Nel precedente articolo abbiamo introdotto i passaggi fondamentali per la creazione di un fumetto. Facciamo un piccolo riassunto… Partendo dall’idea di base, abbiamo visto come sviluppare la trama della propria storia suddividendola in capitoli (o episodi) per poi elaborare una sceneggiatura.
Quali sono le prossime fasi?
Il mangaka ha finalmente ricevuto la sceneggiatura con tutte le indicazioni utili per abbozzare le prime tavole. Dopo aver caratterizzato i propri personaggi, gli ambienti ed eventuali oggetti importanti, fondamentali per la storia (ad esempio un determinato oggetto magico o un mezzo di trasporto), il disegnatore può lavorare sullo storyboard.
Di cosa si tratta?
Lo storyboard non è altro che la bozza, la brutta copia del disegno definitivo. È la tavola ancora grezza abbozzata su semplice carta da stampante. A differenza di quello che molti pensano sul lavoro del fumettista, non sempre il disegnatore realizza i propri storyboard, ma gli vengono consegnati dallo stesso sceneggiatore.
Apparentemente, la creazione di una brutta copia ci fa esclamare la classica frase “ma è facile! devo solo seguire le istruzioni”. La risposta è no. Disegnare copiando le note di uno sceneggiatore non è così semplice. I vari fogli riportano la struttura della gabbia (ovvero la posizione e lo stile delle vignette), il numero di strisce, l’inquadratura della scena in base alla postura dei personaggi o dell’ambiente, i punti di vista della telecamera e così via.
Realizziamo il nostro storyboard.
Prendiamo la sceneggiatura di esempio creata sulla favola di Cenerentola, la tavola numero due.
TAVOLA 2:
Striscia 1; Vignetta 1. Figura intera del nobile vestito elegante, ha una tuba in testa e un mantello. è vicino ad una fontana con la figlia seduta sul bordo e insieme guardano l’acqua.
VOCE NARRANTE IN RIQUADRO FUORI CAMPO: “Aveva deciso di prendere moglie e donare a sua figlia una nuova figura materna…”
Striscia 1; Vignetta 2. Mezzo busto della bambina di spalle. I capelli sono sciolti e le ricadono sulle spalle.
VOCE PADRE FUORI CAMPO: “Tesoro, sei felice di avere una nuova mamma?”
Striscia 2; Vignetta 1 (o unica). Zoom sulla bambina. Il busto e il so sono di profilo, i capelli le coprono in parte il volto, ma si vede la bocca sorridente.
BAMBINA: “Sì, padre.”
Traducendo in parole molto semplici, il disegnatore dovrà realizzare una pagina strutturata in due strisce. La prima vignetta della prima riga dovrà contenere un’immagine a figura intera dei due protagonisti. La seconda prevede invece una “zoomata” sulla bambina, un’anteprima sul primissimo piano che vedremo nella terza e ultima vignetta della pagina.
Di norma, lo sceneggiatore indica la tipologia di gabbia da utilizzare. Come per il colore o il giusto dosaggio di bianco e nero, la struttura delle singole vignette in una pagina è uno dei tanti strumenti chiave di lettura di un fumetto. Che sia in formato americano o europeo, bisogna sempre rispettare le regole di lettura e il corretto posizionamento dei baloons, ovvero i riquadri di dialogo.
Quante tipologie di gabbie esistono?
Tantissime. Ogni paese ha il suo stile, si parte dall’americano al francese, dall’italiano all’asiatico.
In Italia esistono diverse tipologie di gabbia, spesso legate alla casa editrice :
- Disneyano: la pagina è strutturata su tre strisce di uguale altezza con vignette rigorosamente squadrate. Solitamente questo stile lo vediamo in Topolino.
- Bonelliana: come da nome, è lo standard utilizzato dalla Sergio Bonelli Editore, casa editrice di celebri titoli come Tex Willer e Zagor. Strutturata su tre strisce con vignette ben chiuse in rigidi riquadri, la gabbia bonelliana è la prima e vera chiave di lettura del fumetto italiano.
- Giussani/Diabolik: sarò sincera. Non so se la struttura utilizzata in Diabolik abbia un nome o meno. La gabbia idealizzata dalle sorelle Giussani è molto semplice e funzionale: strutturata su due sole strisce per un massimo di quattro vignette. Questa tipologia molto ridotta di riquadri alleggerisce la lettura da parte dell’utente.
Esistono altri formati internazionali. La pagina americana si basa su una gabbia regolare con una base di quattro strisce (più roba c’è, meglio è. Un vero caos), mentre quella giapponese non ha una regola fissa. Vignette scontornate, immagini sovrapposte e baloons dalle forme più bizzarre rendono più che unico il design di un manga.
Ritorniamo però sull’esempio di sceneggiatura. la tavola numero due. Solitamente, come già accennato, viene indicata la struttura della gabbia da utilizzare. Ho volutamente omesso questo dettaglio per poter mostrarvi la realizzazione di quattro storyboard con gabbie distinte, ma stessa sceneggiatura.
ALCUNI ESEMPI
Come potete vedere, ci sono diversi stili di disegno che narrano la medesima trama. Molti disegnatori utilizzano matite colorate, pennarelli, penne o semplicemente una matita colorata. Alcuni realizzano degli storyboard così precisi e accurati che sembrano delle tavole definitive pronte ad essere inchiostrate. Nella galleria, invece, ho utilizzato più colori per sottolineare alcuni passaggi: il rosa per la struttura degli ingombri (persone, ambiente) il blu e il viola per la linea definitiva.
Per ora il lavoro di creazione termina qui. Nel prossimo articolo parleremo del disegno definitivo e delle varie tecniche di inchiostrazione.