaggi, del resto, sono ben strutturati sia graficamente che caratterialmente. Certo, al giorno d’oggi, è quasi impossibile non cadere nei classici stereotipi degli shonen orientali, presenti anche in Silence. Lame è il classico protagonista un po’ sprovveduto che dovrà imparare a dominare i suoi poteri; Lune, forse il personaggio più intrigante e complesso, nel primo volume riveste i panni della maestra dal passato oscuro e misterioso ma comincia a mostrare le sue luci ed ombre già nel secondo volume.
Il secondo volume arricchisce questo affollato sistema di personaggi grazie alla presenza del gruppo di sacerdoti e cavalieri che accompagnerà il villaggio verso Alto-Forte. Di loro si conosce volutamente poco e ciò contribuisce a creare un’atmosfera di sospensione e incertezza che tiene il lettore incollato alle pagine.
Una menzione d’onore va fatta per le bestie e i mostri di Silence. Piuttosto che puntare ai classici yokai giapponesi, Yoann Vornière decide di prendere spunto dal folklore francese attraverso una meticolosa ricerca documentata dalle brevi quanto interessanti appendici poste tra un capitolo e l’altro e alla fine dei volumi. Il risultato è vincente: la resa grafica è interessante e innovativa e il comportamento di ogni mostro, diverso a seconda della leggenda che l’ha ispirato.
I disegni sono estremamente piacevoli, puliti e chiari in gran parte delle tavole. L’ispirazione, in questo caso, è chiaramente orientale, con il classico cambio di tono a seconda del tipo di scena: più comico e cartoonesco nelle scene leggere che fanno da intermezzo a quelle più drammatiche e di combattimento in cui predomina uno stile grafico dal sapore più epico, frenetico, con i tratti più ruvidi e “sporchi” per riprodurre al meglio la dinamicità dei personaggi e la frenesia degli scontri.
Molti interessante il divario grafico tra gli scenari interni, come la chiesa di Lame, realizzati in maniera pulita, chiara e ordinata, e quelli esterni, disegnati con uno stile molto più evocativo, confuso e quasi pittorico che dà proprio l’idea di essere in un mondo fantasy e aggiunge quel tocco di horror che in Silence è sempre presente ma mai soffocante.