In questo capitolo di Samuel Stern torna al centro padre Duncan.
Nuovi dilemmi etici per il demonologo di Bugs Comics, ad opera di Andrea Guglielmino, con i disegni di Annapaola Martello.
Il volume è disponibile per l’acquisto in formato cartaceo, per poi arrivare sullo shop digitale dell’editore come di consueto tra un paio di mesi.
La trama di Samuel Stern 27
Non uccidere. Un dilemma etico, ma soprattutto un imperativo morale. Trascritto anche nella Bibbia, nelle sue diverse versioni. In Esodo si tratta del sesto comandamento, nel Deuteronimio è il quinto, ma la sostanza non cambia. Duncan non può accettare di uccidere Jerome, neanche se questa è la volontà del suo amico. Un pittore ribelle, che ha passato la sua vita a lottare per la causa dell’Irlanda del Nord. Un animo belligerante, che è andato incontro a grandi rischi ed è stato sfortunato.
In momento come questi è naturale vedere conflitti all’interno della famiglia. Lorette, la figlia di Jerome, è contraria a lasciar morire il padre, anche se ne comprende la sofferenza. Dall’altro lato dello spettro, il suo avvocato prova ad aiutarlo, con evidenti secondi fini.
Il problema è risolto da Jerome stesso, che improvvisamente torna a camminare.
Un avvenimento che suscita scalpore, ma che Samuel individua subito come una possibile possessione demoniaca. Il rosso centra subito il bersaglio. Siamo di fronte a un figlio della rabbia, della sofferenza. Qualcuno che, in un modo o nell’altro, ne impedisce la morte.
Ancora una volta i due protagonisti si trovano di fronte a una strada senza uscita. Eliminare il demone porterebbe alla fine della vita di Jerome, ma permettere a un essere infernale di camminare sulla Terra sarebbe un atto sconsiderato. Il conflitto è interiore ma anche concreto, per quanto inconcludente.
L’unica via d’uscita è quella che offre il pittore, un modo per assolvere tutti da una scelta che prima poi andrà compiuta.
L’opera
Il nuovo capitolo non porta avanti la grande trama del conflitto tra gli esseri umani e Legione, ma aiuta a porre le basi per quello che vedremo nei mesi a venire.
Siamo ormai in un contesto che si è creato dopo i fatti di Abisko, in cui il confine tra il mondo materiale e la dannazione eterna è sempre più labile. Non sono cambiati solo i demoni, ma anche lo sguardo con il quale si giudica il loro operato.
Il quinto comandamento affronta a suo modo il tema dell’eutanasia, con Jerome che ha deciso di porre fine alla sua vita dopo anni di grave disabilità e sofferenze.
In questo caso il demone, per quanto una possessione sia un’aberrazione e un enorme pericolo per il nostro mondo, sta effettivamente facendo quello che auspica padre Duncan, sta guarendo il pittore e lo sta tenendo su questo mondo.
I benefici sono innegabili e fanno gridare tutti al miracolo, tranne il nostro demonologo. Ormai ne abbiamo viste tante ed è singolare vedere come i due protagonisti, dietro a un palese intervento ultraterreno in senso positivo, ormai siano abituati ad aspettarsi un intervento demoniaco. Forse dopotutto, non c’è questa grande differenza.
Interessante il simbolico scontro, o per meglio dire la grande scazzottata tra Samuel e Duncan, che dopo i recenti avvenimenti hanno iniziato ad essere talmente onesti l’uno con l’altro da iniziare a portare un po’ di fisicità all’interno delle loro discussioni. Purtroppo per il rosso, nel suo passato non ci sono decenni di palestra, quindi ha nettamente la peggio sul ring. Ma forse, non sul piano ideologico.
La differenza di approccio tra i due è il fattore determinante che crea opposizione tra i due punti di vista. Duncan non può fare altro che credere e reagire, facendosi forza con i propri insegnamenti e l’appartenenza a uno schieramento, del quale solo di recente sta scoprendo tutti i dettagli. Samuel ha il dono e allo stesso tempo la maledizione di poter vedere dentro l’animo delle persone, osservando un’infinita scala di grigi dall’interno. E’ proprio lui infatti a scoprire la verità su Jerome, con informazioni precluse perfino a un grande amico.
Probabilmente padre O’Connor è ormai consapevole dei suoi limiti, e il finale ne è la conferma. Una scena aperta ad interpretazioni, ma che strizza l’occhio verso una crepa nella sua monolitica fede.
Scheda Tecnica
Formato: 20×26 cm, banco e nero
Pagine: 96
Sceneggiatura: Andrea Guglielmino
Disegni: Annapaola Martello