Finalmente ci siamo: Sakamoto Days è arrivato. Dopo un’attesa che sembrava infinita, i fan del manga di Yuto Suzuki possono finalmente godersi il primo episodio del nuovo anime su Netflix. Annunciato per la prima volta a maggio 2024, l’adattamento anime ha fatto impazzire i fan, che hanno trascorso mesi a immaginare quanto potesse essere incredibile. Tuttavia, il percorso che ha portato Sakamoto Days dallo schermo alla realtà è stato lungo e non privo di ostacoli.
I trailer e i poster dovrebbero creare entusiasmo per un progetto, ma ogni materiale promozionale rilasciato ha lasciato i fan sempre più in ansia. C’era chi criticava il cast vocale, chi temeva per la qualità dell’animazione targata TMS Entertainment. E quando Vaundy ha pubblicato l’opening Run, Sakamoto, Run, l’ansia è aumentata (ingiustamente, perché quella canzone è un capolavoro). Tutto si è risolto con il primo episodio, che ha spazzato via i dubbi e superato ogni aspettativa.
Episodio 1 di Sakamoto Days: meglio del manga?
Dire che un adattamento sia migliore del materiale originale è un’affermazione pericolosa, destinata a scatenare polemiche in qualsiasi fandom. Tuttavia, nel caso di Sakamoto Days, è vero. Prima di puntare il dito, cerchiamo di spiegare perché. L’episodio d’esordio non solo ha placato le preoccupazioni, ma ha anche stupito positivamente il pubblico.
Il doppiaggio è stato straordinario: il cast ha catturato perfettamente il tono e la personalità dei rispettivi personaggi. Nobunaga Shimazaki ha trovato un equilibrio impeccabile tra la competenza di Shin e la sua meraviglia infantile nel ritrovare Taro Sakamoto. Tomokazu Sugita, che presta la voce a Taro, è stato altrettanto impressionante, anche con poche battute.
L’animazione del primo episodio è semplicemente splendida, ben oltre quanto lasciato intendere dai trailer. TMS Entertainment ha riprodotto lo stile unico di Yuto Suzuki, arricchendo i disegni in bianco e nero del manga con colori pastello che donano profondità e atmosfera. Per quanto riguarda l’opening di Vaundy, i detrattori cambieranno idea man mano che l’anime attirerà nuovi fan episodio dopo episodio.
Uno degli aspetti fondamentali di Sakamoto Days è il suo tono generale. Nonostante racconti la storia del sicario più letale del mondo con una taglia di 1 miliardo di yen sulla testa, il racconto è ottimista e, a tratti, rilassante. Taro Sakamoto vuole solo godersi una vita tranquilla con la sua famiglia, e l’anime riesce a trasmettere perfettamente questa atmosfera. Anche nelle sequenze più dinamiche, si percepisce perché Taro abbia deciso di abbandonare il mondo degli assassini.
Le scene d’azione funzionano meglio nell’anime
Un’altra preoccupazione dei fan era legata alla rappresentazione delle scene d’azione. Le illustrazioni e la coreografia di Yuto Suzuki nel manga sono impressionanti, ma l’anime riesce a superarle. Come per molti adattamenti, l’animazione colma le lacune del fumetto, aggiungendo fluidità e dinamismo alle mosse di Taro, che usa metodi non letali per sconfiggere i suoi avversari.
Se tutto questo non basta, l’anime introduce una scena di apertura che non esiste nel primo capitolo del manga. La serie si apre con un formato cinematografico 2.39:1 e una palette di colori sfumati, mostrando un giovane Taro Sakamoto mentre elimina i nemici con pistola e katana. La scena, un mix tra John Wick e Kill Bill, prepara magnificamente il terreno per la trasformazione di Taro nel papà dall’aria placida che conosciamo.
In sintesi, l’anime di Sakamoto Days non solo mantiene le promesse, ma arricchisce e amplifica l’esperienza del manga, rendendolo un appuntamento imperdibile per vecchi e nuovi fan.