Nel 2012 la Kadokawa Shoten ha prodotto il manga Sherlock, fedele trasposizione cartacea della serie televisiva BBC che nel 2010 ha portato alla notorietà Benedict Cumberbatch e riscosso grande successo in tutto il mondo, in particolare in Giappone. Ogni volume racconta, in sei capitoli, un episodio della serie televisiva ambientata nella Londra odierna e giunta alla quarta stagione.
Dopo i tre volumi relativi alla prima stagione, Uno studio in rosa, Il banchiere cieco e Il grande gioco, il manga si è per ora fermato al quarto episodio, Scandalo a Belgravia.
Sherlock è stato pubblicato in Italia da Panini Comics, sotto l’etichetta Planet Manga: nel 2016-2017 sono usciti i primi tre volumi, nel 2019 il quarto.
La disegnatrice Jay. ha rispettato le indicazioni dell’editore, che voleva una rappresentazione esatta della serie TV: oltre a modellare i volti di Sherlock e Watson su quelli degli attori Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, la mangaka ha seguito le sceneggiature di Moffat e Gatiss e la regia di Paul McGuigan, naturalmente effettuando qualche taglio o modifica nell’ordine delle scene.
Uno studio in rosa
Come per la serie TV, la storia di apertura è una trasposizione del primo romanzo che Sir Arthur Conan Doyle ha dedicato a Sherlock Holmes. Sebbene l’indagine sia sostanzialmente diversa dall’originale letterario, vengono ripresi diversi indizi, ma soprattutto viene mantenuta la dinamica della presentazione dei personaggi: dopo l’introduzione di una strana catena di suicidi, il primo a entrare in scena è John Watson, che viene presentato a Sherlock Holmes dall’amico comune Mike Stanford, ipotizzando che possano andarsi a genio e dividere le spese dell’appartamento al 221B di Baker Street.
Sherlock mostra subito le sue straordinarie capacità deduttive (oltre alla caratteristica arroganza). Imponendosi alla polizia come consulente detective, si inserisce nelle indagini sulle morti misteriose e dimostra la presenza di un assassino che in qualche modo costringe le vittime a togliersi la vita. Compare il misterioso Mycroft, che chiede a Watson di spiare Holmes per lui, qualificandosi come una persona molto preoccupata per l’investigatore.
L’assassino si palesa, cerca di tenere in scacco l’investigatore puntando sul suo orgoglio, la curiosità, la fobia per la noia. Il protagonista riesce dove le vittime hanno fallito, ma è necessario l’intervento di Watson. Mycroft svela la sua identità, rivelandosi meno minaccioso di quanto non credesse Watson, mentre Moriarty viene citato per la prima volta, in quanto “sponsor” dell’assassino.
Il banchiere cieco
Assunto da un vecchio compagno di università per investigare su un problema di sicurezza di una banca londinese, Sherlock sembra imbattersi nei classici enigmi della camera chiusa. Scoprirà che gli strani simboli che accomunano i casi sono numeri cinesi, legati alla tong “Loto Nero”.
Per questo volume viene accreditato come sceneggiatore Steve Thompson.
Il grande gioco
Sherlock rifiuta la richiesta di Mycroft di indagare sull’omicidio di un agente segreto e sulla scomparsa dei documenti che aveva con sé.
Un terrorista provoca un’esplosione davanti al 221B di Baker Street e minaccia di far saltare in aria i suoi ostaggi: per impedirlo, il detective deve risolvere alcuni casi in un tempo prestabilito. Risolto anche il caso dell’agente segreto, Sherlock incontra il terrorista: si tratta di Moriarty, che tiene in ostaggio Watson.
Il volume si chiude con le minacce reciproche fra l’investigatore e il “consulente criminale”.
Scandalo A Belgravia
Interrotto da una telefonata, Moriarty lascia andare Holmes e Watson. I due amici vengono incaricati di rintracciare Irene Adler, che possiede foto e documenti compromettenti per la famiglia reale. La donna riesce a fuggire, ma in seguito consegna a Sherlock i suoi segreti, cui è interessata anche l’intelligence americana. In seguito Irene, che è attratta dall’investigatore, chiede il suo aiuto per sventare un attentato. La donna vorrebbe liberarsi del suo passato, ma viene rapita, causando nuovamente l’intervento di Sherlock.
La storia è un adattamento di Uno scandalo in Boemia, il primo racconto dedicato all’investigatore.
Impressioni personali
Superata l’eventuale perplessità per l’abbinamento un po’ ardito tra la britishness dell’investigatore e l’estetica del fumetto giapponese, gli amanti di Sherlock Holmes possono godere di un’esperienza inedita e piacevole. Il manga non brilla per originalità, seguendo sequenze, inquadrature e battute della sceneggiatura televisiva, naturalmente con i dovuti tagli e qualche modifica nell’ordine delle scene.
Il disegno, nella sua sobrietà, risulta efficace, dando alla storia il giusto ritmo e valorizzando i momenti critici, come la tensione nell’albo conclusivo de Il grande gioco. La caratterizzazione di Watson e dell’ispettore Lestrade è molto simile: per chi non è fisionomista, il trucco è guardare il naso (più largo quello dell’assistente). Molto spesso manca la rappresentazione visiva dei ragionamenti di Sherlock, che caratterizza la serie TV ma avrebbe probabilmente appesantito le tavole.
Altre versioni a fumetti di Sherlock Holmes
Le opere di Conan Doyle su Sherlock Holmes hanno avuto numerose trasposizioni a fumetti. Tra le più note nel nostro Paese ci sono quelle scritte da Giancarlo Berardi (autore di Ken Parker e Julia) e disegnate da Giorgio Trevisan: pubblicate su L’Eternauta dal 1986, ripropongono i primi sei racconti della raccolta Le avventure di Sherlock Holmes.
Sono anche state scritte storie originali, tra cui le partecipazioni del trio Holmes-Mycroft-Moriarty alle vicende del romanzo La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore, e l’indagine soprannaturale de La cosa che attende nella nebbia nell’albo Bonelli Storie da Altrove (Martin Mystère Special 16 bis), scritta da Carlo Recagno e disegnata da Cesare Colombi.