Cosa accadrebbe all’umanità se una macchina fosse in grado di prevedere il destino di tutti, rivelando con esattezza anche il giorno della propria morte?
Shockdom pubblica una nuova edizione di Black Screen per la collana SHOCK!, in libreria, fumetteria e online da oggi 7 gennaio. Il volume nasce da un’idea di Lucio Staiano, che ha aiutato Peppe Andreozzi nel soggetto. Ai disegni, Giovanni Fubi Guida.
Sinossi di Black Screen
Garret O’Daniel è il creatore dell’algoritmo alla base della tecnologia in grado di prevedere il proprio domani tramite un visore, lo Spoiler. Frank Rosenthal è un professore universitario che riceve un Black Screen: l’avviso della propria morte. Brian è un tecnico delle Seedindustries, compagnia che produce gli Spoiler, in grado di manomettere il sistema e di conoscere i destini di tutti. Amanda è sopravvissuta a un terribile incidente stradale in cui ha perso tutta la sua famiglia e che le ha lasciato l’ossessione della morte. Le loro strade si incrociano nel tentativo disperato di cambiare, o riuscire ad accettare, il proprio futuro.
Ma il destino è ineluttabile o sono gli uomini a scriverlo attimo dopo attimo, con le proprie azioni?
Gli autori
Lucio Staiano, che è anche fondatore e responsabile di Shockdom e scrittore di fantascienza, racconta: “Ho avuto l’idea alla base di Black Screen a vent’anni e dopo più di trenta l’ho affidata a Giuseppe e Giovanni, che hanno creato uno dei più bei libri mai pubblicati da Shockdom. Spero che prima o poi qualche produttore si accorga di questo libro e ne faccia un film o una miniserie tv, perché se lo meriterebbe“.
Andreozzi aggiunge: “Quando Lucio mi propose di scrivere Black Screen, pensai al fatto che il soggetto ponesse le basi per analizzare qualcosa di diverso: rispetto alle solite storie sui viaggi del tempo dove i personaggi cercano, in un modo e nell’altro, di alterare le cose, in un mondo dove la conoscenza del proprio futuro è alla portata di tutti, possiamo chiederci cosa accade quando questo futuro è dato per scontato e ineluttabile. In fondo, è proprio così che funziona il disegno divino, giusto?“.
E gli fa eco Fubi: «Black Screen è una storia che diventa sempre più attuale man mano che si va avanti negli anni. È un po’ come il buon vino, invecchia bene. La realtà invecchia male, se si considera la possibile deriva sociotecnologica di cui si parla.“