Sanpei, o Sampei secondo la traslitterazione italiana, èuno dei personaggi più famosi nella storia degli anime; il suo debutto in Italia risale agli anni ’80 (con addirittura un passaggio su Rete 4), in un periodo in cui nel nostro paese era scoppiata la mania dei cartoni animati giapponesi.
Tra giganteschi robot spaziali, giovani pallavolisti e calciatori in erba, questo simpatico e placido pescatore si ritagliò una nicchia di appassionati, diventando in breve tempo un cult citato anche da chi ha poca o nessuna confidenza con i prodotti del paese del Sol Levante.
Addirittura molti giovani dell’epoca scoprirono la pesca proprio grazie all’opera del Sensei Takao Yaguchi e sono diventati perfetti emuli di Sanpei.
Se l’anime è stato trasmesso più volte in televisione con tutti i suoi 109 episodi, il manga originale non è mai arrivato in Italia; ai tempi della sua prima uscita (1973) era troppo presto per una pubblicazione e i 65 tankobon che compongono la serie hanno probabilmente scoraggiato qualsiasi editore dal riproprolo in epoca più recente.
A inizio degli anni 2000, tuttavia, Takao Yaguchi decise di tornare sulla sua creatura più famosa per un sequel che catapulta Sanpei e i suoi amici ai giorni nostri (più o meno) pur mantenendo le caratteristiche della prima serie, età incluse.
Lo spunto da cui nasce Il Ragazzo Pescatore è molto particolare, romantico se vogliamo: dopo la morte, nel 1998, di Shotaro Ishinomori (autore di capolavori come Cyborg 009 o Ryu il ragazzo delle caverne) Yaguchi decise di rendere omaggio all’amico scomparso raccontando una storia ambientata sul fiume Tama sulle cui rive sorge l’impianto termale presso cui il compianto Sensei aveva soggiornato per un periodo di cure.
Da questa storia, Il kinoshirimasu del lago sotterraneo, ha origine questa seconda serie di Sanpei che conta in totale 12 tankobon e che è stata pubblicata tra il 2002 e il 2010.
De Il Ragazzo Pescatore è stata tentata una pubblicazione in Italia, sempre da parte di Star Comics nel 2004; pubblicazione tuttavia interrotta con i 4 volume e mai portata a termine.
Lo scorso anno, in occasione del primo anniversario della morte del maestro Yaguchi, proprio l’editore perugino ha annunciato che avrebbe ricominciato la pubblicazione di quest’opera partendo dal primo volume con una Tribute Edition di dimensioni maggiori e arricchita da tavole a colori.
Si comincia quindi con Il Kinoshirimasu del lago sotterraneo, storia lunga più del previsto (almeno secondo Yaguchi) che parte da un presupposto reale; con la costruzione delle centrali elettriche nel periodo bellico, le acque acide del fiume Tama vennero introdotte nel lago Tazawa modificandone il PH naturale e portando alla scomparsa di tutta la fauna che vi abitava tra cui il Kunimasu (altro nome del Kinoshirimasu), pesce che deve il suo nome ad una leggenda e a cui venivano attribuite importanti proprietà curative.
All’epoca della stestura della storia il Kunimasu era davvero ritenuto a tutti gli effetti estinto (alcuni esemplari compariranno nel 2010) ed era stato creato realmente un comitato per la sua ricerca, con tanto di premio in denaro.
E’ proprio questa sfida che viene sottoposta a Sanpei e all’inseparabile Gyoshin, che decidono di partire alla volta del lago Tazawa per indagare sulla situazione; una volta giunti in zona scoprono che in effetti il Kunimasu si è estinto per colpa dell’uomo ma che, con la speranza che sia sopravvissuto qualche esemplare nel resto del Giappone, il comitato vorrebbe reintrodurlo considerato che le acque del lago sono tornate pulite.
Ogni speranza è destinata a fallire miseramente finchè Sanpei, dopo averci pensato a lungo, si ricorda che nonno Ippei gli aveva confidato prima di morire di avere portato numerose uova di Kunimasu in un posto segreto per provare a salvare la specie.
E’ in realtà una circostanza che il nonno aveva sempre tenuto segreta, vergognandosi quasi di aver compiuto un gesto che potesse arrecare danno alla fauna locale. Tuttavia, proprio grazie a questo gesto il Kunimasu ha potuto proliferare, tornando tra le speci viventi sul nostro pianeta.
Si tratta dunque di un episodio nel pieno stile Sanpei, che sembra un tutt’uno con la serie terminata (all’epoca) da più di 18 anni; è vero, manca nonno Ippei, ma Gyoshin e Sanpei sono esattamente come li avevamo lasciati.
Con la loro allegria e la voglia di pescare divertendosi; un obiettivo riuscito da parte del Sensei Yaguchi che, in un primo momento, temeva di non essere in grado di riportare in vita le sensazioni e le emozioni della serie originale.
Nel corso dell’episodio non mancano minuziose spiegazioni che entrano nel dettaglio della fisiologia del Kunimasu e ce ne illustrano le caratteristiche con la precisione e la perizia che solo un appassionato potrebbe avere e che, ad essere sinceri, potrebbero risultare troppo noiose per chi non condivida la stessa passione di Sanpei.
Sanpei: segnali di Stile
Nonostante i tanti anni passati da una serie all’altra, lo stile del compianto Takao Yaguchi è rimasto immutato; a scene molto realistiche, specialmente per quanto riguarda la pesca, si alterna un tratto cartoonesco e a tratti grottesco che caratterizza alcuni personaggi.
Il tratto di Yaguchi rimane comunque uno dei più interessanti della storia del manga ed emerge con ancora maggior forza nelle tavole colorate, che lo esaltano e lo completano.