Diretto da Kat Coiro e scritto da Jessica Gao, Francesca Gailes e Jacqueline Gailes, il nono episodio, che chiude la stagione di She-Hulk: Attorney at Law, si intitola Whose Show Is This?
Trama di She-Hulk 9 – Finale di stagione
Alla fine dell’episodio 8, She-Hulk era stata arrestata dalla Damage Control per la reazione violenta alla violazione della privacy eseguita dall’Intelligencia. Nella cella dov’era imprigionato Blonsky, riceve la visita di Nikki, Pug e Mallory. Si mostra ansiosa di far perseguire chi ha violato la sua privacy, ma è lei ad essere sotto accusa per i danni e i pericoli che ha provocato.
I colleghi le propongono un patteggiamento per non essere accusata, a condizione di tenere un dispositivo di inibizione che le impedisca di trasformarsi. Inoltre ha perso il lavoro alla GLK&H.
Jennifer torna a vivere dai suoi genitori e cerca informazioni su Intelligencia e sull’identità del leader HulkKing. Bruce Banner risulta irreperibile (presumibilmente è su Sakaar): la protagonista decide di partecipare al ritiro di Emil Blonsky, che ora fa il guru maestro di vita, per fare una pausa per la propria salute.
Anche la sua ex assistente Nikki indaga per lei: si inserisce nella community online di Intelligencia e postando un video imbarazzante di Jennifer dei tempi del college, si guadagna la fiducia degli utenti. Viene dunque invitata a un evento privato di HulkKing. Trattandosi di un ambiente pericoloso e maschilista, chiede al collega Pug di infiltrarsi al posto suo.
Il raduno si svolge nel ritiro di Blonsky; qui Pugliese incontra Todd Phelps, che rivela di essere Hulkking, il creatore di Intelligencia, e si dichiara oroglioso di aver hackerato il telefono di She-Hulk per far sapere che mostro sia. Presenta a tutti l’ospite d’onore: Abominio (Anche se Blonski aveva promesso di non trasformarsi più).
Poco distante, Jennifer scopre che Blonski non ci sarà alla condivisione di gruppo… Per rintracciarlo, la donna arriva allo chalet dell’evento di Intelligencia, dove viene messa al corrente che Todd è Hulkking. Todd rivela che Josh è stato assunto non solo per avere un video compromettente, ma anche rubarle del sangue, in modo da poterlo sintetizzare: Hulkking avrà “in sicurezza” i poteri che lei non merita.
Todd si inietta il siero e inizia a trasformarsi a rate. Jennifer esprime le sue perplessità sul finale verso cui sta andando la serie, ma il caos si accumula ulteriormente: irrompe Titania, Todd attacca Jennifer ma Blonski/Abominio la salva. Arriva Hulk, che pensa che Abomination la stia aggredendo: inizia un combattimento tra i due.
Definitivamente delusa dalla storia, Jennifer si ribella: esce dallo chalet, arriva al menu Disney Plus (!) – “questo non mi fermerà” – rompe l’inibitore, passa dalla sua finestra a Marvel: assembled e dallo studio dello speciale allo spazio esterno, per poi rientrare negli studi di She-Hulk: attorney at law.
Arriva nello studio dove gli sceneggiatori fanno ipotesi sulla seconda stagione (un’unica sequenza onirica): qui Jennifer denuncia la scarsa originalità del furto del sangue del supereroe per acquisirne i poteri, e uno sceneggiatore reclama che alcune cose “devono” succedere in una storia di supereroi.
La protagonista decide allora di parlarne con “K.E.V.I.N.” di cui tutti parlano con reverenza inquietante (nessuno parla con Kevin, il suo valore è incommensurabile, gli sceneggiatori ucciderebbero per proteggerelo). E scopriamo perché viene scritto come una sigla: sta per Knowledge Enhanced Visual Inteconnectivity Nexus ed è un robot.
KEVIN prende le decisioni con l’algoritmo di trattenimento più sofisticato del mondo, con cui ottiene prodotti “quasi perfetti”. Jennifer vuole fare delle modifiche perché si tratta del suo show: la questione del sangue ricorda il siero del supersoldato, ci vorrebbe originalità, e soprattutto evitare di distrarsi dalla storia, che è la vita di Jennifer che va a rotoli, proprio quando stava imparando a a coesister con She-Hulk.
KEVIN elabora i dati e chiede a Jennifer quale modifica suggerisca: non dare i poteri a Todd (i poteri sono buoni, lui è cattivo), non far tornare Bruce Banner dallo spazio (KEVIN voleva fargli spiegare le ragioni del suo viaggio per introdurre un film successivo), far prendere a Blonski le sue responsabilità; sostituire la notte inquietante con una scena diurna. Infine rivorrebbe Daredevil, sebbene – come spiega KEVIN – su certe cose la Marvel sia parca.
La protagonista contesta anche i frequenti complessi paterni: Tony Stark, Thor, Loki, Star-Lord… L’intelligenza artificiale le dice che non potrà più accedere a KEVIN, l’errore è stato corretto. Ma intanto ha cambiato il finale previsto, accontentandola in tutto tranne sulla richiesta di sapere quando arrivano gli X-Men. Dunque gli Hulk spaccano: Bruce i palazzi, Jennifer la quarta parete e i brutti finali.
Titania ha sconfitto i membri dell’Intelligencia, Blonsky e Todd sono stati arrestati. Jennifer annuncia a quest’ultimo che si vedranno in tribunale. Arriva Daredevil, ma ormai la situazione è risolta. Blonski accetta di tornare in carcere per violazione della libertà vigilata.
Jennifer invita Matt a un barbecue di famiglia, dove arriva anche Hulk, che è tornato da Sakaar e presenta… suo figlio Skaar. Svelato il complotto dell’Intelligencia, She-Hulk viene scagionata. A un giornalista dichiara che la morale è: se danneggi qualcuno, te la vedrai con me, o come Jennifer o come She-Hulk.
Jennifer riconquista il suo posto di lavoro, assiste alla sua causa in tribunale contro Todd e si impegna a continuare a fare sia l’avvocato sia la supereroina.
Nella scena mid-credit, Emil Blonsky è tornato nella prigione Damage Control e vede comparire da un portale magico Wong, che lo convince ad evadere per seguirlo a Kamar-Taj.
Sviluppo
L’introduzione è una delle chicche della puntata: si tratta di un’ampia citazione della sigla del telefilm L’incredibile Hulk del 1977, dove David Bruce Banner (sic) era interpretato da Bill Bixby e il gigante da Lou Ferrigno. L’ombra del macchinario che espone ai raggi gamma, gli occhi verdi, il vecchio formato televisivo, ma con Jennifer al posto di Banner.
La sequenza di apertura si chiude con l’accostamento tra volto della donna e quello di She-Hulk, con la scritta The Savage She-Hulk (al posto di The Incredibile Hulk che compariva nell’originale): il titolo della prima serie a fumetti dedicata alla Gigantessa di Giada.
La rottura della quarta parete si combina con un nuovo omaggio alla serie TV degli anni ’70: Jennifer rifiuta l’intervento del narratore. Elemento più significativo è che, ora che non si può più trasformare, Jennifer si rende conto che essere solo se stessa non era ciò che voleva.
Quando assistiamo alla trasformazione di Todd, l’arrivo di Titania e Hulk, la puntata – e con essa la stagione – sembra destinata a naufragare. La stessa Jennifer esprime perplessità sulla piega che sta prendendo la storia e sulle linee narrative cui assistiamo.
Il dubbio che caratterizzava ogni puntata della serie era relativo alla trama orizzontale e al percorso del personaggio: “Qual è il punto?”. Sostanzialmente non c’era un villain, o rimaneva nell’ombra, la minaccia non si era ancora manifestata pienamente, il percorso di formazione di Jennifer/She-Hulk non era chiaro (sembrava in alto mare o già risolto, a seconda dei momenti e dei punti di vista).
Questo sembrava il difetto principale della serie. Risultava difficile risolvere tutto in modo convenzionale e convincente nella puntata finale. Infatti si è scelta quella che probabilmente era l’unica strada: puntare tutto sulla rottura della quarta parete. Una scelta che potrebbe non convincere ma che è stata messa in scena in modo divertente (chi non ha controllato di aver toccato inavvertitamente il telecomando quando è comparso il menu di Disney Plus?) e ha dato un senso alla stagione.
Alla caratteristica principale del fumetto cartaceo – conferitagli da John Byrne quando ha curato la testata – è stato dunque dato un ruolo fondamentale nel finale di stagione dove ha esplicitamente modificato la trama. She-Hulk è entrata negli uffici dei Marvel Studios, ha parlato con gli sceneggiatori, è arrivata dal mitico K.E.V.I.N. e lo ha convinto a modificare la puntata.
KEVIN, l’intelligenza artificiale che determina la programmazione e le trame dell’MCU nel mondo di She-Hulk, naturalmente è un riferimento a Kevin Feige, la mente dei Marvel Studios nel mondo reale. Un po’ di autoironia sulla Marvel e l’omologazione dei suoi prodotti, condita anche da una battuta sul budget: She-Hulk deve trasformarsi non inquadrata, perché gli effetti speciali sono ora impegnati in altro.
Un po’ meno convincente il ritorno di Hulk che presenta suo figlio Skaar (interpretato da Wil Deusner), nato presumibilmente da una relazione tra l’eroe e una donna del pianeta Sakaar, di cui non sappiamo nulla.
Simpatica ma nulla più la scena mid-credit, con le battute sull’onnipresenza televisiva di Wong, la richiesta sul wi-fi (probabilmente un omaggio al film Doctor Strange, in cui il protagonista pensava che il biglietto ricevuto da Mordo fosse un mantra, invece era la password per la connessione).
Riferimenti cartacei
Nei fumetti Marvel, Skaar fa il suo esordio nel gennaio 2008 in World War Hulk n. 5, scritto da Greg Pak e disegnato da John Romita Jr. Durante il periodo sul pianeta Sakaar, Hulk, prima schiavo e gladiatore poi imperatore, aveva avuto una relazione con la sua guardia del corpo, Caiera “l’impetuosa”, da cui era nato appunto Skaar.
Hulk tornò sulla Terra per vendicarsi della morte di Caiera, dovuta a un incidente provocato dagli Illuminati (lo stesso gruppo che aveva deciso di esiliare Hulk dalla Terra, perché troppo pericoloso: Iron Man, Charles Xavier, Reed Richards, Namor, Freccia Nera, Doctor Strange). Poco dopo lo raggiunse il figlio Skaar, cresciuto velocemente all’interno di un bozzolo.
Oltre alla pelle verde, Skaar eredita dal padre eccezionali forza e resistenza, dalla madre invece il potere di assorbire energie dai pianeti per manipolare lava e pietre. È stato protagonista tra il 2008 e il 2010 della testata Skaar: Son of Hulk.
She-Hulk
Creata da Stan Lee e John Buscema nel 1980, con esordio su una testata dedicata (dal secondo numero scritta da David Kraft), Jennifer Walters è un’avvocatessa cugina di Bruce Banner, da cui riceve i poteri in occasione di una trasfusione: forza, velocità, agilità, riflessi e resistenza superumane. La forza di She-Hulk aumenta in proporzione alla paura e alla rabbia, ma rispetto al cugino l’eroina rimane lucida e controlla le proprie trasformazioni.
Chiusa The Savage She-Hulk dopo soli 2 anni, il personaggio è stato rilanciato nel 1989 da John Byrne, autore unico di Sensational She-Hulk, che l’ha portata al successo rappresentandola con la consapevolezza di essere un personaggio di fantasia: spesso parla direttamente al lettore.
She-Hulk ha militato negli Avengers, nei Fantastici Quattro, negli Eroi in vendita, nei Difensori, nei Fantastic Force e nelle Liberatrici. Ha inoltre agito come consulente legale per supereroi.
Tra gli avversari principali, Titania, Nicholas Trask, Unum, Ultima, Captain Rectitude, Abominatrix. Jennifer ha avuto a che fare spesso anche con i nemici del cugino, come il Capo, il già citato Abominio, l’Uomo Assorbente, Red Hulk e Red She-Hulk.